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Tambò - Via del Dubbio, 29/10/2016 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | il Duca |
Regione | Lombardia |
Partenza | Passo dello Spluga (2113 m) |
Quota attacco | 2500 m |
Quota arrivo | 3274 m |
Dislivello della via | 750 m |
Difficoltà | AD+ ( pendenza 65° / II in roccia ) |
Esposizione in salita | Est |
Rifugio di appoggio | Nessuno |
Attrezzatura consigliata | Ramponi, 2 piccozze, corda da 30m, qualche friend medio-piccolo, qualche vite da ghiaccio. |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | La prima volta ci ha respinti il vento caldo e la neve molle, la seconda volta ci ha fermati una valanga, investendoci in pieno. Oggi abbiamo finalmente portato a casa questa via, aperta dal Gogna nel cuore della parete nord-est del Tambò.
Messa la tenda al passo dello Spluga, dopo qualche ora di sonno partiamo. Costeggiamo la strada verso la svizzera, aggirando tutta la cresta della normale; poi saliamo senza traccia per pascoli, rododendri e morena, inoltrandoci nel vallone. Raggiunto un passo, valichiamo e facciamo un lungo traverso su neve dura e sassi instabili, fino alla base della nostra parete. Superata la crepaccia terminale, saliamo per lo scivolo di neve crostosa (45 gradi), fino a dove si stacca il canalone nord. Qui continuiamo ancora dritti, seguendo un altro canale sbarrato da un salto di roccia verticale, che superiamo per la fessura nevosa sulla destra. Avanziamo su pendenza più sostenuta, puntando ad un evidente solco, che raggiungiamo dopo un bel viaggio per neve a tratti sfondosa. L'imbocco del solco presenta subito una divertente cascatella, di una ventina di metri, di ghiaccio buono. Oltre proseguiamo alternando tratti su neve a goulotte ghiacciate, a volte molto sottili. In prossimità della cresta sommitale, il canale piega decisamente a sinistra. Si potrebbe anche uscire dritti, ma noi decidiamo di seguire il solco principale, che si incunea in un sottile diedro obliquo di placche ghiacciate. Superata la strettoia, il canale si allarga nuovamente, terminando su una costola da cui si scorge la via normale. Risaliamo la costola, arrampicando su terreno misto, uscendo finalmente sulla cresta nord. Seguendo il filo di neve e roccette, arriviamo infine in cima al Tambò. Scesi lungo la via normale, prima su comoda neve poi per sentiero pulito. Bellissima ascensione effettuata con Ale. Via selvaggia e sconosciuta, dall'avvicinamento scomodo: bisogna avere la voglia di andare! Vincente l'idea di tentarla in autunno, quando le condizioni sono certamente più difficili, ma i pericoli oggettivi sono limitati. |
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