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   malga Pioda primavera 89, 28/02/2006
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Onicer  oscarrampica   
Gita  malga Pioda primavera 89
Regione  Veneto
Partenza  Alleghe  (1000 m)
Quota arrivo  1820 m
Dislivello  820 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  ciaspe
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Avevo molte, troppe ,cose da fare e andare in montagna era una di quelle. Passione nata lentamente non come amore a prima vista ma come esercizio per momenti di libertà .Tempo impiegato, non progettato e così andò quel giorno d’inizio primavera quando decidemmo con Gregorio di salire vs il Rif. Coldai.
Procedemmo alle 9 del 24/4/89 da Alleghe guadagnando quota inondati di sole e ammirando la coltre nevosa che brillava sui monti sopra di noi. Intanto salivamo nel bosco dove si notava il fermento della primavera che stava sopraggiungendo, era tutto un cinguettio, sfarfallio, giochei di luce fra i rami risvegliavano la vita. E poi finalmente, era tempo che lo aspettavo, ho visto uno scoiattolo salutarmi festoso e procedere di balzo in balzo, di ramo in ramo,inseguire il nostro sogno di una vita felice. Poi dopo i piani di pezze’, raggiunta la pista ,iniziò la neve che passo dopo passo aumentava il suo spessore fino ad arrivarci alle ginocchia. Si procedeva fra fatica calore e sudore con la neve che intanto era salita fino ad arrivarci in vita. Quando in un tempo imprecisato arrivammo a Malga pioda non trovammo di meglio che salire sul colmo del tetto per poggiare il culo all’asciutto. Mot sentenziò che era pericoloso per le valanghe procedere vs il rifugio coldai. Allora crogiolati dal tepore del sole primaverile e circondati dall’abbacinante riflesso delle nevi , mangiammo e ci addormentammo per recuperare dall’immancabile sbronza della sera precedente. Belli scottati al risveglio, qualche ora dopo, calammo a valle felici e soddisfatti andando incontro al buio che saliva da valle. Ricordo ancora come fosse ieri il risveglio il mattino successivo, quando non capendo cosa stava succedendo mi ritrovai incollato alle lenzuola, senza possibilità di girare il viso. Convinto non fosse l’effetto di un sogno mi provai a vincere quell’assurda resistenza e mi alzai con uno strattone tipo strap da ceretta. Andando in bagno a guardarmi allo specchio per capire che tumefazioni potessi avere al viso che sentivo gonfio come m’avessero pestato tutta notte restai basito nel vedere la mia faccia trasformata in quella di un primate: due labbra enormi, gli occhi quasi completamente chiusi e il siero che mi colava dappertutto. Le piaghe da scottatura secernevano in continuazione(naso,orecchie,bocca.fronte) e con somma vergogna mi procurai in farmacia creme idonee a curare la cute offesa. Imparai già allora che la montagna poteva essere molto insidiosa. Foto 1 io vs il Civetta
Foto 2 io e Mot sul tetto al sole Foto 3 ustionato il giorno dopo
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