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   Monte Cornetto, Dos d'Abramo e Cima Verde, 20/10/2019
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Monte Cornetto, Dos d'Abramo e Cima Verde
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Centro fondo Viote (TN)  (1570 m)
Quota arrivo  2180 m
Dislivello  800 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + caschetto
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Buono
Commento Trasferta in Trentino oggi, per andare a scoprire zone montuose da noi ancora inesplorate. Scegliamo l’area del Monte Bondone, che al di là del comprensorio sciistico offre nelle vicinanze un trittico di cime che in quanto a bellezza, impegno fisico moderato e presenza di qualche breve tratto più pepato, sulla carta sembrano cucite per noi.
Siamo reduci da un sabato piovoso e gli effetti sul sentiero che sale sulla prima cima, il Monte Cornetto, si fanno decisamente vedere sotto forma di abbondante fango.
Nella seconda parte del sentiero, che si tramuta in una cresta, le cose vanno decisamente meglio da questo punto di vista.
Man mano che saliamo l’ambiente tende a farsi più roccioso e suggestivo, anche se la presenza di nubi addossate alla cima ci impediscono di apprezzarne tutta quanta la bellezza.
Giunti sotto la cima, tra nebbia e vento facciamo inizialmente fatica a comprendere quale sia la via che porta su essa. Dopo avere percorso parte del sentiero che compie un periplo e su cui si trovano ancora le trincee di guerra, individuiamo una piccola traccia che punta decisa verso l’alto e ci permette di coprire gli ultimi pochi metri che ci separano dalla croce di vetta.
Sostiamo ben poco sulla sommità, a causa delle condizioni climatiche un po’ difficili e fredde.
Ora, è la volta della seconda cima, il Dos d’Abramo. Non piove, ma vista l’umidità diffusa, siamo un po’ titubanti all’idea di affrontare il tratto attrezzato posto sotto di essa. Sappiamo inoltre che esistono ben due alternative che permettono di aggirare la vetta ed evitarlo. Ad ogni modo, ci portiamo all’attacco di quella che sulla carta è una via ferrata (segnalata anche con cartello), ma che nei fatti si tratta di un brevissimo tratto attrezzato superabile in qualche minuto.
Tastata la roccia, che non è poi così umida ma offre un grip non ottimale, decidiamo di salire per il tratto attrezzato. La sua brevità ci permette di superarlo senza problemi.
Poco più avanti è presente un altro altrettanto brevissimo tratto attrezzato, più semplice del precedente.
Continuiamo così ora su facile e breve sentiero, arrivando sulla seconda vetta di giornata.
Per proseguire, bisogna ora scendere attraverso un canaletto che porta a collegarsi alla parte terminale di uno dei due sentieri che permettono di aggirare il Dos D’Abramo. Questo piccolo canale, affrontato in discesa, si rivela un po’ più ostico anche del tratto attrezzato iniziale. Un passaggio in particolare, sebbene breve, è piuttosto verticale e bisogna fare attenzione nel disarrampicare. La presenza di una fune metallica aiuta però a contenere le difficoltà.
Arrivati sul sentiero che si svolge in cengia, lo seguiamo e nel giro di poco tempo arriviamo nel punto in cui va a incontrare l’altro che si svolge sul versante opposto.
Proseguiamo così su sentiero ora più facile alla volta della terza vetta di oggi, la Cima Verde. Tra nebbie che vanno e vengono, lo scenario qui è davvero suggestivo.
Voltiamo ora a sinistra per continuare a seguire il sentiero che si dirige ora direttamente verso il nostro punto di partenza. Questo tratto del percorso, oggi, lo si potrebbe definire un “disastro di fango”. A lungo si fa infatti fatica a rimanere in piedi e inevitabilmente siamo anche piuttosto lenti a scendere.
Fuori da questo snervante sentiero, torniamo negli ampi spazi aperti che d’inverno si trasformano in placide piste di sci di fondo.
Non ci resta perciò che coprire gli ultimi metri per tornare così al comodo parcheggio.

Foto 1: la micro ferrata sotto il Dos d'Abramo
Foto 2: vetta del Dos D'Abramo
Foto 3: il tratto breve ma verticale nel canaletto in discesa


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