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   ROGNO 2007, 19/03/2007
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  rOGNO (200m)
Quota attacco  300 m
Quota arrivo  400 m
Dislivello  100 m
Difficoltà  D / 5c ( 5c obbl. )
Esposizione  Sud-Est
Rifugio di appoggio  
Attrezzatura consigliata  NDA, QUALCHE FRIEND PER INTEGRARE
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento In questo inizio 2007 son più preso dai problemi familiari che ruotano attorno all’attesa del nostro quarto figlio e non ho molto tempo per allenarmi…anzi! Le uscite sono fughe veramente estemporanee e organizzate con la complicità di amiche o amici che danno una mano in casa a Dani durante la mia assenza. La gravidanza è sempre stata a rischio e altri problemi extra familiari hanno contribuito alla durezza di questo periodo. Riesco tra marzo e maggio ad andare due volte a Rogno inframezzate dal solito tentativo fallito alla Cassin, tipico di quei tempi e del nostro alpinismo di ricerca (di noi stessi soprattutto….). Il 19 marzo intendiamo affrontare la Via Decennale alla Piramide di Cheope. Essendo ancora io il più forte dei due, optiamo per una delle vie più semplici che offre questo paradiso del Verrucano Lombardo. Raggiungiamo Rogno (BG) e parcheggiamo nei pressi del Cimitero dal quale sono ben visibili i vari pilastri di roccia. Imbocchiamo il sentiero sul fianco sinistro del cimitero (presente una bacheca che riporta gli itinerari d'arrampicata). Il primo settore che s'incontra è la Piramide di Cheope. La via Decennale sale al centro della placconata e l'attacco risulta facilmente identificabile per via della scritta alla base. Parte Ale che supera un iniziale muretto con passi delicati. Continua poi lungo la placca con difficoltà minori sino a raggiungere una cengetta dove si trova la sosta. 50 Mt., 5b, 4c, 3 spit. Riparto io per affrontare il tiro chiave della scalata. Proseguo in verticale lungo la placca, superando uno strapiombino, e poi più facilmente sino alla sosta. 50 Mt., 5b, 5c, 3 spit. Ci attendono ora i due tiri finali (difficoltà di III°, IV°) che percorriamo nonostante l’invito di tutte le relazioni a seguire per la Via Milano: affronto io il terzo tiro più semplice ma sprotetto e poi Ale quello finale su facili rocce articolate che ci conducono in cima alla Piramide da cui scendiamo ad imboccare il sentiero sulla destra che, dopo qualche semplice passo d'arrampicata, scende nuovamente all'attacco. Le protezioni risultano un po' lontane per essere una palestra di roccia. Utile qualche dado e friend per integrare. 1 ora e mezza di salita e 1 h di discesa, ci consentono un rapido rientro a casa.
Due mesi dopo più ambiziosamente ci ritroviamo per provare a fare la Via la ma dal cul. I miei problemi di orario e ritorno veloce ci costringono ad una partenza antelucana (per le zone di falesia), e alle 7 siamo già al Cimitero di Rogno. Imboccato il solito sentiero che sale sul fianco sinistro del e superato Il primo settore della Piramide di Cheope, proseguiamo fino a raggiungere il settore Corno Pagano. Poco prima di giungere alla base del Corno il sentiero va un po' in discesa e poi, quando spiana nuovamente prima di risalire, si costeggia la parete del Corno. L'attacco è subito qui. Pochi metri più a destra c'è l'attacco della via Biglietto per l'inferno con scritta molto evidente. Attacco io il primo tiro ma salito il primo risalto verticale, mi blocco all’inizio della placca inizialmente solcata da una lama e poi, nella parte più alta, veramente avara di appigli. Non ho la forza o il coraggio per proseguire nel movimento in dulfer che mi farebbe volare sopra la lama, e dopo qualche tentativo, scorato chiedo ad Ale se vuole provarci lui. Con calma pazienza e costanza si cimenta e raggiunge la fine del duro tiro. 35 Mt., 5c, 3 spit. Col sentore che non sia giornata e avendolo sempre un poco sofferto, lascio che sia lui a partire per il 2°tiro. Ale, inizia a risalire lo spigolo puntando a destra del grosso tetto, sulla placca inizialmente appoggiata e con alcuni appigli, ma nella seconda parte più verticale e di aderenza. Qui si blocca e non riesce a ritrovare la convinzione per continuare. Dopo un poco decide di calarsi e lascia a me il cerino in mano. In un sussulto d’orgoglio parto e arrivato dove lo spigolo gira a dx ed è necessario quel passo in aderenza con l’esposizione che aumenta notevolmente e che ho sempre sofferto molto. Ci provo e quando il pasticcio è fatto, non mi resta che pedalare in salita e aderendo col terrore sotto le scarpette salgo rapido vs la sosta, tranquillizzandomi man mano. 35 Mt., 4c, 4 spit. Soddisfatto lo recupero e contemplo il bellissimo traverso del terzo tiro. Appesi lì nel vuoto cerchiamo coraggio nell’altro senza trovarne e a malincuore conveniamo che per oggi è meglio tornare presto tenendo fede al mio obiettivo di giornata. Ci caliamo e anche questa volta sono rapidamente fra le mura domestiche ad usare le dita un poco spellate per più importanti incombenze domestiche. Foto 1 cordate su via le ma dal cul e ramarro dal Decennale Foto 2 Ale sul tiro 2 di Via le ma dal cul
Foto 3 il traverso del terzo tiro di Via le ma dal cul
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