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| Rif Tissi e Coldai a Novembre, 15/06/2006 | Tweet |
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| Onicer | oscarrampica
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| Gita | Rif Tissi e Coldai a Novembre |
| Regione | Veneto |
| Partenza | Piani di Pezzè (1400 m) |
| Quota arrivo | 2300 m |
| Dislivello | 900 m |
| Difficoltà | F |
| Rifugio di appoggio | coldai |
| Attrezzatura consigliata | escursionismo |
| Itinerari collegati | nessuno |
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| Condizioni | Ottime |
| Valutazione itinerario | Eccezionale |
| Commento | Nell’ ottobre del 1997 faccio una gita a valbondione da cui parto alle 8. Alle 9.30 arrivo al Rif. Coca dove sosto non ricordo perché fino alle 11.00. Alle 12.30 salgo fino ai 2600 mt del Passo Coca e dopo mezz’ora forse per il maltempo torno ripassando alle 14 dal rifugio e arrivando giù in paese per le 15.30.
A novembre poi in una probabile pausa degli studi salgo con Dani a caprile e decido di portarla a vedere il laghetto del Coldai e la parete nordovest del Civetta in vesti quasi invernali. Sembra di parlare di tempi che furono perché ricordo che quella mattina quando uscimmo sul piazzale a Caprile la temperatura era di – 15° ma era una di quelle giornate terse che solo i cieli alpini sanno regalare. Saliamo in auto ai piani di pezzè e nella prima foto all’ombra Dani appare veramente intirizzita e vestita all’inverosimile: spunta solo un viso rigido dall’apertura frontale del passamontagna. Partiamo alle 7 e con calma passando da Malga Pioda due ore dopo siamo almeno al sole sulle panche di legno del Rif. Coldai e dentro nell’invernale a preparare bevande calde per riportare Dani ad una temperatura compatibile con la vita. Ci godiamo la fantastica mattina di sole seppur gelida stendendoci sui prati e girovagando fino all’ora di pranzo quando saliamo al Laghetto del Coldai che ci appare in veste gelata ma non ancora coperto da nessuna nevicata; anzi dall’alto se non fosse per alcune strisce bianche di ghiaccio screpacciato che ne intersecano come ragnatela la superficie appare del solito colore verde profondo. Una meraviglia che ci godiamo seppur disturbati da un vento forte e gelido che paralizza dani. Credo che la temperatura percepita possa essere attorno ai – 30° e allora cerchiamo un posto al sole ma al riparo dal vento dove poter pranzare. Poi ci rimettiamo con piacere in marcia verso il Rif. Tissi transitando sotto l’enorme muraglia del Civetta che appare in tutta la sua grandiosità. Credo che questo tragitto sia uno dei più belli che si possano fare sulle Dolomiti: sembra che le pareti possano caderti addosso tanto ci sei sotto. E la parete nordovest del Civetta non per nulla è chiamata la Parete delle Pareti: vedere per credere. Raggiungiamo il rifugio alle 16 godendoci la meravigliosa enrosadira sulla vicinissima parete del Civetta così accogliente da sentire il calore del suo abbraccio mentre per noi si tinge d’arancione rosso violetto e infine di quell’indescrivibile tinta che le pareti dolomitiche assumono quando non più colpite dalla luce del sole calano nella quiete serale ma ancora baciano di colore chi a occhi per ringraziarle. Poi il gelo prende il sopravvento e ci barrichiamo nel locale invernale dove la stufa a legna dopo poco tempo ci costringe per la prima volta nella giornata a toglierci qualche vestito di dosso. Ceniamo riscaldando buste sulla stufa e poi contempliamo finchè la temperatura ce lo consente l’immensità della volta celeste verso cui tentan di spingersi perfino le guglie del Civetta. Un cielo nero immoto silente punteggiato di bianco. Non respiriamo,attoniti, affascinati,abbracciati. Si sente solo il bacio gelido delle altezze siderali infinite. Ce ne scambiamo uno anche io e dani prima di rientrare, al caldo. Dormiamo bene nelle cuccette imbacuccati di pesanti coperte di lana e la mattina dopo colazione raggiungiamo in pochi minuti la cima del Col Rean. Poi ripartiamo alle 9 e alle 13 siamo nuovamente ai Piani di Pezzè. Foto 1 la parete delle pareti al tramonto Foto 2 io e dani nel locale invernale del Tissi Foto3 dani e la parete |
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| Immagini |    |
| Fotoreport | |
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