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   Pizzo Arera - Anticima, 27/12/2013
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Pizzo Arera - Anticima
Regione  Lombardia
Partenza  Zambla loc. Plassa (BG)  (1210 m)
Quota arrivo  2420 m
Dislivello  1200 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rifugio Capanna 2000
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + ciaspole e ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Alla prima finestra di bel tempo dopo le abbondanti nevicate in quota di questi giorni decidiamo che è il caso di andare a tastare con mano la situazione per vedere ciò che la furia degli elementi ha lasciato in eredità sotto forma di dama bianca. Non è il caso di correre rischi e così puntiamo all’usato sicuro, dirigendoci alla panoramicissima Capanna 2000, oggi ancora più del solito vista la limpidezza dell’atmosfera. Alla partenza in zona Plassa di neve non ce n’è, saliamo calpestando perciò nella prima parte l’asfalto della strada/sentiero. A circa 1400/1500 metri di quota appare la neve a terra e lo fa in modo progressivamente più consistente fino a coprire in breve tempo interamente la strada, rendendo il terreno fertile anche per gli scialpinisti che ovviamente oggi non mancano. Giunti al rifugio ci fermiamo, ma dentro di noi una vocina ci spinge incitandoci a proseguire oltre. Già da almeno un’ora avevamo infatti notato che la pala della via normale dell’Arera è ben tracciata, il richiamo a compierne almeno un tratto diventa perciò irresistibile. Valutiamo dapprima se la cosa possa essere rischiosa visto l’orario pomeridiano e la pendenza della via, ma notiamo che il vento ha lavorato per bene rendendo l’accumulo di neve abbastanza modesto proprio sul tracciato, non a caso affiorano quasi ovunque rocce. Conosciamo inoltre la conformazione del terreno sotto quello strato non molto spesso di neve ed essendo composto prevalentemente da rocce appunto sappiamo che non può offrire un piano di scivolamento ideale. Questi elementi ci inducono perciò a proseguire. Dopo pochi passi la pendenza si fa subito importante, volgendo lo sguardo verso l’alto appaiono in tutta la loro durezza i 400 metri di dislivello che mancano quantomeno all’anticima e l’immaginazione non può che viaggiare spedita al Grignone, essendo questo in tutto e per tutto un muro del pianto in versione bis. Arrivati a metà di esso, accompagnati da altri escursionisti con temerari cagnolini al seguito, meditiamo sul da farsi, se proseguire o accontentarci così. Ma siamo a metà dell’opera, perché abbandonarla? E così decidiamo di andare oltre, di puntare all’anticima. L’ambiente in cui siamo immersi è spettacolare, sotto i nostri piedi calpestiamo sia rocce che neve, ma un po’ più a sinistra grosse cornici fanno bella mostra di sé. Magie e irregolarità scaturite dal vento. Fradici di sudore continuiamo imperterriti a salire le scale, la distanza che ci separa dalla meta si assottiglia sempre più, fino a raggiungerla finalmente. Ciò che vediamo attorno è di una bellezza indescrivibile, le creste dell’Arera sono infatti a dir poco stracariche di neve. La croce di vetta tutta incrostata di ghiaccio non è molto distante, ma da qui in avanti è assolutamente vietato proseguire oltre, perché a prescindere dalle difficoltà alpinistiche dell’ultimo tratto non è decisamente il caso andare a mettere i piedi sugli evidentissimi lastroni di abbondante neve ventata poco distanti da dove ci troviamo. Insomma, oggi va benissimo così, di più non si potrebbe. Soddisfatti per quanto fatto e dopo esserci fermati qualche minuto a contemplare lo scenario, giriamo i tacchi e con ovvia molta meno fatica ripercorriamo a ritroso il muro del pianto bis godendo di uno spettacolare tramonto, facendo poi ritorno all’auto immersi nell’oscurità schiarita solo dalla pila frontale…

Foto 1: escursionista alle prese con il cane tuffatosi su quei pendii. Lui può...
Foto 2: sull'anticima
Foto 3: il regno dei lastroni prima della vetta
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