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   Traversata di Cima d’Ambiez e Cima Tosa, 24/08/2009
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Onicer  al   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Rifugio al Cacciatore (1870m)
Quota attacco  2600 m
Quota arrivo  3173 m
Dislivello  750 m
Difficoltà  PD / II ( II obbl. )
Esposizione  Sud
Rifugio di appoggio  Rifugio Agostini
Attrezzatura consigliata  50 metri di corda per l'ultima doppia verso la Bocca d'Ambiez
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento La salita con taxi-jeep da San Lorenzo in Banale al Rifugio al Cacciatore (10 euro a testa) rende la Tosa velocemente accessibile in giornata, tanto da poterla concatenare con qualche altro itinerario. (Negli altri casi, partendo e tornando alla macchina, la Tosa di per se’ e’ un a bella escursioncina di mezza giornata - nel senso di dodici ore. Oltre agli accessi da Vallesinella e da est menzionati in svariati siti su internet, ricordo quello da Malga Movlina per il Rifugio XII Apostoli ed il sentiero dell’Ideale e quello da Sant’Antonio per la Val Brenta ed il sentiero Martinazzi, entrambi spettacolari.)

Io sono salito di lunedi’, potendomelo permettere, soprattutto per evitare il traffico di rientro, ma mai e poi mai mi sarei aspettato di sentirmi come in quei racconti di fantascienza in cui il protagonista si accorge di essere rimasto solo al mondo. Sono salito alla Cima d’Ambiez per la via normale da sud (che passa sulla cengia delle vie serie), sceso per la cresta nord alla Bocca d’Ambiez, salito per la via Migotti alla Tosa e sceso per la normale (alla doppia finalmente ho visto degli umani in basso) ed il sentiero Brentari .

Tutto e’ ampiamente relazionato in giro tranne la cresta nord della Cima d’Ambiez, che e’ anche l’unico tratto in cui si deve realmente prestare attenzione. Per i primi 200 metri vale la relazione della guida CAI-TCI (passi di I e II), ci sono ometti, la roccia e’ rotta ma non subdola, nel senso che si vede cosa tiene prima di toccarlo. Dopo e’ invece a mio avviso consigliabile fare due doppie (gia’ attrezzate), la prima, ben visibile, porta da una cengia ad un’altra piu’ in basso (meno di 20 metri). La seconda e’ attrezzata sulla destra (orografica) dell’arrivo della prima, e quindi non si vede se si prosegue a intuito perche’ si andrebbe a sinistra. La seconda doppia scende in un canale avendo come meta la cengia sulla sua destra (ometto) da cui si prosegue abbastanza agevolmente. (La continuazione della cengia sulla sinistra del canale e’ raggiungibile agevolmente a piedi, cosa che ovviamente ho fatto; peccato che nel canale, quasi verticale in quel tratto, la cengia manchi del tutto ...) Per la seconda doppia bastano di sicuro 30 metri di calata, credo anche 25, metre io, con 40 metri di corda, ho dovuto fare una doppia intermedia su un cordone messo su uno spuntone non proprio del tutto rassicurante.

Per il resto, qualche parola sulle due vie percorse in salita. In quella alla Cima d’Ambiez, nel canale iniziale il colore e la compattezza della roccia fanno sembrare di essere a Rodi, mentre nella cresta i gradoni ricordano quelli della rampa sulla normale da sud a Cima Brenta (sempre roccia da falesia). Quanto alla Migotti, che dire: e’ sempre al sole, in ambiente grandioso, deserta, su roccia diseducativamente solida, di orientamento elementare (salendo a caso sul facile si arriva per forza in cima), facile a piacimento (si puo’ decidere se superare a malapena il I oppure fare qualche passaggio di III), e’ la via piu’ sicura di discesa dalla Tosa senza corda, porta sulla cima piu’ alta del gruppo dolomitico piu’ grandioso ...

Foto 1: il versante nord della Cima d’Ambiez con la parte facile della discesa da nord (prevalentemente a destra ed in parte nascosta dall’ometto della via Migotti).

Foto 2: il versante delle due doppie in discesa (si vedono il canale della seconda e la cengia di arrivo, nettamente interrotta nel canale).

Foto 3: la Tosa vista dalla Cima d’Ambiez, con la rampa della via Migotti al centro della foto.
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