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Cima Cece - Cresta SSW in traversata dal Palon di Cece, 29/10/2016 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | RAGO |
Regione | Trentino Alto Adige |
Partenza | Malga Valmaggiore (1608m) |
Quota attacco | 2500 m |
Quota arrivo | 2754 m |
Dislivello | 250 m |
Difficoltà | PD+ / III ( III obbl. ) |
Esposizione | Sud-Ovest |
Rifugio di appoggio | nn |
Attrezzatura consigliata | Corda 30 m, cordini, 2 friends medi |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Discrete |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Escursione/arrampicata tipica del Lagorai, che può interessare solo a chi piace, come soprattutto al socio, aggirarsi ogni tanto per canali franosi, ripide zolle erbose, cenge esposte, creste di roccia che non si sa mai. In solitaria aveva raggiunto tempo fa da Miesnota per canali due diverse forcelle e salito all'anticima S ma non aveva percorso l'ultimo tratto roccioso per la cima, così mi propone di andare a darci un'occhiata, non trovandosi relazioni se non uno sbrigativo “cresta esposta e friabile” sulla guida del CAI. Vedi anche forum di “girovagando in montagna”. Saliamo dal sentiero della Val Maggiore, lo abbandoniamo a 2500 m circa e saliamo per canale e roccette alla forcella a E del Palon: all'uscita, dove c'è vecchio cavo metallico, sulla solida parete a sinistra c'è anche uno spit, evidentemente per doppia. Saliamo facilmente a questa vetta 2690 m, torniamo alla forcella e iniziamo a percorrere la lunga cresta, ricca di memorie belliche, stando sul filo o sul versante Miesnota. Si arriva ad una forcella (che consentirebbe di scendere nel vallone a nord) da cui parte un lungo cavo metallico penzolante, su una placca facilmente arrampicabile, arriviamo alla anticima sud. Proseguiamo per cresta senza particolari difficoltà fino all'ultimo dente, che ci sembra ostico, ma presenta sulla sinistra una invitante cengia discendente, che seguiamo fino a che viene interrotta da una placca liscia di alcuni metri quasi verticale insuperabile, oltre la quale la cengia sembra proseguire. Qui ci sono due grossi fittoni solidi di ferro, che probabilmente sorreggevano una passerella. Non senza qualche dubbio facciamo una doppia di 15 m che ci deposita su un'altra cengia: prima di ritirare la corda diamo un'occhiata oltre lo spigolo che nasconde la risalita, sarà un ultimo tiro di 30 m su terreno insidioso, arriviamo alla forcella a N dell'ultimo dente (su cui vediamo un cordino di calata, si poteva restare in cresta..), da qui facilmente in vetta. |
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