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   Traversata nei Monti Lariani, da Lugano a Colico, 15/09/2019
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Onicer  Zeno   
Gita  Traversata nei Monti Lariani, da Lugano a Colico
Regione  Lombardia
Partenza  Lugano  (925 m)
Quota arrivo  2535 m
Dislivello  6000 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Bivacco ZEB
Attrezzatura consigliata  Normale attrezzatura da escursionismo di più giorni.
Materiale alpinistico per l'arrampicata sul Pizzo Cavregasco.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Mentre trascorrono anche per me gli anni passati su e giù per le montagne son sempre più convinto che settembre sia il mese migliore per effettuare dei giri di più giorni per via della stabilità del tempo, i colori della natura e la poca gente in giro.

Con Maria è nata l’idea di percorrere indicativamente il tratto di confine italo-svizzero che parte da Lugano ed arriva fino al Pizzo Campanile piegando poi a est lungo la costiera costituita dal Pizzo Cavregasco, Pizzo Ledü e Sasso Canale.

Partiamo il 10 settembre in treno ed arrivati a Lugano ci accorgiamo di avere, grazie al biglietto di Trenord, accesso anche ai mezzi pubblici locali e così prendiamo un bus che ci porta fino alla località Brè risparmiando notevole dislivello. Da lì partiamo a piedi camminando in caldi boschi di faggi e fiancheggiando i famosi Denti della Vecchia. A sera montiamo la tenda poco a SW del passo di Pairolo.
Il giorno seguente transitiamo per la Cima di Fiorina (da cui si ha bellissima vista sul Lago di Lugano e quello di Como poco più a Ovest) raggiungendo poi il Passo di San Lucio dove cambia radicalmente la litologia su cui camminiamo e di conseguenza il paesaggio che si mostra meno vegetato e più severo. Dopo aver salito il Monte Garzirola, la Vetta del Vallone e il Motto della Tappa ci accampiamo in tenda nei pressi della Bocchetta di Sommafiume in testata della Valle Albano; siamo perfettamente allineati con il solco della Valtellina e ammiriamo un tramonto meraviglioso con le ultime luci che illuminano le Orobie e il Masino-Bregaglia.
L’indomani dopo aver salito il Mottone di Giumello ci congiungiamo all’Alta Via dei Monti Lariani che aggira, ora sul piovente svizzero ed ora su quello italiano, i monti della Costiera dei Muncech attraversando vallate davvero selvagge e particolari. Sul far della sera traversiamo l’alta Val Fiumetto contornando il Monte Cardinello ed accedendo alla testata della Val del Dosso dove vorremmo fermarci a dormire anche se fatichiamo a scorgere un posto pianeggiante ed erboso per la tenda.
Ad un tratto con grande stupore scorgiamo un centinaio di metri sotto di noi una struttura che si rivela essere il nuovissimo ed accogliente Bivacco ZEB del Cai di Dongo non segnato sulla nostra carta.
Al mattino saliamo al Passo dell’Orso dove abbandoniamo l’Alta via e procediamo senza sentiero immediatamente ad Est delle attraenti pareti del Pizzo Campanile fino alla Bocchetta di San Pio da cui, nonostante la fitta nebbia, riusciamo a raggiungere l’ameno Lago di Cavrig. Dopo un bagno ristoratore montiamo la tenda e ancora una volta ammiriamo la sera con le nuvole che si abbassano regalandoci scorci incantevoli.
Il giorno seguente è finalmente giunta l’ora di utilizzare la corda e il materiale da arrampicata che ci portiamo a presso dall’inizio del viaggio e così all’alba raggiungiamo la base del versante sud del Pizzo Cavregasco e attacchiamo l’unica via della parete aperta nel 1938 da Alberto Malinverno e Luigi Binaghi (famoso disegnatore degli schizzi di numerose guide CAI-TCI). L’arrampicata non è mai difficile ma assai particolare per i numerosi filoni chiari che attraversano i solidi ortogneiss su cui scaliamo in un contesto circostante davvero selvaggio.
Dopo una pausa contemplativa in vetta scendiamo per l’esposta parete NE dove è utile la corda per una calata e tornati alla tenda riprendiamo la marcia sull’Alta via transitando per l’intaglio di Ledü da cui accediamo alla Val di Bares dove montiamo ancora una volta la tenda per l’ultima notte.
Nel nostro ultimo giorno di viaggio raggiungiamo la cima del Sasso Canale che si staglia sopra il mare di nuvole che nasconde la Val Chiavenna, la Valtellina ed il Lario.
In vetta conosciamo e stringiamo in breve amicizia con Ivan e Sergio con cui condividiamo il pranzo (ci offrono delle squisitezze locali che affamati e ingolositi mangiamo di gusto) e la discesa fino a Terminone. Qui ci salutiamo perché a me e Maria spetta l’ultima salita ovvero il Monte Berlinghera da cui finalmente possiamo abbracciare con lo sguardo il Lario e gran parte della strada percorsa.
Scendiamo poi fino a Porcido dove una coppia di Mandello ci dà gentilmente un passaggio per Colico dove prendiamo il treno che ci riporta alle nostre case.

In questo giro siamo stati accompagnati dalle parole di Angelo Recalcati e Alessandro Gogna, autori della guida CAI-TCI “Mesolcina-Spluga”: un' ottima descrizione di questi monti che “non fanno proprio nulla per imporsi all’attenzione, e se hanno qualcosa di interessante lo nascondono ai più” ma sono “in grado di suscitare forti e rinnovate sensazioni di stupore e stimoli per un’attività con ancora qualche carattere esplorativo”.

Mòla mia, leù!
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