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Steingrubenkogel, 19/07/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Steingrubenkogel |
Regione | Austria |
Partenza | Rifugio Kemater Alm (1664 m) |
Quota arrivo | 2633 m |
Dislivello | 963 m |
Difficoltà | F |
Rifugio di appoggio | Adolf Pichler Hutte |
Attrezzatura consigliata | Imbraco, kit da ferrata e caschetto |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Di passaggio per l’Austria durante le vacanze estive, siamo dell’idea che una bella salita sul gruppo montuoso dello Stubaier, che tanto ci aveva impressionato qualche tempo fa durante una sciata invernale, non può mancare. Le possibilità escursionistiche sono diverse, comprese alcune vie ferrate di varie difficoltà. Così, ne scegliamo una che in base alle descrizioni risulti essere di difficoltà moderata, e per l’occasione optiamo per quella che sale allo Steingrubenkogel.
Il punto di partenza dell’escursione è il piazzale antistante il Rifugio Kemater Alm, raggiungibile attraverso una stradina in gran parte asfaltata che per qualche chilometro sale a tratti ripida (pedaggio 3 euro). Noi decidiamo di spezzare l’escursione in due giorni, non perché sia lunga, ma perché essendo in viaggio avevamo già preventivato che saremmo arrivati al punto di partenza nel pomeriggio. Percorriamo quindi in circa 45 minuti la strada sterrata che conduce al soprastante rifugio, l’Adolf Pichler Hutte, dove pernotteremo. Al mattino seguente partiamo con una temperatura provvidenzialmente fresca, considerando che il primo tratto del percorso prevede di salire alla sella Alpenklubscharte mediante un ripido sentiero che sale a zig zag attraverso le imponenti pareti dei giganti dello Stubaier. Giunti alla sella, indossiamo imbraco e set da ferrata, sebbene l’attacco della via ferrata non si trovi nelle immediate vicinanze della sella (lo scopriremo dopo). Dopo qualche saliscendi in ambiente sempre più severo, arriviamo all’attacco. La via, molto suggestiva, si compone di diverse cenge, qualche tratto in moderata pendenza, una discesa ripida, ma soprattutto di due camini piuttosto verticali (punti chiave della via), dove sono presenti staffe ancorate alla roccia che si rivelano provvidenziali a superare e ad addolcire le difficoltà. Con calma superiamo tutti gli ostacoli, arrivando alla vetta della montagna, estremamente panoramica. Non essendoci alcuna alternativa alla via ferrata, per tornare bisogna ripercorrerla a ritroso. In pratica, è come effettuare una seconda e parzialmente differente via, specie nei tratti un po’ più tecnici dove le difficoltà in salita cambiano in discesa, particolarmente nei due camini. Senza fretta e con cautela torniamo così alla sella di partenza, dove ci attende una discesa un po’ lunga ma abbastanza veloce per fare ritorno dapprima al Rifugio Adolf Pichler, poi al Kemater Alm, dove chiudiamo un’escursione che per qualche ora ci ha tenuti immersi in un ambiente aspro e certamente memorabile. Foto 1: uno dei passaggi in cengia Foto 2: all'uscita di un camino Foto 3: passaggio verticale |
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