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   Sentiero dei Roccoli, 19/05/2013
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Sentiero dei Roccoli
Regione  Lombardia
Partenza  Roncobello, fraz. Sottocorna (BG)  (1139 m)
Quota arrivo  1900 m
Dislivello  1030 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Buono
Commento Escursione che ha preso quasi le sembianze di un Parco Avventura quella odierna. In base alle previsioni, oggi il meteo menu dovrebbe presentare un primo composto da diluvio universale fino alle dieci di mattina con contorno di nevicate in quota, un secondo fatto di schiarite effimere dopo le undici e come dolce rovesci pomeridiani, magari anche temporaleschi. Deliziati da queste aspettative, decidiamo a priori di scartare l’idea di conquistare vette e di sfamare la nostra fame di camminate su un percorso che offra qualche punto di riparo nel caso Giove Pluvio decida di scagliare le sue ire su di noi. Ci dirigiamo dunque alla volta di Roncobello con l’intento di compiere un giro ad anello che ci porti sul Sentiero dei Roccoli, al cospetto dei Tre Pizzi. La stazione meteo della limitrofa Capovalle al mattino segna già oltre ottanta millimetri di pioggia caduta oggi, e devo dire che in effetti la parola d’ordine guardandosi in giro è H2O: acqua a fiumi sulle strade, acqua a fiumi dai pendii, acqua a fiumi sui sentieri, acqua a fiumi… Ok, si è capito. Partiamo dunque alla volta della nostra meta in tarda mattinata, con precisa cadenza oraria per gustarci il secondo ed evitare con molto piacere il primo. Tradotto, ha smesso di piovere e i primi squarci di azzurro si fanno largo nel cielo. In previsione delle numerose deviazioni che questo percorso sappiamo riservare, oggi siamo armati fino ai denti per evitare sbagli: traccia GPS nell’orologio e indicazioni cartacee dettagliate. Siamo insomma in una botte di ferro, infatti dopo pochi minuti… non sappiamo che pesci prendere, a parte quelli che potrebbero tranquillamente sguazzare anche nei prati vista la quantità d’acqua in giro. Una deviazione ci mette infatti in crisi, GPS e indicazioni si contraddicono, di bolli manco l’ombra. Si andrà a sinistra o a destra? Facciamo più volte il pendolo, ma non ne veniamo a capo. In realtà si va… dritto! Quello che sembra un torrente è presumibilmente il sentiero, lo costeggiamo nel ripido bosco e ritroviamo in effetti la giusta via. Saliamo finalmente a passo più spedito su pendenze spaccafiato, stando sempre attenti a seguire soprattutto i pochi bolli presenti, perché in più punti sembrano esserci deviazioni a tradimento. Nel frattempo il cielo è sempre più blu, nei tratti in cui si esce temporaneamente fuori dal bosco ci voltiamo ad ammirare il Pizzo Arera illuminato dal Sole che visto da questa zona presenta secondo me la parte più affascinante del suo lato B, con sembianze molto vagamente himalayane nelle condizioni odierne. Su, sempre più su, alla volta del lungo tratto a mezzacosta costellato di Roccoli che rappresenta la parte più succosa e interessante dell’escursione. Ci arriviamo con l’intento di fermarci un attimo per cambiarci e bere qualcosa, ma i nostri propositi si afflosciano per via del meteo che ha deciso di servirci anticipatamente rispetto ai programmi il dolce: nuvoloni scuri si addensano infatti verso sud, facendo presagire un peggioramento entro tempi abbastanza brevi. Decidiamo quindi che è meglio filare, abbiamo il jolly da giocarci dei punti di riparo, ma è meglio non rischiare. Camminiamo dunque spediti senza più guadagnare né perdere significativa quota fino a toccare il Roccolo del Veroppio, punto di svolta prefissato per abbandonare il sentiero a mezzacosta e ributtarci giù, alla volta di fare ritorno e chiudere l’anello. Il sole di mezz’ora prima sembra già un lontano ricordo, sono arrivati infatti di gran carriera i rovesci che a questa quota, 1900 metri circa, sono fatti di neve. Nella discesa ci fermiamo nei pressi di un altro roccolo al fine di cambiare i nostri indumenti che nel sudore portano i segni della fatica fatta per giungere fino a qui, a favore di altri più asciutti, ma poco più giù siamo ancora fermi per abbondare in termini di vestiario, visto che in effetti la temperatura è a distanze siderali dai trenta gradi siciliani di oggi e devo dire che si sente. A questo punto pensiamo che il più è realizzato, ma non abbiamo fatto i conti con i numerosi gonfi torrenti che oggi scendono impetuosi e che, ahinoi, nei punti in cui tagliano il sentiero di discesa si rivelano pressochè impossibili da guadare. Per due ore siamo perciò costretti a fare letteralmente i salti mortali, con deviazioni su deviazioni nel fitto bosco impantanato, ricerca di punti sicuri per attraversare i torrenti dove non è possibile fare altrimenti, sali scendi continui per cercare punti di passaggio transitabili, e chi ne ha più ne metta, trasformando il tutto appunto in un Parco Avventura acquatico. Roba da mettere quasi nello zaino pure pinne e maschera… Snaturando per forza di cose il percorso di rientro, dopo diverse peripezie e con un litro di acqua negli scarponi, la vista della strada che collega Roncobello con le Baite di Mezzeno appare come una visione celestiale tanto ambita. In breve tempo siamo alla macchina e comunque felici, perché nonostante tutto l’escursione è stata divertente, ci ha sempre tenuto sull’attenti e la cosa ha fatto letteralmente volare via il tempo. Nota di merito a San GPS che ci ha permesso di non perdere mai la trebisonda nelle infinite deviazioni nel fitto bosco e di orientarci correttamente nelle decisioni che abbiamo preso! Giro sicuramente da rifare con condizioni migliori, allungandolo fino a toccare i Tre Pizzi o il Pietra Quadra.

Foto 1: Pizzo Arera in abito bianco scintillante
Foto 2: In salita
Foto 3: 19 maggio??
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