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   Gran Paradiso - Parete Nord Ovest, 25/06/2011
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Onicer  k2   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Pravieux (AO)  (1871 m)
Quota attacco  3500 m
Quota arrivo  4061 m
Dislivello della via  1300 m
Difficoltà  D ( pendenza 55° / II in roccia )
Esposizione in salita Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Federico Chabod
Attrezzatura consigliata  Attrezzatura da ghiaccio.
Itinerari collegati  Gran Paradiso (4061m), Parete nord-ovest
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento 32 teste... 64 piccozze... 1000 sogni. Questa è la quantità di cose che si possono trovare su una parete in un sabato d'estate, quando la condizioni consentono di sperare che i desideri si trasformino nelle ore di una giornata indimenticabile.

Mi riesce difficile raccontare cosa sia questa salita per me. Da quando l'ho vista, per la prima volta, più di due anni fa, è diventata uno dei desideri in cima alla lunga lista della spesa. Con condizioni meteo e di parete come quelle di questi giorni, è stato impossibile non provare a togliere questa voce dalla lista.

Il prezzo di questa felicità è stato, oltre quanto richiesto dall'ospitale signora dello Chabod, un giorno di ferie rubato al lavoro... è come pescare il jolly che consente di avere un tris e chiudere la mano a scala quaranta.... In effetti, in parete eravamo quasi in quaranta e la traccia sembrava proprio una scala.... casualità? mah...

Causa defezioni varie (anche per la "ferialità" dell'evento), gli unici due del nostro gruppo che hanno goduto del sole in faccia all'uscita della nord, siamo stati io e Nello... peccato, perchè la felicità è fatta anche di condivisione... ma ci saranno altre emozioni così forti e così appaganti.

Mettere nero su bianco i due giorni dedicati alla salita rischia di non rendere giustizia e di non raccontare adeguatamente quanto vissuto.... la bidimensionalità delle parole non permette di accogliere rumori, respiri, battiti e luce ... per questo si scattano foto, per aiutare il cervello a raccontare e ricordare.

Partiamo venerdì mattina da Agrate in direzione Alpe Pravieux, ridente agglomerato della Valsavarenche che ha il merito di fornire parcheggio a chi intende salire al Rifugio Federico Chabod (per approfondimenti vedere qui). La partenza da veri signori, ci permette di lasciar evaporare il traffico fisiologico dell'A4 e di presentarci al segnavia di inizio sentiero riposati e sorridenti come bambini davanti al subbuteo (almeno, per me era così).

La salita, come tutti sanno, si svolge regolare e piacevole, come solo una salita verso il paradiso può essere. La nord appare identica alle migliaia di foto che la rappresentano... ciò che cambia, talvolta, è il vestito che indossa.... oggi ha un fantastico abito dello stesso colore delle madonnine che ne sorvegliano la vetta.

Fino al rifugio, è un continuo fermarci e guardarla..... guardarla e fermarci... si vede che siamo in ferie!

La signora del rifugio ha recluso, in senso buono, quelli che fanno la nord in stanze lontane dalle famiglie e dai bambini ... mondi così diversi, ma così vicini. Pasta, arrosto e genepy riempiono i tavoli di legno e, come settimana scorsa, idiomi lontani mi attraversano le orecchie e raggiungono il proprio destinatario.

Le sveglie cominciano a suonare alle 2,30 e alcune frontali già transitano da qualche minuto davanti alla vetrata della camerata .... sono i superallenati che arrivano dal parcheggio. Ci colazioniamo e alle 3,20 usciamo a riveder le stelle.... verso il paradiso. In realtà passiamo per l'inferno della morena che riesce a togliermi tutto il riposo accumulato nelle ore di giacenza in branda a tentare di far smettere un tricheco con le adenoidi truccate da Garelli Vip 3...

Le lucciole davanti a noi ci lasciano le briciole di orientamento sufficienti da permetterci di arrivare sotto la terminale ... ma non potevano farla più in basso???? Ho faticato più per arrivare fino lì che per chiudere la salita!

La crepaccia è chiusa e permette a tutti noi di passare agevolmente ... un passo e via... adesso c'è solo da mettere un piede più in alto dell'altro.... più in alto... forti raffiche ci buttano neve e freddo sulla faccia ... più in alto... si passa il seracco e si devia su tracce migliori, con meno ghiaccio ... più in alto... si comincia a vedere la linea del sole sulla neve.... più in alto..... non c'è più niente da salire... alle 8 sono fuori... tremo, rido mi giro e fotografo Nello. Il vento è davvero forte e il riso si trasforma in smorfia e voglia di cercare un luogo riparato.

Percorriamo la cresta che, transitando per la prima madonnina, porta all'intaglio che ci separa dalla vetta. Visto l'affollamento e i tempi di discesa, decidiamo di tornare alla madonnina più piccola e di scendere, faccia a monte, dal canalino di fronte ... percorrere un traverso su neve non proprio portante... risalire all'intaglio ... passare sotto la vetta e salire dal traversino della via normale.... ora che le orde di appassionati non sono ancora arrivate. Così sia.

In breve siamo nel ristretto spazio di vetta, accanto alla madonnina che ho guardato al centro di tante "fotodivetta.jpg" e sono limpidamente felice. A sensi unici alternati riusciamo a scendere dalla vetta e a portarci in una zona tranquilla per mangiare e bere qualcosa... intanto, guide col sorriso aiutano clienti senza respiro a salire il loro primo quattromila... già, perchè anche di questo si tratta, l'unico quattromila tutto verde, bianco e rosso.

Più scendiamo verso il Rifugio Vittorio Emanuele, più siamo riparati dal vento. Così ci fermiamo a scattare foto a tutto quello che c'è fuori di noi. Il Ciarforon, che tanto bene ci ha fatto settimana scorsa, sembra piccolo... la Becca si nasconde dietro a lui... il Monviso svetta e il Bianco ha il cappello in testa.

La visione del Rifugio equivale a sentire sotto ai denti il sapore delle penne al pomodoro che da qui a poco finiranno nel piatto davanti a noi. La morena finale ci spinge all'ingresso del rifugio e a pensare che adesso, per davvero, possiamo stringerci la mano e abbracciarci.

Poi scendiamo dal rifugio... poi cerco un passaggio per andare a prendere la macchina... poi ci scappa un gelatino a Pont.... poi, scendendo in auto, ci attraversa la strada un camoscio... poi basta. Per oggi nel mio bicchiere ci stanno solo queste emozioni.... ah, ne manca solo una... domani è domenica!

Alla prossima
1) tramonto sulla nord
2) l'intaglio prima della vetta
3) il traversino della normale
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