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   lupi e carabinieri in Val Canzoi, 26/04/2020
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Onicer  oscarrampica   
Gita  lupi e carabinieri in Val Canzoi
Regione  Veneto
Partenza  Loc. Preton  (600 m)
Quota arrivo  600 m
Dislivello  300 m
Difficoltà  E
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Anche ieri ha nevicato e anche oggi (6/3) scendo giù a cercare escursioni possibili senza esser troppo ostacolato dalle nevi. Provo ad entrare in Val Canzoi attraverso la lunga carrozzabile che la viola, perché ne avevo sentito parlare bene tanti anni fa e perché da su questo nuovo territorio che vorrei esplorare prossimamente anche attraverso il giro delle cenge che contornano completamente il Sass de Mura.
Poco dopo le 8.30 entro in val canzoi e tra nebbie e sole che fanno a cazzotti m’inoltro per la piccola stradina incorniciata da alberi innevati che grondano sciogliendosi di dosso la nevicata notturna.
Alle 9 parcheggio timoroso in località Preton a quota 600 mt che rappresenta il punto d’inizio del mio percorso ad anello. Noto un insolito via vai di macchine dei carabinieri e ad una chiedo se posso lasciare la macchina. Ottenuto il permesso mi avvio. Prendo il sentiero ben segnalato che s’inoltra nel bosco, guardando con un poco di apprensione altri carabinieri che a piedi camminano lungo la strada asfaltata. Ma cosa ci fanno tutti qui ? cosa stanno cercando? Seguo il sentiero natura che si snoda nel bosco fra paline e spiegazioni delle attività di questa valle, transito per Cansech e mi rendo allora conto che lo stò percorrendo al contrario rispetto alle mie intenzioni. Esce il sole che buca il fitto bosco di betulle e alberi di piccolo fusto facendo nevicare e gocciolare ovunque. Passo per Sass Santin e la sua meravigliosa foresta di pini silvestri che col loro tronco arancione che s’alza verso il cielo sostenendo la verde chioma chiazzata di bianco, creano un tripudio di colori. Supero una bella valletta con casa che splende nel bianco e vs le 10.30 passo dalle case Faibon. Poi mi inoltro nuovamente su ampia carrarreccia nel bosco e in forte discesa, quando ad un certo punto incrocio un altro escursionista. Dopo il saluto gli faccio immediatamente la battuta: sei il primo non carabiniere che vedo..mi risponde che è un carabiniere anche lui. Ribatto: ma la pistola?..ce l’ho nello zaino. E allora di fronte al mio sbigottimento mi spiega che stanno facendo setacciamenti per rilevare tracce di lupi..e che in teoria non potrei proseguire per la strada perché il ponte è crollato. E tu come hai fatto? Sorride e mi dice di passare anch’ io. Ci salutiamo amichevolmente. In effetti poco dopo arrivo al ponte sul torrente effettivamente crollato ma saltando di sasso in sasso si riesce a unire i due monconi e risalire sulla sponda opposta. Poco dopo vedo una grossa traccia tipo lupo nella neve e quasi mi verrebbe di inseguire il carabiniere forestale ..ma desisto. Semplicemente scatto una foto per sicurezza. Alle 11 appare finalmente il lago della stua. Pochi passi e il piccolo laghetto diventa d’un incredibile verde inteso tendente al fosforescente per effetto del riverbero solare. In più vi si specchiano le cime del Sass de Mura e probabilmente del Tre Pietre a rendere il tutto idilliaco. Dall’altra parte ancora pande e carabinieri (ne trovo uno originario di Agordo) che mi spiegano come il corpo delle guardie forestali di cui loro facevano parte sia stato assorbito dall’arma dei carabinieri nel 2017. Parliamo tranquilli in riva al lago godendoci i frastuoni lontani delle valanghe che precipitano dalle cime circostanti e poi li saluto avviandomi per la strada asfaltata in discesa. Sulla via del ritorno mi soffermo davanti alla bellissima chiesetta di Sant’Eurosia e alle 13 sono nuovamente alla macchina.

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