Invernali - come valutare la stabilità della neve?

[claus_]

secondo me hai sbagliato decisamente approccio.

un buon avvicinamento alla montagna invernale non può partire dallo studio degli angoli di attrito, delle densità, dei piani di slittamento ecc...

è come se un pischello alle prese con la prima pollastra, si mettesse a studiare per tre mesi un manuale di anatomia comparata per specializzandi in ginecologia prima tentare l'approccio

fatti un corso cai dove, per quanto male se ne parli, se ci metti del tuo riesci ad apprendere un metodo, delle nozioni di base, degli strumenti semplici che ti consentano una valutazione consona all'attività in montagna e non alla pubblicazione di un articolo scientifico per addetti al settore. per esempio il 3x3...

per il resto vai in giro e guardati attorno, usando il cervello.

se sei con altri, e questi prendono decisioni anche per te, cerca almeno di capirne le ragioni

[Rob]

[claus_]

[Rob]

[claus_]

l'attrezzatura di cui parlavo era di un altro genere

[Rob]

[claus_]

[Rob]

[guidoval]

...che poi magari il canale è stretto e senza o con poca neve, ma sopra / sui fianchi?

riassumendo l' Espo, il Claus e anche te stesso, l' ideale sarebbe fare un sacco di teoria, un sacco di pratica, tenersi aggiornati in modo continuo e mirato su storia e dinamiche meteo stagionali (e anche annuali per l 'alta quota). Tutto questo per RIDURRE, non "eliminare", i rischi.
Ti cito anch' io 3 cose slegate tra loro ma che concorrono a un quadro complesso anzi forse più caotico che complesso:
1- Munther una volta ha scritto che per le sue conoscenze (notevolissime! ndr), alla fin finesi trova costretto ad ammettere che talvolta l' "ultima analisi" coincide con la "prima approssimazione": praticamente più dati accumula e incrocia, più si rende conto che ne mancherebbero per definire un quadro scientificamente accettabile. E ALLORA entra in gioco quella percezione globale istantanea che ha a che fare con un mix personale di istinto esperienza e conoscenza. Sensibilità, e sono molto d' accordo; ma ogni singola partizione è certamente incompleta... o addirittura fuorviante! la sola sensibilità per prima! sia chiaro!
...tant' è vero che
2- non si contano le miriadi di carcasse di animali sepolte dalle valanghe. Alla faccia di un altro luogo comune neopagano che attribuisce istinti primordiali misteriosi e praticamente miracolosi agli animali selvatici, così come determinismo e criteri di valore alla natura e ai suoi eventi.
3- ocio che è GENERALMENTE vero che sul ripido oltre gli n virgola n gradi (che sanno solo i manuali e soprattutto il Cai), non si accumula TANTA neve. Ecco, secondo me questa è un elemento da usare con molta parsimonia. Primo per quello che diceva sopra il Paolo, secondo perchè pochi metri quadri moltiplicati pochi centimetri di spessore del manto = troppi metri cubi. Terzo perchè il giorno che nevica umido con vento freddo magari si impasta uno spessore di un metro sul verticale...figurati sull' appoggiato. E non è detto che venga SEMPRE giù alla svelta sotto il proprio carico: magari si aggancia qua e là sui fianchi. E aspetta che qualcosa cambi: più caldo, più freddo, i metamorfismi, il neviflusso interno al manto, uno che passa di lì o magari il dodicesimo che passa di lì e che completa il lavoro dei primi undici. Vattelapesca. D' inverno / prima primavera di solito lo scivolo NE della Presanella è nero, come giusto che sia. Invece due anni fa, per esempio, gli si è impastata dentro così tanta neve morbida che ci sciava più gente che su al Tonale, e ci è rimasta per un sacco di tempo anche sul tratto a 60 gradi. Eppure non avrebbe dovuto restarci, soprattutto se arrivata con un unico evento.
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Forecast reliability: poor

Bù ma mia cuiù