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   Punta Parrot, per la Via degli Italiani, 11/07/2015
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Onicer  Livio   
Regione  Piemonte
Partenza  Alagna Valsesia, località Acque Bianche  (1500 m)
Quota attacco  3212 m
Quota arrivo  4436 m
Dislivello della via  1224 m
Difficoltà  AD+ ( pendenza 45° / III in roccia )
Esposizione in salita Sud
Rifugio di appoggio  Cap. Gugliermina
Attrezzatura consigliata  NDA, corda da 30m, cordini, ramponi, utile la seconda picca nella condizioni attuali; (avevamo anche dadi, 2 viti da ghiaccio e una seconda corda da 30m ma non li abbiamo usati)
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Bellissima via in ambiente selvaggio e isolato: tecnicamente non difficile, ma lunga e richiedente ottimo senso d’orientamento.

Per le relazioni relative ad avvicinamento e via rimando a quella di Buscaini (Guida Monti d’Italia CAI-TCI - Monte Rosa), alle altre disponibili in linea e, per gli on-icers, al bel report di ucamosciomoscio della sua salita di luglio 2013.

Si parte dalla località Acque Bianche (q. 1500 m) raggiungibile a mezzo di comodo servizio navetta che parte dall’ultimo parcheggio di Alagna Valsesia (quello posto subito prima del divieto di transito ai mezzi motorizzati). Il costo per il solo servizio di salita è 1.50 Euro (il servizio A/R è 2.50 Euro).

Per quanto riguarda l’avvicinamento, invece del più frequentato accesso che passa presso il Rifugio Barba Ferrero (segnavia 7), noi abbiamo optato per seguire integralmente il sentiero nr. 6 che dal Rifugio Pastore (q. 1575 m) raggiunge direttamente la Capanna Gugliermina. Necessari un paio di guadi: un primo avviene camminando su un tronco d’albero opportunamente predisposto, per il successivo è invece necessario togliere gli scarponi. Da qui in poi si cammina lungamente (e faticosamente) sul filo della morena sul quale s’immette il tracciato proveniente dal Barba Ferrero: si punta quindi verso una cengia nevoso/detritica nei pressi di una cascata (q 3000 m circa) a monte della quale (cavi d’acciaio) si raggiunge la Capanna (q. 3212 m).

Per quanto riguarda la via, è fortemente consigliato un giro di ricognizione che faciliti poi la partenza al buio. Così facendo, abbiamo individuato una serie di nevai attualmente presenti nei pressi della Capanna che ci hanno consentito di superare agevolmente i primi 120-150 m di dislivello fino a raggiungere la traccia su roccia. Da qui al ghiacciaio delle Piode il percorso è abbastanza intuitivo ed è facilitato da rari ometti. La terminale del ghiacciaio si passa molto agevolmente sulla dx (in senso di salita) dopo di che si traversa leggermente a sinistra a ritornare sulle rocce, e da qui in poi si scala il crestone (tanto “ciapa e tira” con qualche passaggio che raggiunge il III) fino a che esso si rastrema a diventare una sottile crestina. Qui finalmente ci leghiamo per procedere di conserva. Superata la crestina, optiamo per una variante rispetto alla via originaria: traversiamo tutto a sinistra ed andiamo a prendere i pendii nevosi (45 gradi, forse qualche tratto a 50) che portano direttamente fin sotto il filo di vetta.

Condizioni:
Neve ben rigelata nei nevai in prossimità della Capanna e sul ghiacciaio delle Piode.
Roccia ben asciutta e, direi, di qualità più che accettabile: anche se non tutti i tratti lungo i quali ci si muove sono di roccia compatta, mi sento di quotare l’on-icer sopra menzionato quando scrive: “ma a dispetto di racconti raccapriccianti presenti nel web non abbiamo assistito a scariche, malgrado le temperature non fossero polari”. Anche per noi è stato così. Pochissimo verglass, solo in qualche tratto lungo la crestina, ma tranquillamente evitabile.
Pendii finali in neve dura e/o ghiaccio: qui è tornato utile avere il secondo attrezzo.

Note:
La capanna, vero nido d’aquila, è molto carina e ben tenuta. I posti letto sono una decina. Vi sono coperte e stoviglie, ma al momento manca il gas. Dal libro del rifugio sembra inoltre che quest’anno noi si sia stati i primi a salirvi.

Gita effettuata con Fabrizio Righetti il 10 e l'11 luglio 2015. Tracciato GPS disponibile

Foto 1: Il percorso: avvicinamento + via
Foto 2: dal Gugliermina guardando verso la Punta Grober
Foto 3: Fabrizio in discesa dalla vetta
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