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   4 volte per tutte e 5 le Presolane ( traversata per creste), 12/08/2015
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  passo della Presolana (1300m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  2520 m
Dislivello  800 m
Difficoltà  AD / III+ ( III obbl. )
Esposizione  Varia
Rifugio di appoggio  baita cassinelli rif. olmo
Attrezzatura consigliata  corda 30 metri
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Integral Presolana nasce quattro estati fa quando incuriosito dall’idea di percorrere tutte le creste della presolana non riuscivo a capire come mai tutti lasciassero indietro la Presolana di Castione e la cresta per salirla di cui avevo trovato solo scarni accenni su internet. Come tutto ciò che è dimenticato dagli uomini(..sulle tracce dei lupi che fuggono le terre degli umani…) e profuma di mistero la cosa ha attirato la mia attenzione…senza però riuscire a scoprire altro se non una bella relazione fotografica che però non svelava il mistero e la troppo vaga descrizione dell’amico Alessio nel suo fantastico libro “2000 bergamaschi”. Così per la prima volta il 4 aprile 2012 con ste e max ci proviamo partendo dal Passo della Presolana ancora al buio alle 6.30. Alle 7 la luce ci raggiunge nei prati sopra Malga Cassinelli e annuncia una giornata grigia con Visolo e Presolana ancora sotto la loro copertina di nubi. Mezz’ora dopo un varco si apre e scorgiamo un pezzo di Valle dell’ombra ancora chiazzata di neve e poi come d’incanto le nebbie si sciolgono e appaiono davanti a noi il Visolo e la Presolana che protende la sua lunga cresta verso est con le punte della Presolana Orientale e Centrale. Il sipario di nebbie cala nuovamente a tratti mentre le nubi si sono appoggiate sulla Val Padana e noi dominiamo il loro grigio tappeto dall’alto. Ogni apertura è una meraviglia nuova e vediamo le 4 matte incorniciate dallo sfondo del Coca mentre l’erba sulla cresta del Visolo diventa sempre più gialla come se salissimo incontro all’Autunno e la presolana Orientale si presenta all’appello liberata dalla cima che la copriva. Alle 8.30 siamo in cima al Visolo(q. 2370) con la cresta che unisce l’Orientale alla Centrale,davanti a noi. Il mare di nubi circonda l’orizzonte e come un’isola emerge la scogliera acuminata del Pizzo Camino regalando meraviglie da fotografare. Dieci minuti dopo riprendiamo il cammino scendendo verso la bocchetta e incontrando il lato nord della montagna ancora invernalmente nevoso. I canaloni carichi di neve e resi tetri dalle nebbie, precipitano a settentrione. Incontriamo le catene della ferrata della Porta e ritorniamo in cresta al sole lasciando la neve e l’ombra e guadagniamo l’anticima della Presolana Orientale. Proseguiamo, ora in pieno sole e in piena cresta mescolandoci col cielo in passaggi spettacolari e articolati. Dove la cresta si allarga compare la neve a rendere più avventuroso e colorato l’incedere e improvvisamente la montagna si colora d’inverno con la neve che ricopre tutto e ci costringe usare qualche cautela. Ora sembra inverno e faccio belle foto a max e Ste che risalgono la cresta seguendo le mie tracce nella neve che sul versante nord è ancora abbondante. Poi riguadagniamo la cresta e le rocce superando l’anticima e arrivando infine sulla cima della Presolana Orientale(q.2490, h9.30) con la croce posta poco più in basso per esser visibile dalla valle. Bello il panorama a nord sulle Orobie che vanno dal Coca al Recastello-gleno e al Pizzo Tornello. Dietro al Coca le nevi eterne del Bernina. La nostra cresta prosegue su e giù per contrafforti rocciosi talvolta innevati a seconda dell’esposizione fino ad arrivare ad un bel foro nella roccia che per essere raggiunto ci costringe a qualche passo di facile arrampicata e ad un delicato ma semplice traversino. Ancora qualche passo d’arrampicata e finalmente sbuchiamo alti sulla cresta in vista della nuova croce. Raggiungiamo alle 10 la Presolana Centrale(q. 2517) dove felici ci concediamo un selfie. Riprendiamo a scendere e ad immergerci nelle nebbie fino ad arrivare mezz’ora dopo nei pressi di una depressione della cresta con davanti un pinnacolo roccioso che emerge dalla foschia. Disarrampichiamo fino alla base del pinnacolo e poi vedendo un cordino per la calata in doppia posto in alto, ci imbraghiamo per scalare la parete. Ci provo io ma le difficoltà mi sembrano eccessive e quindi stabiliamo che ci dev’essere un altro passaggio. Infatti Ste da me assicurato, traversa su un chiodo, e raggiunge un terrazzino con un canale più semplice da rimontare che ci riporta in cresta oltre il pinnacolo. Abbiamo perso quasi un oretta, ma ora raggiungiamo facilmente l’abbastanza indefinita Cima della Presolana del Prato che è già mezzogiorno. Riprendiamo la cresta con diversi tratti di misto, traversiamo canaloni nevosi che precipitano a Nord, alternandoli a passaggi su creste rocciose e poi attrezziamo una calata per scendere un canale ghiacciato che ci porta alla base della paretina di III° grado che dobbiamo arrampicare. Sono le 13 e ritirata fuori la corda Ste fa un tiro che ci permette di superare l’ostacolo e tornati nuovamente su erbe e rocce in salita nella nebbia che non ci permette una visione d’assieme del percorso andiamo quasi a sbattere contro la croce della Cima Occidentale(q.2520,h14), la Vetta della Presolana. Ci fermiamo mezz’oretta per la prima pausa di giornata e poi iniziamo a seguire la cresta verso una vicina croce. Una schiarita mi permette di fotografare l’ultimo tratto di questa infinita cresta con la Presolana di Castione, la sua anticima e la rocciosa e misteriosa cresta Josi che la risale e infine i prati della Cresta di Valzurio che riportano a valle. Seguo la cresta che ora diventa affilata ed esposta e costringe a prestare attenzione su terreno particolarmente friabile. Sono una cinquantina di metri che terminano verso un profondo salto e quando max ci raggiunge manifesta l’intenzione di tornare. Discutiamo un poco ma è irremovibile e fa retromarcia. Parliamo un poco con Ste del fatto che in effetti è tardi e non si vede molto e soprattutto che continuare vorrebbe dire rischiare magari di far notte..e poi non possiamo certo andare avanti da soli. Così lui più serenamente e io un poco incazzato, ripercorriamo la crestina esposta e trovati i bolli rossi della via normale alle 15 iniziamo la discesa. Scendo avanti da solo per smaltire la rabbia e mezz’ora dopo facciamo foto con gli enormi candelotti di ghiaccio che stipano la Grotta dei Pagani. Alle 16 siamo al Biv. Clusone, quaranta minuti dopo a Malga Cassinelli e alle 17.30 alle auto parcheggiate al Passo della Presolana. Torneremo presto penso fra me e me.
Poi invece il tempo da dedicare alla montagna è sempre meno rispetto ai progetti e solo tre anni dopo sento Ste per sapere se ha voglia di riprovarci. Ora non ci sarà neve e la stagione è quella più indicata. Con grande voglia ed entusiasmo ritorno in montagna con lui: ultimamente ha quasi solo arrampicato forte e ci si vede molto meno. Ma è anche la meta che mi scatena un emozione a tratti incontenibile: ritentare e questa volta riuscirci a fare la traversata integrale di tutto il massiccio della Presolana dal passo omonimo e scendere ad ovest dopo la Presolana di Castione scendendo per le creste di Valzurio. Partiamo alle 6 del mattino del 15/06/2015 dal Passo della Presolana e la nostra montagna si presenta incantata dai prati oltre malga cassinelli emergendo argentea dal verde. Incornicio anche questa volta le 4 matte sullo sfondo del Coca e per prati ora verdeggianti e non più secchi alle 8.15 poggiamo gli zainetti in cima al Visolo(2369mt.). La giornata è fantastica e ammiriamo l’eleganza dello Spigolo sud salire alla Cima Centrale. A nord invece Disgrazia e Bernina fanno da bianco sfondo nevoso alla rocciosa costiera orobica che va dal Redorta al Coca e fino al Diavolo di Malgina. Mezz’ora dopo siamo in cima alla Presolana Orientale(2491mt.) dove facciamo una breve colazione. Riesco a zoomare sul Gran Zebrù che emerge con la sua prua bianca oltre il sellero. Riprendiamo la cresta irsuta, traversiamo il detritico stavolta Canale Bendotti, affrontiamo le roccette del foro orobico e alle 9.20 siamo alla croce della Presolana Centrale(2517 mt.). Arriviamo al pinnacolo, disarrampichiamo e stavolta affrontiamo subito il passaggio del terrazzino esposto che preferiamo passare utilizzando la corda e rinforzando con un friend il precario chiodo di sicura(il passo è un semplice appoggio su listelli con allungo per entrare in un facile canalone ma è praticamente sul vuoto…). Alle 10.30 calchiamo la cima della Presolana di Prato (elevazione poco appariscente fra i prati che la contornano) alla q.ta 2470 e mezz’ora dopo siamo alla base della paretina di III°+ che affrontiamo da dx dove sembra più abbordabile ma la corda di 30 mt ci costringe così a fare due brevi tiri (meglio salire dritti…). Usciti dalla paretina per cresta mezzogiorno tocchiamo la Presolana Occidentale(2521 mt.) con le nebbie che salgono a coprire la cresta percorsa. Vediamo ancora invece la Presolana di Castione e la croce su una cima che la precede. Ci buttiamo in discesa sull’aerea e friabile cresta Josi fino ad individuare le fettucce di calata (alte sulla dx) per scendere nel canale-camino passaggio obbligatorio per riprendere la cresta più in basso. Una calata di 15 mt è suff. per superare il salto e poi disarrampicando si scende lungo questa porta d’accesso per la Presolana di Castione(q.2475) che raggiungiamo alle 12.45. Sembra fatta. Basterebbe individuare la linea di discesa più logica ma calpestamenti vari si sperdono ovunque e le nubi ci hanno ormai avvolto riducendo la visibilità a pochi mt… Riesco solo, in una brevissima scharita alle 13.40, a fotografare il tratto di cresta che scende dall’ Occidentale fino al passaggio del camino/canale verticale. Poi girovaghiamo per mezzora aspettando una schiarita che non arriva nel nulla di creste nebbie e tracce precipiti fino ad arrenderci all’evidenza: dobbiamo rinunciare e scendere dalla normale della P. di Castione. Ste non ci fa scendere per prati per andare poi ad imboccare il canalone sud ma avvistando nel grigiore generale un canale roccioso che si trova più a sx lo infila e decreta la nostra condanna. Comincia allora l’avventura in questo incassato canale sporchissimo di detriti in cui disarrampichiamo trovando conferma del passaggio in 3-4 doppie attrezzate. Una la facciamo noi su cordino e alla fine con un po’ d’apprensione anche per la scarsa visibilità e per il terreno pericoloso e friabile riusciamo ad atterrare sui ghiaioni basali nonostante la nostra corda solo da 30 mt. Che sollievo e che risate quando alle 14.45 facciamo su la nostra cordina in mezzo ad onde gigantesche di neve precipitate qua probabilmente attraverso il canalone da noi disceso. Terminiamo la bella giornata facendo amicizia con robi zanelotti 70 anni 7a conosciuto al costruendo nuovo bivacco città di clusone(h 15.20) e chiacchierando con Paolo alla Cassinelli che è d’accordo sull’idea di mettere qualche segno per poter scendere dalla P. di Castione verso valzurio e rendere così possibile e indicata la traversata integrale di tutte le cime e creste della Presolana. Prossimo appuntamento risalire la cresta ovest della Presolana di Castione per trovare e segnalare un percorso logico e ripetibile. Grazie ste, è stato un sogno tornare e chiacchierare per monti con te..sarà un sogno riuscire a fare la traversata integrale…a presto!
Dieci giorni dopo il tentativo con Ste che non è entusiasta di misurarsi nuovamente con le nebbie della Presolana, coinvolgo nel progetto Nico che entusiasta accetta la proposta. Ci troviamo quindi a Bergamo(lui arriva dal Veronese) e il 5/07/2015 risaliamo la Val Seriana fino a Villa d’Ogna dove giriamo a destra in direzione Valzurio. Dopo aver superato la frazione Spinelli (950 m) una volta giunti al primo tornante si vede la partenza del sentiero (tabella segnavia e bacheca - parcheggio - 975 m) che sale nella Valzurio rimanendo sul fondovalle vicino al torrente a differenza della strada che sale al Moschel che rimane più alta. Alle 6.30 iniziamo a muoverci con il sentiero che si infila subito nella frescura del fitto bosco e fiancheggia, appena più alto, il corso del torrente Ogna, che con il fragore delle sue acque ci accompagnerà per un bel pezzo. Dopo aver attraversato l'Ogna si arriva in prossimità dei prati del Moschel (q.1265 m, h 7.15). Tralasciata l’indicazione a sinistra verso le baite del Moschel, prendiamo verso destra ed iniziamo ora la bella e faticosa salita a zig zag che pian piano ci avvicina sempre più ai contrafforti delle Creste di Bares. Ora il sentiero si allunga pianeggiante ed in lieve discesa ma, poco dopo, superata una fonte d’acqua fresca ed il bivio per il rifugio Albani, riprende vigore ed aumenta la sua pendenza immergendosi in un ambiente più severo ed alpino dove fanno capolino alcuni pini mughi e colorati cespugli di rododendro. Incontriamo un bosco di faggi e sbuchiamo sotto il primo contrafforte della Cresta di Valzurio presso dei cartelli che indicano mezz’ora al Rifugio( h 8.20). Poco dopo appare la Presolana che pian piano si mostra davanti a noi, sino ad esplodere in tutta la sua bellezza quando, fiera, esibisce la sua severa parete dolomitica e in cui riesco a scorgere sulla cresta un tipico foro che avevo notato l’altra volta dalla cima della Presolana di Castione. Mi sembra di chiudere un cerchio e di avere finalmente una visione completa della cresta dopo tanto percorrerla sempre funestato dalle nebbie. Belle viste sulle Creste di Bares e sul bianco calcare del gruppo dell’Arera e poi sbuchiamo sui verdi promontori dove come cullato è adagiato il Rif. Olmo (1820 m,h 9). Battezziamo una netta depressione della verde cresta come colletto d’attacco della nostra via e nico si accorge di non avere con sé la macchina fotografica che ha probabilmente perso durante la salita. Iniziamo infruttuose e lunghe ricerche lungo il sentiero di salita ma senza trovar tracce dell’oggetto smarrito. Alla fine scendiamo fino alle auto e stanchi e demoralizzati constatiamo che ormai è troppo tardi per pensare di ritentarci e ci diamo un nuovo appuntamento al più presto possibile.
Un mese dopo (12/08/2015) sembra il giorno giusto e ritorno per la quarta volta in Presolana. Ho deciso di cambiare ancora tattica(consultando le carte) e decidiamo di partire ancora dal Passo della Presolana ma di non puntare al Visolo bensì al rif. Olmo e poter attaccare subito la misteriosa cresta vs la P. di Castione fuori dall’incubo ricorrente di questo massiccio e cioè la salita delle nebbie pomeridiane e dopo la cresta concludere l’anello tornando al passo. Dai contatti dei tentativi precedenti parlando con Simone incredibilmente cortese gestore dell’Olmo e Paolo della Baita Cassinelli, convenivamo sulla bellezza dell’itinerario e di come da altre parti sarebbe un classico…invece qualche bollo aiuta dal Visolo alla P. di Castione..poi il nulla. Alle 7 con poche ore di sonno alle spalle noi basso padani iniziamo l’avventura prendendo commiato dal barettino al Passo della Presolana e rimanendo come al solito incantati quando dai prati verdi nelle prime luci del mattino emerge intinta d’oro la regina delle Orobie. Poco dopo, prima del bivio per Malga Cassinelli, in fila da dx a sx stanno tutte le cime della la nostra cresta racchiuse tra il Visolo a destra e il Corzene a sx: Presolana Orientrale, Centrale, del Prato, Occidentale e di Castione. Alle 7.30 abbandoniamo il classico sentiero e andiamo a sx seguendo le indicazioni per il sentiero delle capre e Rif. Olmo che aggirando a sx il pizzo corzene ci alza dolcemente per coste erbose, e lunghi traversi. Davanti a noi le belle creste di Bares e poi appare la Cresta di Valzurio e per ghiaioni passiamo proprio sotto la parete della Presolana di Castione in una sequela di panorami inediti. Arriviamo così alle 8.30 ai 1950 mt del Passo degli Agnelli alti sul rif. Olmo a cui decidiamo quindi di non scendere. Salutiamo i percorsi battuti e per tracce diagonali puntiamo all’evidente colletto della cresta di Valzurio alla nostra sx…è un malvedere sugli orridi baratri della parete nord,un avviso che si entra in territori selvatici e si prosegue su tracce poco evidenti fra erbe molto ripide. Davanti a noi il Ferrante emerge oltre il fratellino minore. Sono le 9 e due sassi dalle forme caratteristiche si può dire segnalino ufficialmente l’inizio di questa cresta infinita che inizia ad alzarsi davanti a noi verticalmente erbosa e poi rocciosa. Nessuna traccia, nessun segno umano. Cominciamo come capre, anzi come pecore che difatti in gregge più avanti ci aspettano, a salire l’erta costa. Appare la P. di castione e raggiungiamo subito dopo un paio di grossi massi che segnalano l’inizio della cresta rocciosa e il punto in cui per facili ma infidi traversi occorre svoltare a sx, sottocresta, puntando a un poco evidente colletto ghiaioso posto poco più in alto e che raggiungiamo traversando prima quasi in piano su banca semierbosa e poi risalendo su detriti. Raggiuntolo si svolta oltre la quinta rocciosa e percorso un sentierino tracciato in decisa risalita alla base della parete rocciosa si perviene ad un caratteristico forcellino porta di passaggio fra due torrette rocciose. Discesi dall’altra parte si traversa ancora un poco andando a mirare due canali erbosi che da sx a dx vanno risaliti fino al loro termine per poi salire per facili roccette miste ad erba che con direzione verticale permettono di riguadagnare la cresta e un dolce sella erbosa che adduce all’inizio della vera e propria cresta spartiacque(h 10). Traversiamo dieci minuti in risalita per pendii erbosi e raggiungiamo le rocce su cui arrampichiamo(I°+) fino ad un camino un camino alto circa 8 mt che si risale dapprima facilmente(II° grado) e poi con passetto di III° esposto sul camino stesso per oltrepassarlo. Nico passa in libera, io gli chiedo la corda e subito dopo, nuovamente sul filo di cresta ci si trova davanti una torretta solcata da evidente e difficile fessura che si aggira passando per caminetto esposto sulla sx: sono 5 mt di III°+ per cui estraiamo la corda che usiamo anche per percorrere una bellissima ed estetica crestina di una quindicina di mt più esposta che difficile(II°). Oltrepassatala ci si può slegare e per le solite roccette erbose si riguadagna il filo di cresta e vedendo finalmente la cima si traversa per circa 20 minuti nella sua direzione cercando il percorso più logico in diagonale fra varie rientranze puntando un canale terroso con passi di II° oppure a sx dietro una crestina. Arriviamo così in cima alla vetta della Presolana di Castione (h.12.15, ometto di pietra) che raggiungiamo assieme ad Eric salito per conto suo e senza corda!!!!( e che da poco era improvvisamente apparso alle nostre spalle). Questa parte non essendo segnata, è un poco da intuire alla ricerca della soluzione migliore fra l’intrico delle varie crestine. Scendiamo brevemente e arriviamo alla base del passaggio chiave: il camino di circa 25 mt di altezzadi cui si sale facilmente la parte iniziale e dove un cordone su clessidra permette di fare sosta per superare la paretina a sbalzisoprastante (III°+) con chiodo di passaggio intermedio. Eric prosegue nell’interno del camino e slegato con qualche tratto più marcio(III°), ci precede all’uscita. Gli spieghiamo le nostre intenzioni di percorrere totalmente la cresta e lui si accorda con noi(non avendo la corda..ridere grazie). Quindici minuti dopo, per semplice cresta, alle 13 siamo alla croce della P. Occidentale. Foto e saluto alla P. di Castione …ormai la segnaletica e le tracce si fanno decisamente più evidenti e basta seguirle per circa mezz’ora quando sul filo di cresta a sx si arriva alla paretina di III°+ da cui ci caliamo con due doppie da 15 mt della nostra corda da 30 e facendo risalire imbrago e discensore ad Eric che ne è sprovvisto. Si scende un poco a dx(spalle alla paretina)e poi si risale per circa 50 mt un canale con passi di II° per sbucare nei prati che danno il nome all’omonima P. del Prato il cui ometto accarezziamo alle 14.10. Dopo 15 min. bisogna per vaghe tracce scendere con difficoltà sulla dx per imboccare un canale sassoso che continua a dx finendo su un salto roccioso. Utilizzando un vecchio chiodo si scende calandosi con attenzione per non trazionarlo troppo fino al semplice ma molto esposto traverso di 1 mt sul vuoto andando a raggiungere un altro chiodo traballante con cordino e, con pochi passi uscire dall’esposizione. Anche qui si scende ancora per pochi mt e si risale a zig zag un altro canale un poco più semplice del precedente e che sbuca con vista sulla grossa croce con bandierine della P. Centrale che in 10 min. raggiungiamo alle 15.20. Ormai sentiamo aria di casa e possiamo vedere le ultime cime da toccare(P. Orientale e Visolo). Oltrepassiamo il canale Bendotti e poco prima delle 16, salutiamo l’ometto dell’ultima cima di presolana. Ci fotografiamo felici, e soprattutto Nik appare emozionato perché temeva di non farcela a livello fisico. Scendiamo per sentieri che migliorano passo dopo passo fin alla cima Visolo (h.16.30)dove dopo tanto grigio calcare l’occhio si rilassa abbracciando i verdi prati e intimorito riguarda i bestioni rocciosi appena cavalcati. Ormai per prati scavalliamo giù verso il passo della presolana che raggiungiamo allegramente (Eric ha pagato qualche birra) verso le 18. 11 ore dopo la partenza salutiamo una nuova splendida avventura col cuore grato per Nico inossidabile compagno che toglie le castagne dal fuoco e mi getta la corda quando senza non passo e per Eric appena conosciuto ma che ho invitato al progetto transcalve 3000…oggetto forse del prossimo report. Foto1 il camino con passo d’uscita di III° Foto2 il canale camino di 25 m Foto 3 Presolana sud

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