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Piramide Vincent, 15/06/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | rozzoschi |
Gita | Piramide Vincent |
Regione | Piemonte |
Partenza | Staffal (1848 m) |
Quota arrivo | 4215 m |
Dislivello | 2580 m |
Difficoltà | BS+ |
Esposizione in salita | Ovest |
Esposizione in discesa | Ovest |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Parto presto, convinto di perder tempo nel buio del bosco e assorbire qualche errore di percorso o perdita della traccia. Pronti via perdo subito due cartelli del 7a sulla sinistra e finisco quasi nel fiume prima di rientrare. A quota 2040 invece di prendere il ponte sulla destra continuo dritto sulla strada di servizio dell’innevamento artificiale e vago un po’ nel bosco di massi erratici e streghe. Mi va benissimo al Gabiet (costeggiare la pista sulla sx salendo fino a trovare i cartelli del 6a verso l’Oreste Hutte) trovando subito la strada per le malghe. La notte é buia, non ci sono riferimenti e bipedi umani in giro (e tanto meno tracce esistenti). Sempre al buio, alle propaggini delle prime chiazze di neve a conche di dimensioni inusitate (30cm), tolgo i tennis e col nuovo assetto proseguo sempre a piedi in equilibrio su creste delle conchette fino a 2800 quando la neve diventa quasi liscia e ancor più marmorea. L’Oreste Hutte non la vedo, e non vedo i canali di salita ai dossi superiori; meglio così perché l’ingaggio aumenta facendo un lungo semicerchio verso sinistra e, con le prime luci si aprono i due pendii che portano ai rifugi Mantova e Gnifetti. Pendii che più lisci non si può spolverati da qualche temporale e già gelati: servirebbero i rampant ma sto benissimo e viaggio come un cammello gasato senza sosta fino a 3800. Qui, boh, si spegne la luce, mi raffreddo e il motore quasi si spegne; la neve diventa polverosa e meraviglia tocca tracciare ma non vado più e tocca ridurre l’ambizione iniziale alla Parrot. La Vincent é vergine e sono il primo a pestare neve fonda sulla sua Cima dopo 5h 40’. La discesa é in neve polverosa seduta fino a 3950, poi qualche sastrugetto morbido in un contesto liscio marmo fino a 3750. Poi due meravigliosi pendii bianchi che fan venir voglia a tornar su fino a 3200 al termine dei quali inizia neve liscia e morbida estiva fino al termine di uno strepitoso canale dell’Aquila. Qui la neve diventa a conche di altezza crescente con la perdita di quota, ma son le 9:30 e son quasi morbide e comunque gestibili con un po’ d’irruenza. Senza mai togliere gli sci fino alla strada per il Gabiet a quota 2400 circa. Giornata memorabile in un contesto maestoso con l’unico incontro umano al rientro appena sopra Staffal (domani aprono gli ski-lift). Da rifare con allenamento decente. |
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