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Couloir, cascata e goulotte del Secco, 07/03/2010 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | guidoval |
Regione | Lombardia |
Partenza | Piazzatorre (1100 m) |
Quota attacco | 1970 m |
Quota arrivo | 2293 m |
Dislivello della via | 250 m |
Difficoltà | 5 / V ( IV in roccia ) |
Esposizione in salita | Sud-Ovest |
Rifugio di appoggio | no |
Attrezzatura consigliata | da cascata, ev. ciaspe per l' avvicinamento |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 3 - Marcato |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Dopo un po’ di sbinocolate più una ricognizione in sci fino all’attacco della via per scovare l’accesso, ritorna il freddo che dovrebbe consolidare anche i minacciosi pendìi di neve superiori.
Partenza fuoriprogramma da solo e senza un vero piano di battaglia (anche solo per ingannare la nausea da pelli e per toccare con mano). Zaino con tutto, si sa mai. Ciaspe da 1100 a 1900 in ambienti particolarmente interessanti e vari, poi ramponi su blocchi di valanga ghiacciati quando si lascia il canalone principale. La parte alpinistica inizia a quasi 2000 quando si entra nel bellissimo canale di neve tra le rocce, sinuoso all’ inizio e poi diretto. Sono quasi 200 m a debole pendenza ravvivati da due ginocchi di ghiaccio 75°/misto facile di circa 10m l’ uno. A 2150 circa, dopo una strettoia incassata e pittoresca, sulla destra c’è la cascata. Presa a dx nel punto più basso sono 35m, 5 / V ghiaccio freddissimo e secco, formata da 2 vele verticali sovrapposte, quella sopra staccata di 2-3 metri dalla roccia e raccordata a quella sotto da un diaframma sottile e discontinuo: i 3 m appoggiati 75°impastati di neve, e la partenza del verticale superiore per qualche movimento, sono delicatissimi e improteggibili, suona vuoto e si spacca metà di quello che si tocca. Sopra migliora, ma resta troppo pericoloso secondo me. Salita in autosicura che si è rivelata una tattica devastante. Almeno per me che non ho margine, troppo lavoro. Dichiaro apertamente che nella seconda parte mi sono allongiato lungamente per sghisare. Mai più! Invece è carino, logico e in linea con la difficoltà complessiva della salita: ignorare la cascata e continuare dritti nella goulottina appoggiata che parte poco sopra (50m, 3 / V, mediam. 75° max 85° un passo, sbuca su canale di neve). Buon ghiaccio, tranquilla, salita senza mettere niente. I pendii superiori sono dei pascoli 30 / 40° con un paio di costoloni e relativi canali sottovento per meno di 100m a sbucare in cresta camminando. Lasciato perdere per gli accumuli da attraversare inevitabilmente. Direi rischio 3 marcato, a tratti si affonda fino alla vita. Si torna giù nel “circolino glaciale” da cui si diramano cascata e goulotte attraversando W e poi scendendo un lenzuolo di neve 50°. Per evitare i pendìi carichi ed esposti, alla fine dei miei su e giù son tornato a valle per la via di salita disarrampicando i due saltini di ghiaccio dato che non c’è niente per mettere un chiodino. Però visto bene che attraversando alti 100 m E dalla cascata c’è un piccolo abete di riferimento. Con 20m di doppia si arriva su un misto facile roccette-erba, e poi si torna nel canalone principale a 2000 per pendii di neve ben collegati, tendendo a sx. Forse si può anche uscire dal canale risalendo un passaggio tra le rocce sulla sx or. e poi attraversando E, mi pare ancora sopra i saltini di ghiaccio ma ormai ne avevo abbastanza di scoperte. Foto: visto dalle piste di sci, il circolino glaciale cascata a dx e goulotte in centro, la cascata vista proseguendo nel canale. |
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