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Cima delle Dune - Via "Marmotta in Placca", 15/11/2008 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | ALE |
Regione | Lombardia |
Partenza | Albonico - Localita' "Il Forno" (592m) |
Quota attacco | 1037 m |
Quota arrivo | 1417 m |
Dislivello | 380 m |
Difficoltà | D / 5c ( 5c obbl. ) |
Esposizione | Sud-Est |
Rifugio di appoggio | Varie locande ad Albonico |
Attrezzatura consigliata | Portare due corde da 50 mt.; 10 rinvii; nuts e friends medi |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Altra grande giornata sulle montagne vicino a casa. La ns. meta e’ la Cima delle Dune (per i locali “Balzun”), che non e’ altro che l’avancorpo sud-est del Monte Berlinghiera. Sulle grandi placconate (gia’ visibili dalla superstrada proveniente da Lecco in direzione Colico) che contraddistinguono questa montagna corrono diverse vie non attrezzate aperte da Ivan Guerini; noi scegliamo invece una via attrezzata a spit (la chiodatura e’ distanziata ma sufficiente; e’ comunque utile integrare con nuts e friends), aperta da Jimmy Palermo e soci nel 2002, che collega i vari settori di placche sino alla sommita’ per un dislivello di 380 mt. e uno sviluppo complessivo di 600 mt.; i trasferimenti da un settore all’ altro sono brevi (2-3 min.), ma con corda in spalla, il che rende la via piuttosto discontinua. Tuttavia e’ veramente meritevole sia per l’ottima qualita’ della roccia che per il fantastico ambiente: oggi, in una giornata fantastica dal punto di vista meteo, con sole caldo (le placche in questo periodo rimangono soleggiate dalle 9 del mattino sino alle 16) e cielo limpido, la vista spaziava dalle montagne della Valchiavenna (eccezionale la vista sul Sasso Manduino) al Pian di Spagna, alle Orobie con primissimo piano sul Legnone.
La partenza avviene da Albonico (dopo il Ponte del Passo in localita’ Sorico, invece di prendere la statale Regina si devia a dx. e, abbandonata subito in basso la strada che porta a Dascio, si sale con vari tornanti verso il paese di Albonico), da cui si prosegue in auto ancora per alcuni chilometri (cartello indicatore per il “Tempietto di S.Fedelino) su strada molto stretta e disagiata (in quasi tutti i tornanti occorre fare almeno una manovra!) sino ad un pratone con cartello in legno, su cui e’ indicato il nome della via (M.I.P.). Da qui l’avvicinamento e’ piuttosto complesso; io non sto’ a descriverlo, in quanto e’ indicato molto bene sulla relazione dello stesso apritore sul sito di Go-Mountain e un disegno molto chiaro si trova sul sito di Mountaincafe’.net; se non ci sono problemi in ca. 1 ora si giunge all’attacco contraddistinto da un grosso ometto. La lunghezza della via e’ di 12-13 tiri di corda da 45/50 mt. l’uno: 4c 5b su placca piuttosto impegnativa (molto bello)….3 min. a piedi 3a 5a sulla bellissima “Fessura del Quarzo” tutta da proteggere 4a 4b con passo delicato tra il primo e il secondo spit 5c con due passi atletici a superare degli strapiombini 5c il tiro piu’ bello e continuo della via su placca delicata con spostamento in verticale verso dx. 4b….3a …...2c…..via via piu’ semplice; 2 min. a piedi in un bellissimo boschetto 5c ultimo tiro su muretto con fessura verticale, chiodato piuttosto lungo. La discesa avviene per un canalone sulla sin. delle placche (viso a monte), contraddistinto da un ometto; lo si scende sino ad arrivare alla S2 e da qui si fanno due calate da 50 mt. sino a giungere di nuovo all’attacco; in discesa la sosta del secondo tiro e’ piuttosto difficile da trovare (sarebbe opportuno piazzare un segnale di riconoscimento durante la salita); infatti noi non l’abbiamo trovata e abbiamo deciso di proseguire nel canalone sino ad un salto finale che ci ha costretto a fare una doppia su albero. Occorre non sottovalutare la lunghezza e i tempi di questa via, considerando l’avvicinamento, la via vera e propria (noi abbiamo impiegato 4h.30 min. anche perche’ abbiamo impiegato circa 30/40 min. a trovare l’attacco del settimo tiro, molto difficile da individuare) e la discesa; noi abbiamo dovuto percorrere la discesa nel bosco completamente al buio (per fortuna avevamo il frontalino…) e con un po’ di fortuna e un po’ di esperienza abbiamo ritrovato la strada di casa. Nel complesso e’ una via molto meritevole da farsi in questo periodo tardo-autunnale. |
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