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Gran Sasso - Vetta Orientale (tentativo), 17/07/2014 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Gran Sasso - Vetta Orientale (tentativo) |
Regione | Altro |
Partenza | Campo Imperatore (AQ) (2130 m) |
Quota arrivo | 2400 m |
Dislivello | 810 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rifugio Duca degli Abruzzi |
Attrezzatura consigliata | N.d.e. + caschetto, imbraco e set da ferrata + corda, ramponi e piccozza in caso di neve residua |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Mediocri |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Seconda giornata in quel del Gran Sasso, la meta di oggi è la Cima Orientale. Il programma prevede di seguire per un lungo tratto il percorso della Via normale che conduce alla vetta occidentale, per poi deviare in direzione del Rifugio Franchetti, transitando dapprima per il Passo del Cannone e poi su per la Ferrata Ricci, rientrando per la Via normale alla orientale. Sapendo delle abbondanti nevicati invernali e primaverili ci siamo portati tutto l’occorrente per affrontare in sicurezza la salita, tra cui ramponi, piccozza e corda, nonché imbraco e set da ferrata. Partiamo dunque da Campo Imperatore con lo zaino piuttosto carico e di buona lena affrontiamo il tratto della normale, ancora in parte innevato nel traverso sul ghiaione sotto le bastionate della montagna. Continuiamo a passo regolare fino a incrociare in primis la deviazione del percorso che porta in vetta alla occidentale per creste, oggi particolarmente gremita di persone. Ancora pochi passi e capiremo il perché di tale affollamento: la normale infatti, nella parte medio alta, è ancora ostruita da infide lingue di neve che costringono le persone presenti ad ardite deviazioni per superarle. Il nostro sentiero che prosegue verso il Passo del Cannone è nelle medesime condizioni, se non peggio aggiungendo infatti la maggiore esposizione. Siamo perciò parecchio titubanti sul da farsi, anche perché i ramponi su questo tipo di neve formato granita non darebbero comunque molta sicurezza in più. Dopo lunghi minuti di riflessione decidiamo di fare mestamente dietro front, abbandonando il nostro progetto di salita alla Cima Orientale quasi sul nascere. Ci sono infatti giunte voci che il giorno precedente un ragazzo, pur essendo ben equipaggiato, sia scivolato proprio al Passo del Cannone, facendosi male. C’è un po’ di tristezza nel tornare indietro così presto, ma dobbiamo subito cercare un’alternativa per dare un senso alla giornata escursionistica. Quel senso ce l’abbiamo proprio lì a portata di mano: la Cima Occidentale per le creste. Ci “accodiamo” quindi al nutrito gruppo di persone che salgono e scendono, nel tentativo di raggiungere la vetta toccata lo scorso anno per altre vie. Ma anche qui fin da subito abbiamo a che fare con problemi seri. I nostri zaini, proprio per via dell’attrezzatura al seguito, è molto pesante, inadatto ad affrontare tratti di cresta esposti. Lo sbilanciamento prodotto dal peso ci rende perciò lenti e impacciati, l’unica soluzione è quella di scaricare tutta l’attrezzatura inutile nascondendola da qualche parte, per essere molto più leggeri e quindi agili. Ma facciamo molta fatica a trovare un anfratto nascosto dove depositare il tutto in modo invisibile alla miriade di escursionisti presenti. Il tempo passa inesorabile, ci assale un certo scoramento acuito peraltro dal meteo che di ora in ora tende a peggiorare più del previsto. Proprio quando siamo in piena fase decisionale sul da farsi iniziano a sentirsi i primi tuoni non troppo distanti, a quel punto una nuova mesta ritirata è inevitabile. A passo veloce ce ne torniamo giù alla ricerca di un riparo sicuro, nel caso la situazione volga al peggio. Lo individuiamo nel Rifugio Duca degli Abruzzi, anche se non è proprio dietro l’angolo. Riusciamo comunque a raggiungerlo quasi di corsa sotto una fitta pioggia, ma fortunatamente senza attività elettrica. Ci concediamo ora una pausa nell’attesa che la furia degli elementi si plachi, pensando a cosa potremmo fare, visto che di ore di luce davanti ne abbiamo ancora molte e non abbiamo combinato nulla di significativo finora. Progettiamo di punto in bianco di seguire la panoramica cresta che punta il Pizzo Cefalone, dove arriveremo si vedrà. Ai primi raggi di sole dopo il diluvio ci rimettiamo perciò in marcia, percorrendo l’agevole ma spettacolare cresta. Nel frattempo il meteo, rimasto comunque instabile, tende a peggiorare nuovamente, si fa molto scuro ancora una volta in direzione del Gran Sasso. Decidiamo di abbandonare anche questo progetto e di fare definitivo ritorno, passando per un sentiero a mezza costa che conduce a Campo Imperatore. Giusto in tempo, perché qualche minuto dopo essere arrivati all’albergo si scatena un intenso temporale con pioggia, grandine e fulmini. Alla fine dei conti oggi abbiamo praticamente vagato per la zona senza raggiungere nessuna meta in particolare, anche se non abbiamo comunque la sensazione di avere perso la giornata, grazie alla bellezza di ogni angolo di questa zona, in grado di appagare i sensi.
Foto 1: alle prese con la prima neve sul ghiaione lungo la via normale alla occidentale Foto 2: sulla cresta che porta alla occidentale, abbandonata poco dopo Foto 3: la bella e panoramica cresta che porta la Pizzo Cefalone |
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