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   TransEngadina: Sils - Chaputschin - piz Morteratsch - Morteratsch, 28/06/2015
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Onicer  Vezz   
Regione  Svizzera
Partenza  Sils  (1799 m)
Quota attacco  2584 m
Quota arrivo  3751 m
Dislivello della via  3400 m
Difficoltà  PD ( pendenza 40° / II in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Capanna Tscherva
Attrezzatura consigliata  Salivano tutti legati ma amme pareva inutile se non dannoso.
NdA in ogni caso.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Una gran traversata che solo una mente bacata come la mia poteva ideare e solo amici fidati condividere.
Scartata l'opzione funivia per i costi improponibili, parcheggiamo a Sils con l'intento di risalire la lunga val di Fex fin sulla tondeggiante cima del Chaputschin. La mattinata è di quelle ideali e la valle, già eccezionale di per sè, si mostra verde e fiorita in tutta la sua bellezza. Il contrasto con l'anfiteatro di cime lontane è favoloso ed entusiasmante.
Con le scarp de tennis, costeggiamo il torrente fino a svoltare in direzione dei laghi Alv, Nair e Sgrischus. Con il morale alto, non esattamente consci delle fatiche che ci attendono, zigzaghiamo in mezzo a un idillio di cascate e cascatelle. Giunti ai laghi, sostano insieme a noi i primi nuvoloni: un po' in anticipo sulle previsioni, ma pur sempre innocui. Attraversiamo ora pendii detritici e, per ripide pietraie, tocchiamo la prima neve. Indossati gli scarponi e agganciati i ramponi, arranchiamo su discrete pendenze fino alla sella in prossimità del Chaputschin. Raggiungerlo pare una formalità, se non fosse per la consistenza della neve che ci rallenta notevolmente. Alle 14, sulla panoramica cima del monte, possiamo finalmente conciliarci con i nostri polmoni. Il cielo è totalmente coperto, ma la buona visibilità permette di abbracciare una discreta quantità di cime, prime tra tutte Tremogge, Roseg, Gluschaint, Bernina. E Morteratsch, nostra meta dell'indomani.
Inebriati da un tale scenario, torniamo sui nostri passi per traversare in val Roseg alla volta della capanna Coaz. Appena prima di questa, deviamo per il lago in cerca di una possibilità di attraversamento del torrente: è la capanna Tscherva la nostra base d'appoggio per il domani. L'unico ponte è però molto lontano e ciò obbliga a una lunga discesa, resa più snervante dalla fatica e dal franco dolore agli avampiedi dovuto agli scarponi nuovi troppo stretti (vendo Scarpa Mont Blanc nuovi, num 43,5 :-( ). Armati di pazienza, senza una sola valida alternativa (scopriremo solo poi dell'esistenza di una carrucola per attraversare il torrente poco oltre il lago), ci sorbiamo le due ore di strada aggiuntive. Raggiungiamo la capanna alle 21 e, oltre all'amico Andrea, troviamo ad aspettarci anche la meritata cena.

Al risveglio, il cielo è totalmente sgombro da nubi e i primi bagliori già evidenti. Ci muoviamo per gande detritiche alla volta del ghiacciaio: aggireremo il gigante da ovest, per poi saltargli in groppa da nord. Le gambe sono dure, stentano a ingranare, ma il dislivello limitato e la bella veduta del Roseg, associate alle modeste difficoltà tecniche, mantengono alte le probabilità di successo. La pace di questo versante è interrotta dalle frotte di alpinisti che sbucano tra le rocce dalla fuorcla Boval. Approfittiamo di un momento di calma, per innestarci sulla traccia che ferisce il fianco nevoso della montagna. Sferzati da un improvviso ventaccio, ci cimentiamo su una prima rampa, per poi volteggiare su di una scenografica crestina. La pala finale ci consegna ad un panorama mozzafiato. Ammirare da vicino e senza ostacoli una linea sinuosa come quella della Biancograt in un contesto di alta montagna come quello offerto dalla costiera Palù-Bellavista-Zupò-Argient-Scerscen-Roseg non ricapiterà forse più. Ce lo gustiamo sotto un cielo blu cobalto, al riparo da ogni refolo di vento. Una meraviglia!
La discesa sulla Boval è meno rapida del previsto. Occorre infatti disarrampicare inizialmente su placche di roccia solida e generosa di appigli, per poi obliquare e zigzagare per cenge talvolta esposte e precarie. In ogni caso, niente di trascendentale.
Infine, superata l'ultima fascia nevosa e liberatomi degli infernali scarponi, tutto risulta più scorrevole.

FOTO:
1- Chaputschin e Tremogge scintillano là sul fondo della val di Fex.
2- Dalla cima del Chaputschin, atmosfera cupa in alta val Roseg.
3- Sinuosa Biancograt.
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