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   Torrione di Baione e Cima Mengol, 16/06/2013
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Torrione di Baione e Cima Mengol
Regione  Lombardia
Partenza  Schilpario (loc. Miniere di Cimalbosco)  (1538 m)
Quota arrivo  2421 m
Dislivello  1100 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rifugio Bagozza
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + ramponi e caschetto
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Torrione di Baione e Cima Mengol, rigorosamente in questo ordine. Oggi abbiamo conquistato queste due cime come felice ripiego al mancato raggiungimento della Cima di Baione, ma andiamo con ordine. La partenza avviene come di consueto nei pressi di un gremito Rifugio Bagozza, sotto un caldo sole preludio di quella che termicamente sarà una giornata decisamente tiepida per queste quote. D’altronde siamo sotto alta pressione e a giugno non potrebbe essere altrimenti. Ci incamminiamo nella bellissima conca dei Campelli al cospetto delle scenografiche cime della zona, ma i nostri occhi puntano soprattutto alla Cima di Baione, nostra meta odierna. Per salirla è necessario aggirarla, per questo motivo dobbiamo puntare dritto verso il Passo Campelli, per poi salire al Passo Baione, punto di accesso alla selvaggia valle che separa l’imponente Cima della Bacchetta dal gruppo delle cime della Concarena. Giunti al primo passo ci stupiamo del fatto che i cartelli indichino tre ore per raggiungere il Bivacco Baione, dai miei calcoli pensavo ci volesse la metà del tempo! “Macchè!”, mi dico perciò… Ma fin dai primi passi le mie certezze vanno rapidamente affievolendosi, perché ciò che solo all’apparenza poteva sembrarmi un normalissimo sentiero a mezzacosta, così non è. Il nostro incedere infatti è molto più lento del previsto, perché il sentiero è fatto di pietre, pietrone e pietruzze che ci costringono in più tratti a tenere un passo da lumaca. A un certo punto poi il percorso si inerpica bello ripido passando tra canaletti e tratti esposti dove è perfino necessario arrampicare su roccia con difficoltà di primo grado. Insomma, comprendiamo benissimo perché su quel cartello ci fossero scritte tre ore come tempo necessario per coprire il tragitto fino al bivacco. Con cautela arriviamo al Passo Baione piuttosto stupefatti per un percorso che non credevamo essere così! A questo punto si apre la vista sulla Cima di Baione. Dalle rare informazioni reperite individuiamo un canaletto da arrampicare che dovrebbe depositarci sulla cima, ma decidiamo subito di lasciare perdere per il timore di trovare ancora neve al suo interno, per l’incertezza dovuta appunto alla scarsissima conoscenza del percorso e per via di un meteo mutevole che seppure in modo flebile ci incute un certo timore nella possibilità, remota, che possa formarsi un temporale. Optiamo quindi per la soluzione di proseguire lungo il sentiero numero 6 camuno che passando a mezzacosta sotto le cime dovrebbe arrivare nei pressi dell’intaglio posto fra la Cima Mengol e le Casse Larghe. Non desistiamo però dall’idea di salire sulla Cima di Baione, perché a quanto sappiamo dovrebbe esistere una sorta di pratone ripido che sbuca direttamente sulla cima. Camminando sul sentiero a mezzacosta volgiamo quindi più volte lo sguardo verso l’alto per individuare quale sia il punto ideale di attacco. Quando pensiamo di averlo trovato, scartiamo a destra su ripidi pendii tra rocce e balze erbose, ma man mano che saliamo ci accorgiamo che siamo andati troppo oltre e stiamo perciò salendo su un sommità che è posta troppo in là rispetto alla vera cima. Ridiscendiamo, attraversiamo un canaletto e riprendiamo perciò la ripida salita nelle medesime condizioni, pensando che questa volta sia la volta buona. Ma ci stiamo ancora sbagliando! Comicamente ci rendiamo conto che stiamo salendo di nuovo sul Torrione di Baione, vetta conquistata solo qualche settimana fa! Snort! Prendiamo la decisione di andare comunque in cima al Torrione, da lì avremo una visuale migliore per capire dove caspita sia la via di salita alla vera cima. In effetti la individuiamo, ma ci sembra un pochino esposta nella sua parte terminale. Senza grandi rimpianti desistiamo dal nostro intento perché dopo due errori e del tempo perso siamo poco motivati nel risalire una terza volta. Raggiunto nuovamente il sentiero numero 6 riprendiamo dunque la nostra marcia su un percorso che a tratti “offre” qualche passaggio impegnativo, in particolare uno posto sotto la Cima Mengol dove, anche se solo per qualche metro, c’è da disarrampicare su un tratto presumo di secondo grado che sfocia su un ripido nevaio. Con molta cautela attraversiamo anche il nevaio, risaliamo su un ghiaione parzialmente innevato e siamo sotto la Cima Mengol. Che faticaccia per arrivare fino a qui! A questo punto decidiamo il da farsi. Proseguiamo sul sentiero che attraversa le Casse Larghe e sfocia nei pressi del Passo delle Ortiche, sotto la Bagozza, oppure scendiamo direttamente dal canalone del Mengol? L’idea Casse Larghe ci accarezza a tal punto che proviamo a battere il tratto iniziale, ma l’arrivo delle nebbie e l’incertezza dovuta alla possibile presenza di lingue di neve infide sul sentiero esposto ci fa definitivamente desistere, rimandando questo passaggio al futuro. Prima di buttarci giù, lasciati gli zaini ci buttiamo su alla volta della Cima Mengol. E’ troppo vicina per lasciarsela sfuggire! Toccata la seconda vetta di giornata, adesso è tempo di fare ritorno passando per il canale. Rimettiamo gli zaini, calziamo i ramponi e gradualmente perdiamo quota su pendenze solo in un breve tratto piuttosto marcate, su una neve che inaspettatamente, nonostante l’orario, è abbastanza portante. Giunti dove la neve termina, ci tocca prima il ghiaione spacca ginocchia e poi il sentiero che ci ricondurrà ai Campelli e poi alla macchina. Il meteo, nonostante qualche timore, ha fatto fede alle previsioni e ha retto per tutto il tragitto. Siamo stati beffati dalla Cima di Baione, ma in compenso siamo comunque riusciti a compiere un gran bel giro, dal momento che questa zona offre sempre alternative appaganti sottomano!

Foto 1: sui tratti ripidi ed esposti prima del Passo Baione
Foto 2: nei pressi del Passo Baione
Foto 3: in cima al Mengol
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