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Cima della Bianca, cima di Garina e traversata del Sasso Lanzone, 08/11/2015 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Vezz |
Gita | Cima della Bianca, cima di Garina e traversata del Sasso Lanzone |
Regione | Svizzera |
Partenza | Pradasca (1710 m) |
Quota arrivo | 2893 m |
Dislivello | 1650 m |
Difficoltà | F |
Rifugio di appoggio | Capanna Bovarina |
Attrezzatura consigliata | Una giornata piena per vagabondare |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Eccellenti |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Il caldo di questi giorni ha smangiato via la neve caduta solamente una settimana fa, la cima della Bianca è tutt'altro che tale, la giornata promette bene. Ci troviamo a Pradasca, alta valle di Campo Blenio, distretto del Lucomagno, Ticino. Un luogo per noi inedito e attraente. Allo spunto lanciato da Calimero, si aggiunge quello donatoci dall'incontro con Battista e Patrizia: in men che non si dica, modifichiamo i programmi, dirigendoci alla volta della cima della Bianca.
Come dicevo, la giornata è di quelle tipicamente autunnali: tiepida, tersa e generosa di colori. Il breve tratto di bosco ci permette di ammirare, per forse l'ultima volta quest'anno le dorate chiome dei larici. Il poggio della capanna Bovarina è un luogo stupendo, preludio di chissà quali altre bellezze. Il panorama è vasto e interessante, in particolare sulla testata di cime che dal piz Terri arriva fino all'Adula e oltre. Proseguendo sul sentiero per il lago Retico, lo abbandoniamo ben presto per risalire la val d'Inferno su placidi dossoni erbosi. La sinuosità del terreno e la totale assenza di neve formano un binomio irresistibile e commovente. Su tracce di sentiero, ci innalziamo in un contesto mozzafiato. In vista del pass Casatscha, deviamo a destra per attraversare il solco che ci separa dalla cima della Bianca, per poi risalirne le ripide chine su detriti e sassoni scuri e peculiari. Affrontiamo gli ultimi dislivelli con fatica, accompagnati da tre grossi rapaci (gipeti?) che, a loro volta, paiono divertirsi nel blu profondo del cielo. Sulla cima della Bianca soffia un vento teso da nord-ovest: pur non distogliendo il nostro sguardo da vette e lande sconosciute, accompagna le nostre mire verso la prossima cima di giornata: la Garina. Stando alti in cresta, con disagevole traversata, ci spostiamo nell'amena conca del lago Retico: insieme a questo, altri piccoli specchi d'acqua formano uno scenario d'eccezione che mi perdo ad immortalare. La salita alla cima di Garina, costantemente ripida e panoramica, vola via tutto sommato rapida: c'è tempo per un'ulteriore divagazione. Dinnanzi a noi la dentellata cresta del Sasso Lanzone è un invito a nozze. Esposta sì, ma mai veramente difficile, ci consente di allungare l'estasi. Il sole cala che noi siamo ancora in quota nei pressi del lago Retico, tra il roseo sfavillare delle più alte cime imbiancate e i molteplici riflessi sull'acqua, è tutto un distrarsi. Rientriamo a valle alla luce della frontale, stanchini e non senza qualche difficoltà nell'individuazione del corretto percorso. Avevamo programmato una giornata piena, e ce la siamo goduta. FOTO 1- L'autunno infiamma gli immensi pratoni digradanti dalla cima di Garina. 2- Slalomeggiando tra pozze e laghetti nei pressi del lago Retico. 3- Tramonto sul piz Terri. |
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