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   Brent de l'Art e dintorni, 26/04/2020
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Brent de l'Art e dintorni
Regione  Veneto
Partenza  S.Antonio in Tortal  (300 m)
Quota arrivo  300 m
Dislivello  100 m
Difficoltà  E
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  scarpe per bagnato
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Con gli occhi ancor colmi delle meraviglie raccolte in questo sontuoso 4 marzo, e non essendo tardi, decido di traversare la piana di Belluno e dirigermi vs il paesino di S.Antonio in Tortal, dove dovrebbe iniziare il sentiero per visitare la meraviglia geologica del Brent de l’Art. Intanto il viaggio in macchina è tutto un fermarsi a far foto vs Nord dove la catena alpina partendo a sx dal gruppo del Pizzocco, passando per i Monti del Sole e approdando a dx al gruppo dello Schiara, da il meglio di sé in questa giornata luminosa e tersa con le vette che passano dalle verdi o secche erbe o dalle rocce chiare e brune allo scintillio nevoso che le copre come manto nobile,prima di consegliarle all’abbraccio celeste.
Scatto una splendida foto al Coro che si schiaccia sulla retrostante Talvena, altro obiettivo estivo.
Come sentinelle a concedere l’accesso ai monti più alti campeggiano sulla pianura le slanciate figure, sempre da sx, del monte Sperone, dello Spiz di Vedana e del Tiron,veri e autorevoli punti d’osservazione sulle catene alle loro spalle. La pianura rigogliosa crea una base cromatica che commuove il cuore per eccesso di bellezza. Questo paesino è fiabesco perché disteso su verdi e riposanti colli in mezzo ad ampie praterie. Il verde la fa da padrone in basso, in alto l’azzurro..in mezzo io e qualche casa, le montagne e gli alberi. Seguendo la rotta del navigatore ma non avendo un indirizzo preciso,imbuco la prima via del paese che mi porta ad una bella casa spersa nella campagna, dove un albero con cartello che recita Brent, mi fa supporre di essere nel posto giusto. Parcheggio di lato alla casa alle 16, in odor di proprietà privata e per esser sicuro, anche di esser nel posto giusto suono all’abitazione. Ne esce mentre me ne stavo andando una giovane donna visibilmente malata che si scusa per il ritardo alla risposta, mi dice che posso lasciare la macchina e scendere lungo il sentiero. Mi incammino e discesa la valletta attraverso un torrentello, risalgo sull’altro lato della valle e dopo aver oltrepassato case abbandonate a lavori in corso ed esser risalito sui prati sopra la forra, capisco di avere evidentemente sbagliato. Da quassù la prospettiva sul Piz de Mezzodì, l’Agner, i monti del sole,e la schiera di creste che vanno dal Burel allo schiara è impressionante. Ritorno alla casa nei prati e in macchina mi dirigo vs il vero centro del paese. La stradina si snoda in leggera salita fra i prati regalando ancora magnifiche visioni sulla catena alpina a Nord. E’ un poco strana la situazione perché i parcheggi ufficiali per visitare il Brent sono in realtà nel centro del paese abbastanza distanti dal sito. Non essendoci comunque nessuno in giro mi avvicino fino ad un evidente cartello di divieto di transito e dopo aver parcheggiato di fianco ad una casa chiedo il permesso per lasciare la macchina. Un uomo mi dice che bisognerebbe lasciarla in paese ma che chiuderà un occhio. Mi avvio di tutta fretta per la strada interdetta e la prima sorpresa è che mi trovo ad attraversare prati immensi che fanno da cornice su tutti i monti già sopracitati e che riprendo a fotografare da questo nuovo angolo. La strada agreste è molto lunga e la serenità della sera prende il sopravvento mentre assaporo in silenzio la pace che deve respirare la gente che abita questi luoghi. Prati a perdita d’occhio ovunque e ben rasati. Un mix tra l’Alto Adige più alpino e la Toscana più collinare. Lo sguardo d’insieme è impressionante a partire dal complesso Tre Pietre, Sass de Mura, passando per l’Agner, i monti del sole e arrivare ai Tamer,al castello di Moschesin alla Pala alta,passando per la Talvena e andando a destra fino a Burel Schiara e Pelf. Arrivo intanto alla cabina estiva di accettazione ingresso alla forra e poco dopo comincia la sdrucciolevole e bagnata discesa nella forra del Brent. Lo vedo fra i rami del sottobosco che sono ormai le 17. E’ un luogo dall’accesso turistico col ponticello che attraversa l’imbuto che il torrente ha scavato nella roccia, ma ciò nulla toglie alla bellezza e alla suggestione del luogo che ho la fortuna di visitare, stante l’ora e la stagione, da solo. Da un lato del ponte un normale torrente alpino, sotto il toboga multicolore in cui le acque rullano vorticose e rumorose per poi scorrere più placide nel canyion dall’altro lato,alto anche diversi metri e dall’esplosione di mille colori. Esploro la gola finchè si può arrivare, nonostante i divieti e i segnali d’attenzione e poi visto che non ho tempo per vedere le forre dei torrenti superiori, decido di salire per seguire l’andamento della forra principale dall’alto. Trovo sentierini tracciati da altri curiosi come me e passeggio sull’ orlo dell’incisione larga qualche metro. Seguo lo scorrere verde e sinuoso dell’acqua qualche metro più sotto, attento anche al fogliame viscido che sembra prepararmi alla scivolata decisiva per il tuffo finale. Arrivo così di foto in foto a dove l’acqua esce dall’anfiteatro magico che si è creata erodendo la roccia e va a finire il suo capolavoro artistico in un placido laghetto, dove può riposare dopo tante curve paraboliche e saltelli. Posto bello veramente, da provare con il canyoning, che mi pare essere autorizzato, meglio fuori stagione per evitare il probabile e meritato afflusso turistico estivo. Sono le 18 e non mi resta che risalire. Le emozioni non sono finite perché la sera ha calato il sipario e a me non resta che contemplare la meraviglia del tramonto che tutto ammanta di arancione e porpora a seconda della diversa esposizione. Sgrano come in un rosario i nomi delle infinite cime che posso osservare e nel silenzio del buio che scende a tutto coprire, ringrazio e sento le stelle bucare il blu gelido, e le sento che mi vogliono bene, le sento che che mi salutano. Gongolo e ringrazio Dio. Per quanto ha fatto bello il mondo, per quanto mi concede di vivere, per come mi parla attraverso la Natura.
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