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   Valleile Fenillaz, 28/02/2015
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Onicer  darioalpago   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Lillaz  (1800 m)
Quota attacco  1900 m
Quota arrivo  2100 m
Dislivello della via  300 m
Difficoltà  2+ / II ( I in roccia )
Esposizione in salita Sud-Est
Rifugio di appoggio  vari
Attrezzatura consigliata  N.D.G.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Accettabili
Valutazione itinerario  Buono
Commento Condizioni buone in Valleile.
Nelle ore centrali si son sentiti alcuni crolli ma le cascate sono state praticamente tutte.
La cascata in questione è a tratti rovinata dalla neve ma nella parte finale presenta belle placche azzurre.
Le soste non sono a prova di bomba ma si possono usare con una piccola valutazione.

Finalmente riusciamo a salire questa facile colata che si rincorre casualmente da 2 anni.
Alla sua scoperta solo un paio di tiri come ripiego prima del buio tanto da confonderla con un sogno soffocato l’anno seguente da metri di neve…che ci regalano la Valnontey e l’angolino meraviglioso di Patrì..
Poi lo stop forzato di Cate tra medici e specialisti di ogni genere e presunta competenza fanno calare il gelo sui desideri anche i più elementari…
Arriva di nuovo l’inverno e tra i cambiamenti ritorna l’idea di questo fiume di ghiaccio e la sua curiosità che s’insinua nella gola di roccia che nasconde agli occhi quel tanto da volersi infilare.
Partiamo presto e mangiamo km su km fino ad Aosta dove la macchina inizia a non collaborare…
Cate pensa giustamente alla maledizione della Fenillaz ma tra latrati vari di motore arriviamo a Cogne dove nessun meccanico lavora il sabato…
A quel punto decidiamo per fare velocemente la cascata e cercare di tornare a casa pian piano…
Camminiamo per la valle dove ammiriamo i diamanti di cristallo con le prime cordate che avanzano velleità..
Touborg appare un po’ sofferente ma è stata ripetuta da molte cordate più in forma le altre colate in particolare il Candelabro del Coyote che precede la nostra Fenillaz.
Anche quest’anno la neve è presente ma qualche abbaglio di azzurro ci fa ben sperare.
Saliamo e Cate trova il terreno giusto per ritrovare la fiducia persa con facili risaliti che hanno più del canale che della cascata.
Ci insinuiamo in questa goulotte dove le rocce ci sovrastano come onde soffocanti che cerchiamo di cavalcare a colpi di picozza che ci portano ad un masso incastrato che chiude il passaggio.
Quest’anno la candela che lo protegge non si è formata ma è presente un bel nastro d’argento che si sale agevolmente sulla sinistra prestando attenzione all’uscita con poco ghiaccio.
Continuiamo per un altro tiro da 50 metri (sosta intermedia) in vista dei voli di Fenillaz una bella colata sulla sinistra della gola.
Un tiro di trasferimento e si aprono le ultime due lunghezze mai difficili che regalano la chiusura di un piccolo cerchio con il sole che allunga le braccia sul Clod Couloir.
Ripercorriamo i nostri passi scivolando nelle doppie fino agli zaini sorvegliati da camosci diffidenti.
Corriamo stupidamente alla macchina lasciando ad altre volte la voglia di ghiaccio che qui non finisce facilmente..
Pian piano maciniamo km a ritroso in tra rumori vari riusciamo a rientrare a casa ma la testa è ancora li tra le pieghe del ghiaccio che non riusciamo a scordare…

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