Home Gallery
Reports
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Mountain Bike
Archivio
Itinerari
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Fenio...menali
Forum
Ricerca
   Zucco di Maesimo - Monte Sodadura, 03/11/2013
Inserisci report
Onicer  Pierpaolo   
Gita  Zucco di Maesimo - Monte Sodadura
Regione  Lombardia
Partenza  Culmine San Pietro (LC-BG)  (1258 m)
Quota arrivo  2010 m
Dislivello  1020 m
Difficoltà  E
Rifugio di appoggio  Rifugio Nicola
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Domenica dai due volti meteorologici quella odierna, mattinata piovosa, pomeriggio soleggiato. E’ con questa consapevolezza che oggi ci mettiamo in moto in tarda mattinata per raggiungere il Culmine San Pietro e puntare il Monte Sodadura, passando per lo Zucco di Maesimo. Iniziamo il nostro cammino sotto un cielo che gradualmente lascia sempre più spazio all’azzurro e meno alle nuvole, sospinte via dalle correnti favoniche post perturbazione. Scegliamo di percorrere il sentiero alto estivo che porta ai Piani di Artavaggio, in modo da rendere il cammino più panoramico possibile. Transitiamo in effetti su tratti soleggiati a mezza costa che ci permettono di spaziare notevolmente la vista, accompagnati da camosci che ci osservano incuriositi dall’alto. Facendo attenzione a qualche tratto esposto arriviamo nei pressi della vetta del Maesimo, senza però toccarla. L’ora è tarda ed è meglio proseguire senza troppi indugi se vogliamo portare a termine il nostro giro. A passo perciò piuttosto svelto ci portiamo nei sempre scenografici Piani di Artavaggio, dove svetta la caratteristica piramide della nostra meta che si fa sempre più vicina. Dirigendoci verso il Rifugio Nicola optiamo per qualche deviazione più diretta che eviti i tornanti, puntando la cresta della via normale che porta alla cima del Sodadura. La affrontiamo tra raffiche di vento sferzanti che ci fanno un po’ battere i denti, godendo però del paesaggio fantastico che in condizioni di ottima visibilità come oggi sa dare. Tocchiamo la vetta accompagnati sempre dal vento intenso; il tempo di appesantire l’abbigliamento per non patire troppi brividi e siamo pronti a fare retromarcia. Valutiamo la possibilità di scendere dalla cresta opposta e di ricollegarci ad Artavaggio in modo alternativo, ma accantoniamo il progetto per via del fatto che allungherebbe troppo le tempistiche di rientro. E così percorriamo a ritroso la via di salita fin sotto lo Zucco di Maesimo. Qui anziché ripassare per il sentiero alto estivo, prendiamo quello basso invernale. Rimaniamo un po’ sconcertati da questo sentiero, particolarmente nel primo tratto, per via della notevole differenza con quello estivo affrontato qualche ora prima. Questo percorso è infatti infognato nella vegetazione molto fitta, chiuso nella valle e pieno zeppo di scivoloso fango. Complice il buio incombente e la povertà di bolli in certi punti chiave, a volte anche abbastanza sbiaditi, facciamo perciò una certa fatica a orientarci, provvidenziale è quindi l’aiuto offerto dalla mappa precaricata nel GPS per non finire alla deriva dove il percorso sembra prendere più direzioni. Fortunatamente la seconda parte di questo sentiero, sempre nel bosco, è più lineare e intuitiva. Al calare delle tenebre, armati di pila frontale riusciamo ad andare avanti senza rallentamenti e intoppi anche nell’oscurità, facendo ritorno all’auto un pochino provati. Itinerario nel complesso lunghetto (oltre 19 km), ma comunque bello e soddisfacente!

Foto 1: osservati dai camosci
Foto 2: sulla cresta del Sodadura, alle spalle svetta lo Zuccone Campelli
Foto 3: in vetta, tra le raffiche di vento
Report visto  2275 volte
Immagini             

[ Clicca sulla foto per ingrandire ]
Fotoreport