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   Monte Venturosa, 13/10/2013
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Monte Venturosa
Regione  Lombardia
Partenza  Strada tra Pianca e Cespedosio (BG)  (1090 m)
Quota arrivo  1999 m
Dislivello  925 m
Difficoltà  E
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + ghette
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Buono
Commento Il meteo domenicale nuovamente ci volta le spalle, cosicché nemmeno sfioriamo l’idea di affrontare escursioni complesse. Nonostante questo, vorrei potessimo fare un itinerario per noi inedito, ma dopo una lunga consultazione di mappe e quant’altro mi arrendo all’idea che non è possibile, di fronte a una scelta per ovvie ragioni limitata, resa ancora più ostica per via delle precocemente abbondanti nevicate scese in questi giorni in quota. E allora andiamo sull’usato sicuro, tornando a calcare dopo un bel po’ di tempo i sentieri del Monte Venturosa. Sappiamo a priori che probabilmente dovremo brancolare in un muro di nebbia per buona parte dell’escursione, ma nemmeno questo ci scoraggia oggi, anche se di certo la cosa non ci fa saltare di gioia. Partiamo così all’imbocco del sentiero 136 diretto al Passo di Grialeggio sotto un fitto aerosol, quasi impercettibile a cielo aperto, ma che fa lacrimare abbondantemente gli alberi. Fin da subito incontriamo neve a tracce sul percorso che si fa via via più uniforme salendo di quota a zig zag nel bosco. Arriviamo al passo e nel mentre che siamo intenti a levarci di dosso gli indumenti intrisi di sudore, odiamo delle voci provenire dal lato Cancervo. Incuriositi aspettiamo gli escursionisti prima di riprendere la marcia, spinti probabilmente dalla volontà di un contatto umano che in quell’atmosfera tetra fa ancora più calore del solito, fino a vederli sbucare dalla nebbia all’ultimissimo momento. Quattro chiacchiere e ripartiamo con un paio di sorrisi in più che non guastano. Un po’ a sorpresa notiamo una traccia battuta nella neve che prosegue anche in direzione del Venturosa, siamo stupiti perché non pensavamo che qualcuno, oltre a noi, si fosse avventurato qui oggi. Arriviamo alla Baita del Giacom sempre seguendo tale traccia e la non perfetta conoscenza della zona, unita alla visibilità azzerata, ci fa sbagliare e così seguiamo per un breve tratto il sentiero 102, distratti dalla presenza di una seconda traccia che va verso questa direzione. Le indicazioni disegnate su una roccia e la conferma del GPS ci fanno capire il nostro errore, torniamo perciò alla baita e tiriamo dritti, riprendendo la traccia battuta originaria che in effetti prosegue nella direzione giusta. Scopriremo solo in serata che il prezioso lavoro di battitura della neve è stato fatto dall’utente di onice Ser59, che ringraziamo. Solo per caso non ci siamo incrociati sul sentiero… Continuiamo a salire comunque un po’ a fatica su neve sempre più abbondante, particolarmente negli avvallamenti dove a tratti si sono creati, nelle vicinanze delle rocce, veri buchi. A passo non proprio svelto arriviamo in vetta, a suo modo l’ambiente odierno dalle sembianze così glaciali e ostili ha un certo fascino, benché non si veda un tubo. Pensiamo che non sia comunque il caso di trattenerci a lungo quassù, così giriamo i tacchi e torniamo giù. La discesa, a parte nei pochi tratti dove il manto nevoso ha uno spessore considerevole, si rivela divertente e molto rapida, “ammortizzante” direi. Il tempo di scambiare quattro parole con il proprietario della Baita del Giacom intento alla manutenzione del sentiero, costellato nel bosco di rami spezzatisi sotto il peso della prematura nevicata, e siamo di nuovo alla macchina. Una camminata in montagna ci rende appagati a prescindere da tutto, anche dal meteo che ultimamente è spesso ostile…

Foto 1: cambio vestiario al Passo di Grialeggio
Foto 2: alla Baita del Giacom
Foto 3: vetta
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