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Presanella, via Goulottina (N) e discesa per la via di salita - Fotoreport , 23/06/2020 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Orobicando |
Gita | Presanella, via Goulottina (N) e discesa per la via di salita - Fotoreport |
Regione | Trentino Alto Adige |
Partenza | Stavel (1273 m) |
Quota arrivo | 3478 m |
Dislivello | 2200 m |
Difficoltà | OSA+ |
Esposizione in salita | Nord |
Esposizione in discesa | Nord |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | Difficoltà complessiva: TD
Difficoltà Alpinistica: AD+ In ottime condizioni anche la via Faustinelli e lo scivolo nord (solo per la salita) Alle 19 partiamo da Stavel carichi e pesanti, purtroppo la strada per i Pozzi alti è ancora chiusa (probabile apertura venerdì). Alle 9.30 siamo al rifugio dove Mirco (il rifugista) ci sta aspettando per la Cena. Dormiamo qualche ora e ripartiamo. Il rigelo è ottimo, innevamento parziale fino a quota 2400 che permette di sciare fino a 15 minuti dal rifugio. In salita abbiamo preferito proseguire a piedi lungo il sentiero per evitare le fastidiose conchette. Giunti sulla morena scendiamo per prendere la lingua del ghiacciaio dove calziamo gli sci. La neve dura e la pendenza sostenuta ci obbligano a passare da sci a ramponi un paio di volte ben prima di attaccare la parete, perdendo tempo (l'ideale sarebbe portare gli sci in spalla dal rifugio alla cima). La terminale non è chiusa ma si passa facilmente. La progressione nella parte inferiore della parete è rapida su neve dura, superato il seracco sulla destra la neve cambia: prende il sole già dalle 6.30, crosta superficiale su neve ancora non del tutto trasformata, si sfonda e si fatica a battere la traccia. Alle 9 siamo fuori, alla sella sotto la cima. A malincuore, vista la neve poco portante, decidiamo di scendere il prima possibile senza salire in cima. Alle 9.30 iniziamo la discesa per la via di salita. Dopo le prime 3 curve su neve eccezionale sulla calotta sommitale (50°), ci spostiamo nel couloir seguendo la traccia di salita, dove la pendenza aumenta (fino a 55°) e inspiegabilmente la neve è inchiodata! La neve dura e il fondo irregolare rendono la discesa ancor più delicata, le lamine lavorano, ma in pochi minuti siamo giù. Poi moquette spettacolare su pendenze fino a 35° intervallata da grossi residui valanghivi da scariche recenti. Sci in spalla, risaliamo la morena, poi giù su neve marciotta fino al rifugio dove Mirco (che ci ha guardato scendere col binocolo) ci riserva un secondo caloroso benvenuto. Dopo polentina e birretta ammirando la montagna, ci avviamo sulla via del rientro. Con Carlo (anche detto Il Sultano) che ringrazio per avermi coinvolto in questa ascesa. Un addio allo sci spezzato di carlo che tuttavia dalla terminale l'ha portato al rifugio. Un saluto al rifugista che (seppur per poche ore) ci ha fatto sentire a casa. Foto al link qui sotto |
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