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Monte Vettore, 02/08/2013 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Monte Vettore |
Regione | Altro |
Partenza | Forca di Presta (PG-AP) (1550 m) |
Quota arrivo | 2476 m |
Dislivello | 900 m |
Difficoltà | E |
Rifugio di appoggio | Bivacco Zilioli |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Eccellenti |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Seconda tappa di montagna nel nostro viaggio di ritorno dalla Puglia, dopo il successo del giorno precedente sul Gran Sasso. Oggi siamo sui Monti Sibillini per toccare la vetta più alta di questo gruppo montuoso, il Monte Vettore, che con i suoi 2476 metri sovrasta la Piana di Castelluccio, zona di una bellezza surreale. La giornata, così come ieri, è meteorologicamente ottima, cosa che ci permette di godere appieno dei magnifici panorami che questa escursione offre. Siamo qui soprattutto per questo, l’escursione non presenta infatti tecnicismi o difficoltà degne di nota, se non per quanto riguarda il dislivello di 900 metri da vincere nello spazio di pochi chilometri di cammino. Partiamo dunque da Forca Presta su pendenze spesso sostenute prendendo fin da subito una larga e panoramica cresta. Fa caldo, ma una piacevole brezza rende meno faticosa l’ascesa. Saliamo fino a sovrastare sempre di più la sottostante piana, cercando di non forzare mai troppo il ritmo, cosicché il nostro sguardo punti spesso altre direzioni che non siano solamente rivolte verso il basso per via della fatica. C’è tantissima gente sul sentiero, la bellezza e la relativa facilità di questa escursione non possono che attirare una miriade di trekker. Arriviamo nei pressi nel Bivacco Zilioli, posto a 2240 metri di quota, con la pazza idea di cambiare itinerario e prendere un’altra cresta più impegnativa che tocca varie cime, ma alla fine desistiamo dalla tentazione perché il richiamo del Monte Vettore, cima sentita menzionare più volte in passato per svariati motivi, è troppo forte. Proseguiamo dunque nei nostri iniziali intenti, l’ultimo tratto di sentiero è davvero ripido e faticoso, fortunatamente non troppo lungo. Tocchiamo la prima croce e poi la seconda posta nel punto più alto, ci rifocilliamo scambiando quattro chiacchiere con simpatici escursionisti romagnoli e via giù, percorrendo il medesimo sentiero di salita. Ci voltiamo spesso ad ammirare il ben visibile ma già piuttosto lontano Gran Sasso, con quella punta di soddisfazione in più dettata dalla recentissima conquista. L’ora pomeridiana, i colori sfavillanti dell’estate e il panorama superbo donano a questa escursione, nonostante la quota non sia propriamente collinare, un sapore decisamente bucolico che infonde serenità, allegria. In un clima perciò rilassato facciamo ritorno all’auto, ancora una volta soddisfatti per un’altra giornata riuscitissima!
Foto 1: la vasta e bellissima piana di Castelluccio, durante la salita Foto 2: la prima croce, in lontananza il Gran Sasso Foto 3: scorci in discesa |
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