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   BERNINA per la Biancograt, 21/09/2014
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Onicer  sorega   
Regione  Svizzera
Partenza  Pontresina, Hotel Roseg  (1999 m)
Quota attacco  2583 m
Quota arrivo  4049 m
Dislivello della via  1650 m
Difficoltà  D- ( pendenza 50° / IV in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Chamanna Tschierva
Attrezzatura consigliata  da alpinismo, corda 40 m, un paio di rinvii, eventualmente, ma non indispensabili, un paio di friends medio-piccoli
Itinerari collegati  Pizzo Bernina (4049m), Cresta N, Biancograt
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Grandiosa ed altamente estetica salita, tra le più ambite sull'intero arco alpino. Ad essa si deve aggiungere l'atrettanto lunga e complessa discesa che ne fa in generale una delle traversate più complete ed impegnative delle Alpi. L'ambiente non ha niente da invidiare ai più blasonati terreni glaciali del Monte Bianco.
"La Scala del Cielo", come viene giustamente chiamata questa cresta è stata il teatro del nostro appena scorso week end. Scartata l'idea della Barre des Ecrins, nostro primo obiettivo, per la troppa neve caduta nei giorni scorsi in quella zona, abbiamo scelto questa grandiosa alternativa. Così dal più occidentale dei 4000 siamo passati al più orientale! Nonostante il meteo previsto non fosse perfetto ci abbiamo creduto lo stesso e armati di tanta voglia siamo partiti per questo lungo viaggio. In effetti l'abbiamo spuntata più che dignitosamente con un'ottima mattinata alla quale hanno fatto seguito alcuni banchi di nebbie sulle cime e solo un breve rovescio a fine giornata. Le condizioni in generale sono buone, ma con parecchia neve sulle parti alte delle creste e sulla traversata dei Bellavista. La Biancograt va affrontata con la dovuta preparazione fisica e tecnica sapendosi ben muovere su terreno misto per non perdere tempo prezioso visto che è una delle gite complessivamente più lunghe tra le classiche delle Alpi. Sulle molte relazioni trovate si parla sempre di portare almeno 60 m di corda. In effetti 40 m bastano ed avanzano (non ne ho mai usata più di 30 m) visto che gli eventuali tiri sono brevi e le calate in doppia alltrettanto.
Dalla Chamanna Tschierva siamo partiti insieme ad altre due cordate solamente, che abbiamo letteralmente perso dopo la Fuorcla Prievlusa (??? chissà che fine hanno fatto ???).
Il sentiero di salita dopo il rifugio è stato modificato un paio di anni fa in seguito ad una frana. E' comunque abbastanza ben segnato da catarifrangenti ed ometti fino all'inizio del ghiacciaio. Da qui dopo breve salita tenendonsi a sinistra abbiamo preso a destra per il ripido pendio di neve in buone condizioni, che porta alla Fuorcla. La terminale, piuttosto aperta, si passa con un singolo gesto atletico, ma probabilmente per poco ancora. In alternativa le altre due cordate sono salite per la ferrata a sinistra. Abbiamo attaccato la cresta rocciosa coi ramponi e non li abbiamo più tolti fino alla Fortezza sul percorso di discesa. Il percorso è ottimamente segnato e protetto da spit e soste con catena o cordini. Sopra la prima parte rocciosa si attacca la Biancograt dove fortunatamente c'erano già tracce di una cordata che era salita il giorno prima. Fino al Pizzo Bianco si sale velocemente, poi il terzo tratto di cresta, fino alla vetta è coperto da parecchia neve e la progressione si fa un po' più delicata rispetto che in piena estate con condizioni più secche. La cresta che porta alla vetta italiana e che poi scende è altrettanto buona, si passa agevolmente anche per il pendio di neve sottostante abbandonando una parte di cresta più delicata. E' aperto il locale invernale del Rif. Marco e Rosa situato nella vecchia capanna. Il gestore ha lasciato anche una scorta di salumi e formaggi in caso di prima necessità. Dopo una breve pausa per riprendere un po' di energia, siamo partiti nuovamente per la lunghissima traversata dei Bellavista e la successiva discesa su Morterasch. Anche qui era presente una traccia, ma abbastanza bruttina e profonda che ci ha dunque rallentato e fatto procedere con più fatica del previsto. Molte le zone crepacciate attraversate ed uno in particolare visitato da vicino dal nostro amico Alex! Raggiunta finalmente la Fortezza abbiamo infine tolti i ramponi e continuato la ancora lunga discesa. Il tratto roccioso è ben segnato con frecce e bolli gialli, poi si continua su ghiacciaio e sentiero tra le pietre. Scesi per il Vadret da la Fortezza abbiamo tenuto la destra puntando e recuperando un sentierino in direzione di un laghetto glaciale che abbiamo passato sulla destra. Da qui ancora su sentiero fino al ghiacciaio di Morterasch che abbiamo seguito fino in fondo sempre mantenendoci sulla destra. L'uscita dal ghiacciaio non è stata delle più comode, su terreno molto franoso e non segnato. Sul fondo della valle si recupera un ponte per attraversare il fiume impetuoso e raggiungere la stradina che scende infine alla stazione di Morterasch. In totale 16 ore di cui 7 per la salita e ben 9 per la traversata e la discesa! Ma che spettacolo.....!!!
Con i mitici Teo ed Alex.

Altre foto a questo link: https://www.facebook.com/mauro.soregaroli/media_set?set=a.10205212585540671.1073741853.1426945726&type=3&uploaded=18
Foto 1: sul primo tratto di cresta poco sopra la Fuorcla Prievlusa
Foto 2: la cresta dal Pizzo Bianco al Bernina
Foto 3: sulla cresta poco prima della vetta
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