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Pizzo Stella - Canale Federica + cresta N, 05/06/2009 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Eos |
Regione | Lombardia |
Partenza | Fraciscio (1450 m) |
Quota attacco | 2600 m |
Quota arrivo | 3163 m |
Dislivello della via | 550 m |
Difficoltà | PD ( pendenza 45° / I in roccia ) |
Esposizione in salita | Varia |
Rifugio di appoggio | rifugio Chiavenna (2050 m) |
Attrezzatura consigliata | Ramponi, piccozza/e, casco |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Ogni tanto mi viene lo sghiribizzo di cimentarmi su una qualche montagna da sola e questa volta scelgo il Pizzo Stella. Perso l’autobus da Chiavenna, provo con l’autostop e dopo nemmeno 10 minuti ho la fortuna di ricevere un passaggio da una guida alpina di Fraciscio, che gentilmente mi porta fino a dove finisce la strada sterrata. Con zaino pesantissimo mi trascino fino alla piana dove sorge il rifugio Chiavenna, ma per la stanchezza, decido che è meglio approfittare dell’apertura del rifugio piuttosto che montare la tenda. La luna che sorge proprio dietro la cima, in una sera piena di stelle, mi da la buonanotte.
L’indomani non è così sereno, ma decido di partire ugualmente, tenendo d’occhio le condizioni meteo. Partita alle 4.45, verso le 6.00 arrivo alla base del canale; la neve è dura, ma le punte di ramponi e picche entrano benissimo. Giunta a metà, la fatica inizia a farsi sentire e impiego una vita ad uscire sul colletto (2868 m). Sbucata sulla cresta Nord, il paesaggio, appena velato dalle nubi in un’atmosfera quasi surreale, mette quasi angoscia al pensiero di essere là sopra da sola, ma con un po’ di sollievo vedo sotto si me due scialpinisti che stanno salendo dal ghiacciaio di Ponciagna. Con calma supero prima l’affilata crestina, poi il largo pendio nevoso fin sotto l’ultimo breve canalino di neve ripida (40-45°). Ultimi metri di misto per l’anticima; da qui, per neve, in un attimo sono in cima (h 3.30 dal rifugio). Il tempo di una foto ai due svizzeri che mi hanno raggiunto, un succo di frutta e un’occhiata al Centrale dall’alto, e poi giù dalla Normale. Nelle nebbie che vanno addensandosi non è così semplice individuare il punto dove inizia il ripido pendio che ridiscende alla conca dell’Angeloga e così, ahimè sbaglio e finisco sulla cresta Sud, che porta al bivacco Chiara e Walter. Appena mi accorgo dell’errore, grazie ad una provvidenziale schiarita, risalgo con fatica e un po’ di apprensione per il tempo che va guastandosi fino a trovare una traccia che scende un ripido pendio di neve. Dopo poco, fuori dalle nebbie, trovo conferma di essere sulla Normale e continuo la discesa più rinfrancata. Tappa al rifugio per recuperare tutto il materiale e un po’ di forze e poi non rimane che la formalità della lunga discesa fino a Campodolcino, dove riprendo l’autobus verso casa, stanca ma soddisfatta. Unico rammarico aver dimenticato il cellulare sugli sfasciumi della cresta di discesa intorno a quota 3000 m… se qualcuno lo trovasse ancora in buono stato… |
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