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   Giro in Val Malgina (rinunciato al Diavolo), 02/11/2011
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Onicer  marcomoratti   
Gita  Giro in Val Malgina (rinunciato al Diavolo)
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione (Grumetti)  (1011 m)
Quota arrivo  2674 m
Dislivello  1663 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Curò (locale invernale)
Attrezzatura consigliata  da escursionismo su neve alta. Ramponi per alcuni tratti, per sicurezza.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Buono
Commento Oggi non sapevo che fare, o meglio non sapevo dove andare. Così punto ad un giro nella conca del Barbellino, è un mesetto e mezzo che non ci torno e voglio dare un occhio alla veste autunnale/prima invernale.

La giornata è meravigliosa, lascio le nebbie e le nuvole in basso e in alto (da circa i 1300 m) la giornata è a dir poco stupenda. Cielo terso e limpido come non mai, senza una nuvola in tutto il giorno.

Arrivo al Curò, ovviamente chiuso, faccio una mini sosta e poi mi dirigo al lago naturale. Sentiero ottimo, occhio a tre tratti in cui è un unico lastrone di ghiaccio. Giungo così al bivio bel il lago Malgina. E qui sorgono i dubbi... Guardo il Torena, che sulla spalla della via normale non presenta neve, e mi tenta. Poi una voce interiore mi dice "prova un giro al Diavolo". Credo sia proprio stato il diavolo tentatore... E cedo.

Salgo tranquillo fino al lago di Malgina, e ne vale la pena non solo per lui ma per il balcone che offre sulla sponda opposta: la costiera da Recastello a Strinato è già in veste invernale a vederla così. Bianca scintillante come un lenzuolo appena candeggiato, stupenda! Da lì, per sicurezza metto i ramponi, e salgo lungo quello che è a spanne il tracciato della via normale.

Costeggiando il lago in salita la neve si sfonda un poco, ma a tratti è bella dura e ci si va tranquilli. Poi iniziano, per me, le noie. Mi aspettavo neve dura in generale (fatto conto come l'ho trovata lunedì sull'Arera) in realtà trovo NEVE ALTA E MOLTO MOLTO FARINOSA. Si sfonda a tratti fino al ginocchio. La camminata è dunque molto rallentata e faticosa. Ma si prosegue.

Senza dubbio il panorama è magnifico, tutta la conca sotto il Diavolo è già ben innevata e offre all'occhio viste imperdibili. Continuo la salita. Dal punto in c'è il grande masso con scritto "P.zo Diavolo <-" la neve si fa più bassa. E spuntano terra e sassi. In pratica a occhio questa conca (e in generale questo versante) prende più sole del versante opposto, e la neve non si è rigelata bene, o addirittura tende a scomparire dove non è ben alta.

Proseguo ancora un poco, arrivo al punto in cui in estate si attraversa l'ampio ghiaione sotto il Diavolo. Vorrei continuare, ma guardo l'ora. Sono partito tardi da giù a Valbondione, e ora è già mezzogiorno e mezzo... Fatti due conti, arriverei forse con il buio? O forse no... Con un po' di rammarico, ma poi non troppo (la pelle è una il diavolo resta) torno indietro per il medesimo tratto. Prima però mi fermo ancora per uno spuntino di ricarica e per ammirare un panorama che ti rapisce.

Alla fine torno tranquillo a Valbondione recuperando il tempo coperto questa volta circa dove il "canalone", ovvero la variante ripida del sentiero per il Curò, si ricongiunge al sentiero canonico.

Concludendo, bella gita, ma la neve l'ha resa un po' più rognosa di come me l'aspettassi. Bisogna sperare che raffreddi ancora, così da compattare bene e gelare quella (non abbondante ma comunque ben presente) che già c'è. Allora picca e ramponi si va che è una meraviglia.

FOTO:
1) Dal punto in cui mi sono fermato uno sguardo sulla costiera del versante opposto, da Recastello a destra fino allo Strinato a sinistra.

2) Diavolo di Malgina

3) La conca già ben innevata sotto il Diavolo. In basso, al centro (un poco a destra) si trova il laghetto naturale, piccolo ma meraviglioso, che resta innevato per molti mesi l'anno.
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