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   Cresta Croce, (traversata dal Matarot al Mandrone, 20/07/2019
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Onicer  Beps65   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Malga Bedole (val di Genova)  (1580 m)
Quota attacco  3050 m
Quota arrivo  3307 m
Dislivello della via  250 m
Difficoltà  F+ ( pendenza 30° / I in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  ai Caduti dell'Adamello, Mandrone
Attrezzatura consigliata  Piccozza, Ramponi, Corda
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Accolgo molto volentieri l’invito dell’amico Dario per questa classica gita nei luoghi della grande guerra, se fatta in giornata come noi, prevede un dislivello importante (circa 1950m) ed altrettanti km, (circa 26) compiendo un meraviglioso giro ad anello partendo da malga Bedole. Percorriamo in auto tutta la val di Genova, verso le 7.30 ci incamminiamo in direzione rifugio Bedole e su verso il Matarot, senza fretta, questa sarà la parola d’ordine della giornata, la salita procede bene tra numerose pause foto, arrivati all’attacco del matarot, numerose corde fisse e molto tese agevolano la salita, intorno a quota 2750m il paesaggio inizia a cambiare, appaiono le cime famose per le tristi battaglie della guerra Bianca, Claudio e Dario, grandi appassionati, ci fanno da ciceroni indicandoci i vari promontori e gli accaduti più significativi. Decidiamo di raggiungere il bellissimo rifugio ai Caduti dell’Adamello, piccola variante alla gita, due chiacchere con il rifugista, due consigli sulla discesa e siamo in direzione della nostra meta, senza mettere ramponi, in quanto la traccia lo permette, in poco siamo all’attacco, una lunga corda fissa e pioli rendono il canalino assai facile, finalmente con gioia tocchiamo la grande croce in granito, dedicata a Papa Giovanni Paolo II. Foto e via verso “l’ippopotamo” il famoso cannone da 149mm, portato fin quassù con sforzi immani, in una sola notte. Il meteo cha si era un poco guastato, ritorna bello, al cannone ci concediamo una lunghissima pausa pranzo & foto, con un occhio al bellissimo ghiacciaio che dovremo percorrere a breve. Si scende tra blocchi di granito, qualche raro ometto e pali nella neve ad indicare la discesa, molto utili in caso di nebbia, cambiamo assetto, piccozza, ramponi e ci leghiamo, la prima parte in discesa ha una traccia poco marcata, poi una volta raggiunta la parte bassa, un evidente traccione ci conduce senza problemi alla fine del ghiacciaio del Mandrone, è notevole il cambiamento avvenuto in soli vent’anni, da quando lo vidi la prima volta, come vedere qualcosa che sta pian piano morendo, eppure molto affascinante, neve, ghiaccio luccicante, ghiaccio nero, rivoli d’acqua azzurrissimi, sembra d’essere in una puntata di super quark, arrivati al sicuro sulla morena non ci resta che seguire il lungo sentiero, che man mano cambia lasciando il paesaggio lunare a laghetti fioriture e rododendri, in un esplosione di colori, fino all’accogliente rifugio Mandrone. Sono da poco passate le 17.30, con una fame da lupi, malgrado l’ora, ci preparano un piattone di spaghetti al ragù con l’immancabile birra gigante, siamo un luogo di una bellezza fantastica, al sole seduti ai tavoli sulla balconata con tutta la traversa appena compiuta davanti a noi, il difficile è abbandonare tanta pace e bellezza. A malincuore riprendiamo il bel sentiero che in circa un ora e trenta ci condurrà di nuovo a malga Bedole. Una gita di notevole interesse storico, paesaggistico, le difficoltà mai eccessive, ma da non sottovalutare, la compagnia è stata a livelli top. Oggi eravamo: Io, Eve, Dario, Claudio e Maurizio.
Foto 1 - Cresta Croce
Foto 2 – Il cannone da 149mm
Foto 3 – Sul ghiacciaio verso il Mandrone
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