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   Piz Martel e pizzo Caurga dalla val Cama, 05/07/2014
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Onicer  Vezz   
Gita  Piz Martel e pizzo Caurga dalla val Cama
Regione  Svizzera
Partenza  Cama, località Ogreda  (359 m)
Quota arrivo  2450 m
Dislivello  2150 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Capanna Miralago - capanna Righetti - nuovo bivacco Alp di Agnon
Attrezzatura consigliata  Ramponi, forte motivazione.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Parto, solo, alla scoperta della val Cama, tante volte vagheggiata e sempre rimandata. Il bosco fatato e il placido lago varrebbero già la gita; io però scelgo di aggiungerci la salita al piz Martel e, non contento, mi porto dietro l'attrezzatura per documentare la giornata con un filmato (i metri di dislivello effettivi risulteranno quasi 2400).
Lasciata l'auto ad Ogreda, mi inoltro in un bosco di castagni. Il sentiero è curato e, periodicamente, trovo cartelli esplicativi che ne descrivono in breve i punti di interesse. Il ritmo è buono, seppur molto frammentato dalle continue riprese video degli scorci che il bosco mi offre. Dopo gli 800 m circa, il sentiero attraversa massi e alberi quasi interamente rivestiti di verdissimo muschio: favoloso! Più su, lo scorrere del torrente ed alcune radure, fanno presagire la vicinanza del lago che io raggiungo dopo poco più di tre ore di marcia (se ne dovrebbero impiegare 2.30, di buon passo anche 2).
Mi si para ora dinnanzi il rinomato panorama sulla testata della valle (impressionanti anche i resti della frana 2013 all'alpe del Lago): la costiera Martel-Campanile, svetta imponente. Oltre che una meraviglia per gli occhi, è per me un richiamo. Devo però mettere in conto altri 1200 m di dislivello, da percorrere quasi tutti su terreno disagevole e in parte innevato. Non mi perdo d'animo e, col fido cavalletto saldo in mano, proseguo alla volta dell'alp di Lumegn, il falsopiano che precede la vera salita. Chiazze di rododendri abbelliscono un già meraviglioso scenario. Pesto la prima neve e, prima di andare a sbattere contro le vertiginose pareti del Martel, trovo il modo per svoltare a destra in cerca di una via che mi consenta di oltrepassare le ripide balze che scendono dall'alp di Agnon. Con intuito, incrocio i vecchi segnavia che mi permettono di slalomeggiare tra rocce, cespugli e cascatelle. Occorre qui, tuttavia, prestare attenzione, poichè la ravanata è sempre in agguato.
Nuvole minacciose hanno nel frattempo avvolto le cime alle mie spalle, solo la zona del Martel pare risparmiata. Insieme alla comprensibile stanchezza, affiorano i primi dubbi. Ma voglio proseguire, almeno fino all'alpe. Per la verità, quest'ultima (rimane in realtà ora solo un bivacco) la lascio alla mia destra, per svoltare nuovamente a sud, in direzione della bocchetta di Cama.
Tirato brevemente il fiato e indossati i ramponi, risalgo i pendii, dapprima ampi, poi più incassati, che, con pendenze che talvolta sfiorano i 40°, mi consegnano alla bocchetta. Da qui, dopo aver gettato un'occhiata ad una nebbiosa val del Dosso, prendo a risalire i duecento metri finali per la vetta. Il panorama è purtroppo ristretto, ma non poteva essere altrimenti in questo periodo di variabilità. Posso comunque ammirare la mole del piz Paglia e la cresta che, dal Martel, prosegue verso il Caurga e il Campanile. Talvolta fa capolino anche il mitico Cavregasco.
Dal momento che mai tornerò qui apposta, proseguo ad est alla volta dell'elevazione che, voglio sperare, potrebbe essere il Caurga (e mi dicono sia così). Per raggiungerla occorre usare le mani su qualche tratto discretamente esposto, ma con roccia solida.
Rientrato sulla vetta principale, raccolgo le energie per i 2100 metri che ancora mi aspettano. Con attenzione, scivolo giù per i nevai, mi rilasso fin all'alpe d'Agnon (gran bel bivacco), mi complico la vita sulla successiva discesa: complici la scarsa traccia di sentiero, la stanchezza e la conseguente non voglia di risalire, mi ritrovo a vagare tra rododendri, ontani e pini mughi. Epici i dieci metri di discesa a fianco di una cascatella, letteralmente appeso ai rami, una sorta di corda doppia con ontani e mughi a far da sicura.
La restante lunga discesa, ormai fuori da ogni difficoltà, la passo a pensare.
E non so se è stato un bene.

L'itinerario è molto bello, tocca numerosi luoghi d'interesse, offre panorami notevoli e regala un gran senso di isolamento (oltre il lago Cama, non ho incontrato, non dico una persona, ma nemmeno una cartaccia). Proprio per questo motivo sconsiglio dal compierlo in solitaria a chi non fosse realmente motivato. Anche perchè il tratto intermedio, sebbene in parte segnato, non è di facile individuazione.
Difficoltà al limite superiore dell'EE, F il tratto per il Caurga.

FOTO:
1- Nel favoloso bosco, tra massi rivestiti di verdissimo muschio.
2- Breve sosta rigenerante al lago Cama. Sullo sfondo, la massiccia parete nord del Martel.
3- L'alpe d'Agnon, ora riadattata a bivacco, e il piz Martel.

VIDEO HD: Esplorando la val Cama

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