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   PIZZO REDORTA (via normale), 05/10/2019
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Onicer  maurizio1972   
Gita  PIZZO REDORTA (via normale)
Regione  Lombardia
Partenza  Fiumenero  (790 m)
Quota arrivo  3038 m
Dislivello  2300 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Rif. Baroni al Brunone
Attrezzatura consigliata  Ramponi e caschetto (oggi una picca non sarebbe guastata)
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Il Redorta severo e mai banale (2300 mt di dislivello e 24 km di sviluppo), seppur non difficile quando la via normale è in condizioni ottimali… come per ogni montagna, però, le condizioni fanno le difficoltà. Oggi la cima sarà un po' incazzosa e non si concederà così facilmente a me e Graziano… La sveglia è di quelle che ti alzi con gli occhi che non si scollano e rimangono pesanti fino a Fiumenero… La partenza, come buon auspicio, avviene dal cimitero del paese e con le frontali ci si immerge in breve nel bosco, lasciandosi velocemente alle spalle la piccola civiltà… Il bosco notturno ha il suo fascino, perché il buio ti nega la vista, ma ti accende gli altri sensi. La valle sembra il ventre della Grande Madre: procedendo in piano ti accoglie senza resistenze, finché del mondo che hai lasciato non rimane traccia visibile. Poi la valle si chiude e ti stringe inesorabilmente, per poi riaprirsi in una prima radura.. poi una prima balza e poi ancora un’altra radura. La vegetazione sparisce, ma il cielo si apre all’alba e infuoca i diavoli. Sono loro che danno il benvenuto, mentre il Redorta arcigno ti dà il benvenuto poco più in alto. Il Rif. Brunone inizia a mostrarsi, solo per illuderti, come ogni volta che te lo trovi sulla verticale del sentiero… Il rifugio ci accoglie con una torta di mele appena uscita dal forno… un lusso inatteso e gradito. Poi si torna agli sfasciumi e al gelo di un ambiente che introduce la vedretta morente di Scais. Ci ramponiamo e saliamo la vedretta che risulta coperta da un leggero strato di neve non trasformata. Quello che non si vedeva dal basso è il ghiaccio e il verglass che incrosta le pareti; questa vista scoraggia la salita di un’alternativa alla “malmessa” normale: negli ultimi tempi si preferisce salire un canalino che taglia via il primo tratto di cresta. Proseguiamo quindi fino alla bocchetta di Scais 2950mt). Il tratto per rimontare in cresta, il successivo canapone e la placca che segue, sono le difficoltà maggiori. La placca ad inizio cresta ci fa tribolare un po', anche perchè nel frattempo si è formato un piccolo “tappo” di persone che sono in stallo e torneranno tutte indietro, tranne Giorgio che si unisce a noi. Nel frattempo decidiamo di togliere i ramponi per agevolare la salita della placca; li rimetteremo solo per la discesa dalla vetta. Facendo attenzione ad esposti traversi sporcati da neve ghiacciata, giungiamo ad un intaglio, dal quale le difficoltà diminuiscono gradualmente fino in vetta, anche perché la neve e più costante e meno ghiacciata. In cima dopo 5h40 esclusa sosta torta. La vetta è tutta per noi 3 e ce la godiamo, anche se il venticello gelido e la lunga discesa consigliano di non attardarci troppo. In realtà la discesa sarà rapida e meno complessa del previsto, poiché si riescono ad individuare i passaggi migliori. Rimessi i piedi sulla vedretta facilmente si scende verso la ganda. Un tratto in piano tra grossi blocchi cercando di non perdere traccia ed ometti e poi un canalino ripido alla base del quale si individua il traversone che riporta al Brunone. Lunga sosta mangereccia ed infinita discesa verso Fiumenero, dove arriviamo poco dopo le 18.30, stanchi, ma soddisfatti per la piccola avventura orobica.
Foto 1 - In cresta
Foto 2 - Vetta
Foto 3 - In cresta
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