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   MONTE DEL FORNO -Cresta Est, 01/08/2009
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Onicer  ALE   
Regione  Lombardia
Partenza  Chiareggio (1612m)
Quota attacco  2800 m
Quota arrivo  3214 m
Dislivello  400 m
Difficoltà  F+ / III ( III obbl. )
Esposizione  Est
Rifugio di appoggio  Rifugio del Forno (CH)
Attrezzatura consigliata  Utile uno spezzone di corda da 30 mt.; caschetto obbligatorio
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Discreto
Commento Abbandonata subito l’idea iniziale di un’arrampicata su placca in Valmalenco a causa della roccia completamente bagnata per gli intensi temporali di ieri, decidiamo di dirigerci verso Chiareggio con destinazione il Monte del Forno. Questa montagna, visibile da diversi luoghi della valle e in particolare dalla strada che porta al Passo del Muretto, chiude verso nord la testata di Chiareggio (che va dal Monte Sissone, alla Cima di Rosso, alla Cima di Vazzeda, alla Cima di Valbona e termina appunto col Monte del Forno) e si innalza tra il Passo del Forno e il Passo del Muretto, costituendo percio’ cresta di confine.
Presenta sul versante est una lunga cresta di grande sviluppo, ma piuttosto lineare e senza grosse difficolta’; per giungere all’attacco occorre fare un lungo avvicinamento: noi da Chiareggio abbiamo fatto un lungo traverso passando per l’Alpe Vazzeda Inferiore e quella Superiore e, lasciato sulla sinistra il lungo vallone che conduce al Passo del Forno e al Rifugio del Forno, abbiamo continuato a traversare a mezzacosta in direzione N su pascoli, gande, e macereti ;infine abbiamo risalito un ripido canale attualmente nevoso sino ad un intaglio poco piu’ in alto della base della cresta (h.3 di buon passo) a ca.2.800 mt. (e’ possibile giungere qui anche imboccando la strada del Muretto e risalire i ripidi pendii sulla sinistra arrivando piu’ o meno nello stesso tempo all’attacco della cresta).
Qui ci siamo legati e abbiamo cominciato la salita della lunga cresta mantenendoci il piu’ possibile sul filo dove la roccia era piu’ solida rispetto ai numerosi macereti e colatoi che a volte abbiamo dovuto attraversare, dove crollava davvero di tutto (spesso si muovevano anche blocchi di enormi dimensioni!). Il consiglio e’ dunque di tenersi sempre sul filo anche nei tratti piu’ aerei ed esposti e anche quando si incontrano torrioni da risalire e poi ridiscendere, poiche’ qui e’ molto meno pericoloso…..
Alla fine ci e’ sembrata piuttosto facile rispetto a quello che ci aspettavamo (nelle scarne relazioni trovate si parlava di III°, ma i passi di terzo erano davvero solo 2 o 3, mentre per il resto II° o I° e lunghi tratti in cui si camminava), per cui siamo sempre saliti in conserva; tuttavia occorre stare molto attenti a tutto quello che si tocca sia con le mani che con i piedi ed e’ in questo che stanno tutte le difficolta’; non sottovalutare nemmeno il notevole impegno fisico, sia per il lungo avvicinamento, per il dislivello e perche’ la risalita della cresta e’ si’ semplice ma molto faticosa (ca.2h. dall’attacco alla cima).
Per compiere un bellissimo giro ad anello siamo scesi dalla normale, sul versante che conduce al Passo del Forno, discendendo la famosa “paretina” (III° ma con corde fisse) e numerosi nevai, sino al passo e di nuovo sul versante della Valmalenco; calcolare ca.3h per tornare all’ auto a Chiareggio.
Nel complesso gita di buon impegno, bellissima per quanto riguarda i panorami e l’ambiente (anche se oggi le molte nubi hanno un po’ rovinato la vista), ma decisamente poco remunerativa per quanto riguarda la qualita’ della scalata.

Foto 1: L'attacco della cresta
Foto 2: Nella parte mediana
Foto 3: L'uscita nei pressi della cima
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