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   giro per le forre della Val dArdo, 21/04/2020
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Onicer  oscarrampica   
Gita  giro per le forre della Val dArdo
Regione  Veneto
Partenza  Case Bortot (poco sotto)  (500 m)
Quota arrivo  500 m
Dislivello  500 m
Difficoltà  E
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Il 26 febbraio 2020, di ritorno dalla Val cajada dove ho scoperto l’Olt e visitato le celeberrime foreste in veste invernale, mi resta ancora tempo prima di risalire il canale d’Agordo e allora decido di fare un giro attorno alle Case Bortot e visitare alcuni siti della Val d’Ardo. Lasciata l’auto appena trovo un sentierino che indica case Bortot , risalgo l’ameno sentiero transitando per piccoli e pittoreschi borghi che resistono alle incurie e al tempo antiche e fiere vestigia di sforzi immani per erigerli e conservarli. Storie d’altri tempi, d’altri eroismi e d’altre vite.
Castei, Pra de Luni e poi le Case Bortot ultimo avanposto dove finisce la strada e inizia l’avventura che consegna alle terre di Miotto e del suo mitico Viaz. Ma oggi il giro sarà più tranquillo e mi condurrà per luoghi aspri ma ben accessibili. Parto alle 14.45 e pochi minuti dopo transito per Castei dove resiste una stupenda casa antica e per il ridente villaggio di Pra de Luni con le casette sparse come fiori per i ridenti prati della collina. Poco dopo le 15 scendo dalle Case Bortot vs le case Vial anch’esse architettonicamente stupende e attraverso la grandiosa forra sul Pont de la Mortiss poco prima delle 15.30. Ora la mia incerta relazione trovata sul web mi fa entrare in strani boschetti senza riferimenti ma poi girovagando trovo un cartello che mi porta al punto noto della strada alpina che dal Col Roanza conduce al Pont de Marian. Sono le 16.30 e inizio a percorrere l’ampia carrareccia militare che fra gli arbusti regala splendidi scorci su tutta la catena dello schiara e sulle creste percorse dal Viaz dei Camorz e dei Camorzieri. La Gusela osserva silente,austera. Alle 17 m’inoltro nelle viscere del serva e dai ogni foro sulla val d’ardo non manco di fotografare Sabioi .Pinei, Burel ,schiare e pelf che fanno da corona al mio panorama. Ritrovata la luce, arrivo per le 17.30 al Pont de marian che è un semplice manufatto cementizio su un Ardo piuttosto dimesso e che quindi non annovero fra le bellezze di giornata. Il ponte permette però di passare sul lato di ritorno della valle regalando belle soggettive sui buchi delle gallerie appena percorse. Poi il miracolo del tramonto che getta alla rinfusa secchiate d’arancione sulle crode dello Schiara e del Pelf, che rapidamente si colorano e ancor più velocemente si consegnano al pallore crepuscolare. Quando alle 18 arrivo ai cartelli che indicano la discesa per giungere al Bus del Buson si vede veramente poco ma ormai val la pena di andarci comunque e così vedo e non vedo questa meraviglia della natura lasciata dall’Ardo a memoria di un suo antico passaggio per quel canyon ormai asciutto. Scatto foto non bellissime col flash e alle 19 dopo ostica risalita ritrovo la mia Peugeot sola al buio.
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