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airborne
Registrato: 07/08/08 19:43 Messaggi: 1370 Residenza: Bergamo- Trento
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Inviato: Gio Gen 24, 2013 1:59 pm Oggetto: |
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ovvio che in un'ottica di rinnovamento delle mentalità generali anche l'alpinismo è stato toccato. ma con la "piazza" non c'entra nulla.
permettimi, tesi in che ambito? perchè i miei non sono vaghi ricordi, io la storia la studio tuttora, e m'irrita assai chi la inventa e la taglia per farlsela più comoda addosso. 3+3 non fa 7, e una discussione in ambito storiografico DEVE essere supportata da dati e fonti. punto. e questa non è una filosofia, è una metodologia insidacabile. la storiografia è e dev'essere rigorosa, altrimenti è pura mistificazione (o in alcuni casi truffa consapevole)
si vuole parlare dell'anarchia nella filosofia alpinistica? dare una definizione dell'alpinismo? ok, parliamone, può essere un diversivo divertente nella pausa pranzo. ma se parli di fatti devi riportarli correttamente. prima generazione pacificata? non è vero e non vuol dire niente. tu stai esprimendo un'ideologia frutto di una precisa idea politica. mi sta bene che tu l'abbia, ma non può diventare una lente deformante per la visione della realtà
quindi, riassumendo: vuoi parlare di paralleli tra i movimenti giovanili degli anni 60/70 (le loro differenze non sono necessarie per il dibattito?? ) e l'evoluzione di una parte dell'alpinismo? ok, può essere interessante, ma fuori i dati! prima di tutto conoscere i movimenti a cui ti riferisci. poi studiare gli alpinisti a loro contemporanei. quanti per esempio partecipavano alle manifestazioni? (a quanto mi risulta solo i romani) di che estrazione sociale erano? quali ideologie politiche affini hanno espresso nei loro scritti?
può anche essere un lavoro interessante. ne avevo già parlato con grisa ai tempi delle sue lezioni sul nuovo mattino, ma non può essere fatto in 10 min di discussione al bar o su un forum
p.s. e permettimi, è triste vedere un giovane che pensi che in montagna sia già stato tutto fatto, questo lascialo agli animalek di varie valli  _________________ Audaces fortuna iuvat
Kiss! (Keep It Simple, Stupid!) |
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misteradamello
Registrato: 12/02/07 20:12 Messaggi: 1923 Residenza: Brescia
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Inviato: Gio Gen 24, 2013 2:21 pm Oggetto: |
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Arterio Lupin ha scritto: | espo ha scritto: | sacrifiCarlo ha scritto: |
espo, proponiamo il governo dei re-alpinisti sulla scorta dei platonici re-filosofi? io ci sto, ma starei attento: alemanno si diletta di montagna (per dirne una...) |
io ho parlato di alpinisti. gente che passa in montagna dalle 150 giornate in su all'anno. e nelle altre pensa solo a cosa farà in quelle giornate...
il resto sono turisti . niente contro di loro. ma è un'altra specie. |
Scusa Mass...
Mi sorge una domanda...
Giusto Gervasutti passava in montagna meno di 150 giorni all'anno...
Mick Fowler, quando va bene, ne passa- al massimo - 40-50...
Li definiresti turisti???
Quelli che tu defiinisci alpinisti io li chiamerei professionisti...
Spesso, essendo l'alpiniso "a state of mind" (JB), risulta essere più "alpinista" chi non è legato professionalmente all'attività, nel senso che riesce ad essere più sognatore (frase da prendersi con le pinze per l'esistenza di ovvie eccezioni che confermano quella che a me - a me ripeto - pare essere una regola).
In questa attività spesso più onirica che reale, si crea una sovrastruttura mentale totalizzante che rende questo piacevole passatempo - o enorme passione che dir si voglia un qualcosa da spiegare, da razionalizzare...
Forse andare in montagna è semplicemente un piacere... Una gioia, una passione, un divertimento. Fare i fankazzisti fin che si può non è una condotta del tutto avulsa all'uomo, anzi...
Eviterei, comunque, di andare a fare speculazioni sociali, etiche o quant'altro partendo dalla condizione etico-mentale degli alpinisti...
Non arriveremmo MAI ad una conclusione applicabile su larga scala, in quanto i modi di sentire il rapporto con la montagna e quello tra la passione e la vita "normale" sono tanti quante le persone che praticano la disciplina o condividono la passione...
Resta il fatto che, tra i tutti i modi per non fare un kazzo, andare in montagna è per me forse il più bello e totalizzante.
Come sia per i professionisti (Guide e persone che vivono dell'indotto della passione) potranno dirlo solo gli stessi.
Ringrazio comunque Carlo per la piacevolissima disamina... Seghe mentali, se vogliamo, ma di grande soddisfazione. Del resto, anche i filosofi ed i letterati altro non sono che enormi fankazzisti per chi vede la cultura come null'altro che una passione...
Buone montagne |
Appunto! di questo passo anche il Franz si potrebbe definire Alpinista solo perchè passa 365 giorni all'anno in montagna! Ecchecazzo!  _________________ www.misteradamello.it |
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sacrifiCarlo
Registrato: 23/10/08 19:56 Messaggi: 423 Residenza: morbegno-valtellina
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Inviato: Gio Gen 24, 2013 2:51 pm Oggetto: |
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airborne ha scritto: | si vuole parlare dell'anarchia nella filosofia alpinistica? dare una definizione dell'alpinismo? ok, parliamone, può essere un diversivo divertente nella pausa pranzo. ma se parli di fatti devi riportarli correttamente. prima generazione pacificata? non è vero e non vuol dire niente. tu stai esprimendo un'ideologia frutto di una precisa idea politica. mi sta bene che tu l'abbia, ma non può diventare una lente deformante per la visione della realtà
quindi, riassumendo: vuoi parlare di paralleli tra i movimenti giovanili degli anni 60/70 (le loro differenze non sono necessarie per il dibattito?? Shocked ) e l'evoluzione di una parte dell'alpinismo? ok, può essere interessante, ma fuori i dati! prima di tutto conoscere i movimenti a cui ti riferisci. poi studiare gli alpinisti a loro contemporanei. quanti per esempio partecipavano alle manifestazioni? (a quanto mi risulta solo i romani) di che estrazione sociale erano? quali ideologie politiche affini hanno espresso nei loro scritti?
può anche essere un lavoro interessante. ne avevo già parlato con grisa ai tempi delle sue lezioni sul nuovo mattino, ma non può essere fatto in 10 min di discussione al bar o su un forum |
Ok, sono d'accordo sulle posizioni riguardo a metodo e storiografia, sull'analisi di ogni fattore per formulare la teoria. Il fatto è che, come dici anche tu, il forum e il bar non sono gli ambienti per una discussione del genere, infatti ero partito toccando marginalmente i sassisti soltanto com dimostrazione di un'ideale di rottura. Poi certo che fu una componente minoritaria dell'alpinismo, e non caratterizzante in toto tutto il successivo, ma sicuramente fu una novità proprompente, anche per le capacità comunicative dei protagonisti e per la sensibilità delle nuove generazioni -che comunque erano inserite in un ambiente di contestazione!-. Poi, come ogni disciplina, anche la storia di offre alla sovrapposizione di teorie più o meno condivisibili, altrimenti si trasforma in cronaca.
Personalmente non conosco la tua attività, io sono laureando in storia all'università di Bologna.
Citazione: |
p.s. e permettimi, è triste vedere un giovane che pensi che in montagna sia già stato tutto fatto, questo lascialo agli animalek di varie valli Wink |
Questo non l'ho mai pensato, però già prima facevo riferimento a una dimensione personale e interiore della novità. La ricerca dell'originalità non va per forza nella direzione dell'innalzamento delle difficoltà o della remotezza dei luogi, oggi l'alpinismo deve riconsiderarsi anche in virtù del fatto che tutto ciò che è umano e razionale è stato fatto. Per me può essere una novità -lo è- salire Kundalini, conta lo spirito con cui lo si fa: è una salita, nemmeno eccezionale, da aggiungere sul proprio libretto o è un viaggio emozionale che annulla l'essere sociale e lo riduce a contatto mano-roccia? perchè andare in montagna, come giustamente diceva Arterio, non è un semplice passatempo, ma un'esperienza totalizzante. Non è che la super-conoscenza, la comunicazione forzata, la competizione anche solo accennata possono rovinare l'esperienza svuotandola del significato per renderla semplice apparenza? Io temo la superficialità e l'omologazione, anche, e soprattutto, in montagna.
E con questo sono tornato al punto che mi premeva.  _________________ difficulties are just my starting point....
sometimes you eat the bar, and sometimes the bar, well, he eats you |
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airborne
Registrato: 07/08/08 19:43 Messaggi: 1370 Residenza: Bergamo- Trento
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Inviato: Gio Gen 24, 2013 3:09 pm Oggetto: |
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stavo per scusarmi per il fatto d'essere stato forse troppo duro, ma vedendo che sei quasi un collega (storia anch'io, ma all'unimi ) ti dovevo bastonare il doppio!!
facciamo così, se parte il progetto di studio che accennavo prima ti contatto
per le altre tematiche invece passo, non sono abbastanza sbronzo per appassionarmici adesso  _________________ Audaces fortuna iuvat
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guidoval
Registrato: 27/05/07 22:14 Messaggi: 3563
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Inviato: Gio Gen 24, 2013 3:16 pm Oggetto: |
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sacrifiCarlo ha scritto: |
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Non è che la super-conoscenza, la comunicazione forzata, la competizione anche solo accennata possono rovinare l'esperienza svuotandola del significato per renderla semplice apparenza?
...............
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no. _________________ Forecast reliability: poor
Bù ma mia cuiù |
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sacrifiCarlo
Registrato: 23/10/08 19:56 Messaggi: 423 Residenza: morbegno-valtellina
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Inviato: Gio Gen 24, 2013 3:17 pm Oggetto: |
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Citazione: | stavo per scusarmi per il fatto d'essere stato forse troppo duro, ma vedendo che sei quasi un collega (storia anch'io, ma all'unimi Wink ) ti dovevo bastonare il doppio!! Mr. Green |
ne avresti avuto tutto il diritto in università, ma qui ero per la semplificazione... è comunque sempre interessante poter abbinare interessi di studio e passioni del tempo libero (in realtà nel mio caso le cose si invertono), e trovare persone che si occupano dello stesso campo, ma ne escono con conclusioni diverse, è molto stimolante.
Per la metafisica e le seghe mentali hai ragione, c'è troppo poco rosso in circolazione a quest'ora se capiterà di andare a fare qualche salita insieme non dobbiamo perderci il "terzo tempo", si preannuncia interessante  _________________ difficulties are just my starting point....
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