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   Passo Crocetta (Avert), 01/05/2013
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Passo Crocetta (Avert)
Regione  Lombardia
Partenza  Spiazzi di Gromo (BG)  (1050 m)
Quota arrivo  2050 m
Dislivello  1045 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + ciaspole e ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Buono
Commento Primo maggio, giorno di festa, possibilità di fare escursioni e… puntualmente il meteo è incerto. Il leitmotiv dell’ultimo periodo non si smentisce e mi porta anche per oggi a dovere tribolare per scegliere la nostra meta. L’incognita più grande riguarda non tanto la possibilità di pioggia, quanto quella più pericolosa di temporali, anche perché sembra che oggi il meteo non sappia del tutto decidersi, in un labile confine tra la tranquillità e la tempesta. In ogni caso la scelta odierna ricade in un giro ad anello partendo dagli Spiazzi di Gromo (BG) in direzione della Val Sedornia, per poi salire al Passo degli Omini e percorrere la cresta che porta dapprima al Benfit e poi al Timogno, con discesa finale transitando dalle piste da sci. Oltre alle condizioni meteo, ho scelto per oggi questo itinerario confidando nella quota non proprio elevata e nella possibilità dunque di trovare non troppa neve durante il percorso, che complici le condizioni costantemente uggiose degli ultimi giorni presumo non possa essere per nulla rigelata a prescindere dall’orario di partenza. Ci incamminiamo dunque alla volta della Valle Sedornia su sentiero carrozzabile che per un tratto piuttosto lungo non guadagna molta quota, fino a sbucare nel cuore di questa valle che oggi mostra un lato ancora più selvaggio del solito, fatto di torrenti in piena e valanghe scese in più punti dai ripidi versanti fino a invadere il percorso di salita. Dopo tanto camminare su terreni semi pianeggianti, all’improvviso la pendenza cambia bruscamente e finalmente saliamo in direzione del Passo degli Omini, ma da sotto noto subito che nella parte più alta di avvicinamento al passo il sentiero è invaso dalle valanghe e mi rendo conto che dovremo penare per superare quei tratti. Nel frattempo volgiamo spesso lo sguardo al cielo per cercare di carpire qualche segno che possa metterci in guardia nel proseguire sul nostro percorso, in effetti man mano che passa il tempo l’instabilità pare accentuarsi e questo ci rende un po’ inquieti. Andiamo comunque avanti e in corrispondenza della Baita Alta di Fontanamora siamo costretti a calzare le ciaspole perché non c’è più la possibilità di evitare i tratti innevati. La neve come prevedibile è decisamente marcia e spesso si sfonda pure con le racchette. Complici le correnti sciroccali che hanno trasportato fin sul Nord Italia la sabbia proveniente dal Sahara, caduta poi al suolo associata alle precipitazioni, oggi il manto nevoso presenta in superficie una inusuale patina giallognola. Nel frattempo mi rendo conto che le mie deduzioni sulla quantità di neve presente in zona erano errate, se n’è fusa meno di quanto pensassi e ricopre tutto quanto in modo quasi omogeneo, creste comprese. Non me lo aspettavo e questo getta le basi per ulteriori incognite. Proseguiamo dunque alla volta del passo, ma ci troviamo a dovere prendere una decisione sul da farsi. Le condizioni meteorologiche continuano infatti a non fare presagire nulla di buono e la troppa neve presente, essendo peraltro in pessime condizioni, ci fa riflettere sul fatto che dovremo impiegare molto più tempo del previsto per completare l’ascensione. Tempo che con un meteo così incerto a intimorirci non abbiamo. Proprio in fase decisionale scorgiamo un cartello indicante, nella direzione opposta al passo, la Baita Benfit e il Monte Avert. Un paio di minuti per pensarci e decidiamo con qualche incognita di modificare perciò il nostro percorso, abbreviandolo, e di puntare verso dove quel cartello indica, aiutati provvidenzialmente dal fatto che in passato avevamo già effettuato una escursione sull’Avert, ricordando perciò i tratti salienti di quei passaggi. In realtà come detto qualche dubbio lo abbiamo, perché a parte quel cartello e con la neve presente che ricopre tutto, non vediamo nessun altro segno indicatore e siamo perciò costretti a muoverci a vista, puntando quello che presumibilmente dovrebbe essere il passaggio chiave e l’unico fattibile per “scollinare”, che si rivelerà poi essere il Passo Crocetta, posto sulla cresta che divide il Monte Avert dalla Cima Benfit. Percorriamo dunque il vallone di avvicinamento al ripido pendio che conduce al Passo camminando a fatica tra continui sprofondamenti, e non appena la pendenza si fa sostenuta togliamo le ciaspole. Un po’ nella neve e un po’ tra gli arbusti, con molta fatica guadagniamo il Passo proprio in concomitanza all’arrivo di un rovescio che scaricherà un breve grandinata, cosa che in quel momento ci crea un po’ di ansia e scaccia via il pensiero di raggiungere oggi almeno una cima, quella dell’Avert posta poco più sopra. I nostri occhi puntano invece alla Baita Benfit che in caso di ulteriore peggioramento delle condizioni meteo ci offrirebbe un minimo di riparo. Ci gettiamo perciò giù su un sentiero che ricordavo esserci e in effetti c’è, per fortuna smette di piovere/grandinare e nel giro di qualche minuto esce anche qualche occhiata di sole. Tempo pazzerello e mutevole oggi. Ricalziamo le ciaspole attraversando nella discesa le grandi valanghe scese dagli ampi pendii dell’Avert e del Benfit, togliendole nuovamente dove a quote più basse la neve sparirà del tutto. Scendiamo dunque in direzione degli Spiazzi seguendo la carrozzabile delle malghe, discutendo della giornata odierna e su come la neve marcia e il meteo ci abbiano messo a dura prova. Proprio quasi in concomitanza all’arrivo delle piste da sci, siamo stupiti dalla presenza di una gigantesca valanga sulla parte terminale della carrozzabile, una imponente lingua di neve alta diversi metri scesa da un “imbuto” posto sotto i pendii dell’Avert. Nel frattempo riprende a piovere la solita pastura odierna di acqua mista a sabbia nell’ultimissimo tratto da percorrere su puro asfalto orobico, prima di fare ritorno alla macchina parcheggiata all’inizio del sentiero posto in paese. Siamo comunque contenti del giro che abbiamo fatto, non è andata come era nei piani ma ci promettiamo di riprovarci con condizioni migliori…

Foto 1: traccia GPS, in giallo l'itinerario da noi percorso, in blu quello che avremmo dovuto percorrere
Foto 2: torrenti in piena in Val Sedornia
Foto 3: presso la Baita Benfit, sotto il Passo Crocetta
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