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   Monte Elbrus (Caucaso) - via normale , 15/08/2018
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Onicer  Michi75   
Regione  Altro
Partenza  Azau  (2500 m)
Quota attacco  3850 m
Quota arrivo  5642 m
Dislivello della via  1800 m
Difficoltà  F+ ( pendenza 35° )
Esposizione in salita Sud-Est
Rifugio di appoggio  Containers, Barrels o Rifugio Priut
Attrezzatura consigliata  Pikka e ramponi, eventuale imbrago e longe per corde fisse (superfluo), abbigliamento tecnico per freddo intenso e vento ad alta quota.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Toccare la vetta più alta d'Europa è una esperienza emozionante, non vi deluderà, ma dovrete avere la fortuna di trovare la giornata giusta per salirla. I panorami e l'ambiente glaciale circostante sono ancora meravigliosi Il ghiacciaio inoltre è a mio parere in buone condizioni quest'anno.
L'vventura parte dalla località sciistica di Azau, dove si prendono i 3 rami di funivia per raggiungere quota 3800 circa, dove inizia il vero e proprio ghiacciaio dell'Elbrus; si può salire anche a piedi ma a mio avviso non vale la pena, si cammina sulle piste da sci in versione estiva e i tempi di allungano notevolmente.
Pochi metri al di sopra dell'arrivo dell'impianto sono presenti dei container adattati a rifugio,posti su una dorsale detritica a sinistra del lembo del ghiacciaio che proviene dalla cima est. Altre strutture di diverse forme ed età sono presenti in ordine sparso fino a quota 4100 circa, ma è possibile anche fare i puristi e pernottare in tenda. Il mio consiglio è comunque di affidarsi ad una agenzia locale per effettuare la salita.
La montagna è la più capitalizzata che io abbia mai salito e inoltre non viene ripulita adeguatamente dalle tonnellate dei rifiuti lasciati dalla folla che ogni anno la visita. Ci si chiede come venga investito il prezzo del permesso che pagherete per salirla. Ciò nonostante questa montagna non ha ancora perso la sua magia e il suo fascino, anche se a mio avviso il suo futuro è molto incerto. L'80% delle persone per raggiungere la cima si fa aiutare dai gatti delle nevi o dalle motoslitte, facendosi portare comodamente a 4700 o 5000 m di altitudine dietro pagamento di cifre esorbitanti (70 o 150 euro a persona) ma riducendo di molto l'impegno e il dislivello previsto. Se siete invece alpinisti allenati e volete farcela con le vostre sole forze, preparatevi allora coprire un notevole dislivello, che deve essere preceduto sempre da 1-2 giorni di acclimatamento in quota.
Fino a quota 4700 la salita è piuttosto monotona, raggiungendo e superando le rocce Pastuchov. Dopo quota 5000 m, compiendo un lungo traverso da destra verso sinistra, parte invece la parte più affascinante e meno contaminata della salita. Si raggiunge la sella tra le due cime a circa 5350 m di quota. Da qui parte un pendio più ripido a 30-35 gradi, facilitato da una corda fissa (superflua) che crea tappi e ingorghi in caso di affollamento. Voltando a sinistra si arriva all'ampio pendio finale che, dopo avervi fatto recuperato il fiato, vi conduce quindi sulla vetta più alta d'Europa, quella Ovest. Salire in abbinata quella Est non mi è sembrato di grande interesse ma si pò valutare. Tempo totale di salita 7-8 ore partendo da 3850 m circa. Discesa invece in circa 3 ore. Partenza dal campo base alle ore 2 del mattino.
La via di salita è sempre piuttosto affollata, soprattutto se trovate, come noi, una giornata ideale per partire. Preparatevi quindi a numerosi sorpassi o a lunghe code di gente affatticata e ansimante, soprattutto lungo il traverso sopra descritto.
La salita in sè è priva di difficoltà tecniche, è necessario però essere allenati e avere buona capacità di adattamento alla quota e al freddo. Valutare il meteo è sempre un fattore determinante, vento forte e instabilità sono sempre in agguato e possono compromettere il vostro successo di scalata.
Le guide russe non sono assolutamente puriste e vi spingeranno sempre ad utilizzare per la salita i mezzi di trasporto, dovrete quindi cortesemente respingere più volte le loro insistenze.

Oggi in vetta felice con tanti amici, vecchi e nuovi. Una speciale non c'è più di persona, ma è stata sempre con me. Grazie anche ad Ale, Nica e Dario per aver condiviso questa splendida avventura.

FOTO 1 - Prima parte della salita e traverso
FOTO 2 - Verso la fine delle corde fisse
FOTO 3 - In vetta all'Europa!
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