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   Cima di Lemma, 20/10/2013
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Cima di Lemma
Regione  Lombardia
Partenza  San Simone - Baita Camoscio (BG)  (1760 m)
Quota arrivo  2348 m
Dislivello  620 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + ghette
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Buono
Commento Domenica = pioggia. Si conferma il leitmotiv dell’ultimo mese, ma nemmeno l’ennesima prospettiva di un’escursione a bagnomaria ci scoraggia a tal punto da rinunciare all’uscita domenicale. Le previsioni non mostrano diluvi universali, ci affidiamo perciò alla clemenza di Giove Pluvio affinché ci risparmi quanto più possibile. Stranamente ci impiego meno del solito a scegliere l’itinerario odierno, forse perché un muro di nebbia vale l’altro, o forse perché è più facile organizzare un’escursione sapendo a priori che la scelta ricadrà su qualcosa di già fatto e perciò noto, visto che non avrebbe senso lanciarsi sull’inedito con il maltempo. Decidiamo così di spararci la cima di Lemma con un giro ad anello partendo da San Simone. Poco dislivello, pochi chilometri, poca pioggia da prenderci è il ragionamento che va per la maggiore in tutto ciò. E così, dopo la consueta gimkana per raggiungere in auto la Baita del Camoscio, siamo pronti a partire, accompagnati fin dalle prime battute guarda caso dalla… pioggia. Del resto era da mettere in preventivo, sebbene la speranza sia sempre l’ultima a morire. Camminiamo sul sentiero diretto al Passo di Tartano fino a prendere la deviazione su un sentiero secondario che a zig zag punta il Passo di Lemma. Salendo di quota c’è neve a tratti sul sentiero, ma è in via di sparizione sotto i colpi delle temperature impennatesi dopo la prematura parentesi invernale dei giorni passati. Ci addentriamo sempre più nelle nuvole basse, fino a raggiungere il passo. A questo punto dobbiamo svoltare a destra, ma l’impatto iniziale di ciò che ci si prospetta ci frena. La cresta da percorrere ha infatti un’aria decisamente sinistra, tra nebbia fitta, raffiche di vento, pioggia, neve marcia che nei tratti di percorso rivolti a nord è più abbondante. Ci prendiamo qualche secondo per abituarci alla prospettiva di ciò che ci attende e proseguiamo aiutati dalla presenza di una traccia nella neve, probabilmente del giorno precedente, per fugare i dubbi di orientamento quando le cose non sembrano così scontate. Ci muoviamo con estrema cautela e attenzione per via del fradiciume generalizzato, particolarmente nei tratti più esposti, fino a toccare la cima segnalata su un sasso. Viste le condizioni meteo proibitive con pioggia e vento che non mollano praticamente mai, non abbiamo alcuna difficoltà nel decidere di non sostare neanche un secondo in più e di gettarci verso il basso in direzione del Passo di Tartano. Non vedendosi praticamente nulla, ci viene in aiuto il GPS in questo frangente per individuare la corretta via di discesa fino a incrociare i primi ometti di pietra che affiorano dalla neve. Certi di non andare alla deriva, scendiamo a passo svelto fino a raggiungere le trincee e la croce posti al passo, per poi prendere il sentiero che a mezza costa è diretto nuovamente verso San Simone. Perdendo quota risbuchiamo finalmente fuori dalla coltre nebbiosa, in modo da potere almeno in parte godere dello scenario selvaggio che questo angolo di Orobie sa riservare. Arriviamo dunque all’auto con l’umidità nell’anima e nelle ossa, sotto una pioggia moderata che solo sporadicamente durante l’escursione ci ha dato una tregua, fantasticando su caldi tranci di pizza e domeniche in montagna soleggiate, cose che entrambe in questo momento non possiamo avere… Nonostante tutto, nonostante la pioggia, la montagna sa sempre lasciarci dentro una sensazione di appagamento e soddisfazione, oggi per averla affrontata in una veste molto aspra, selvaggia, e per questo indubbiamente altrettanto affascinante…

Foto 1: sulla cresta
Foto 2: in vetta
Foto 3: al Passo di Tartano
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