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   Pizzo Coca mt.3050 - Parete Ovest, 16/05/2014
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Onicer  piccolo giò   
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (950 m)
Quota attacco  2200 m
Quota arrivo  3050 m
Dislivello della via  850 m
Difficoltà  AD ( pendenza 65° )
Esposizione in salita Ovest
Rifugio di appoggio  Rifugio Coca - invernale
Attrezzatura consigliata  n.d.a. invernale
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Era da un po’ nel mirino, uno dei taaaaaanti sogni nel cassetto, aspettavamo con ansia il momento più opportuno per ‘colpire’, e quel momento è arrivato.
Partiamo da casa verso sera e intorno alle 23,30 giungiamo sferzati da incessanti folate di vento al rifugio Coca cercando riparo nel locale invernale.
Circa un’ora dopo arriva anche Gabriele, un baldo giovanotto del ’91 e chiacchierando dice di voler salire anche lui la parete del Coca, intanto fuori il vento ‘fischia’ e ‘ringhia’, la sua forza è palpabile come il ‘mal di pancia’ per una possibile rinuncia.
Mi sveglio di soprassalto e sono le 05,30 sveglio Alberto e Gabriele ancora assonnati, poi mentre facciamo colazione e ci prepariamo decidiamo di partire nonostante tutto poi vedremo strada facendo, mentre Gabriele vista l’ora tarda ci lascia per sopraggiunti ed improrogabili impegni.
Arriviamo a fatica ‘respinti’ da un forte vento contrario fino al lago di Coca, lo oltrepassiamo, poi svoltiamo decisamente verso destra iniziando così l’attacco alla parete.
L ‘avvicinamento alle prime balze rocciose si svolge su pendenze intorno ai 30/40° poi giriamo verso sinistra entrando in un ampio canale che scende tra le creste d’Arigna e il Pizzo Coca individuando (consultando alcune relazioni) poco più avanti l’ingresso ad uno stretto ed incassato canale/goulotte che raggiungeremo dopo una ripida salita.
A differenza di settimana scorsa la neve quest’oggi è rigelata al punto giusto e la progressione seppur a fatica ne è agevolata.
Entriamo nel canale e si para davanti a noi un mondo nuovo, ‘armati’ di ramponi e protetti dalle due fedeli picche, risaliamo questa splendida e lunga ‘goulotte’ lisciata a tal punto che sembra quasi di essere su una pista da bob……trooooooppo bello.
Fuori dal canale e a metà circa della salita, ritorniamo in parete per affrontare la pala finale costantemente sui 50° che ci proietterà dapprima sulla aerea cresta ‘orlata’ da giganteste cornici e subito dopo con un paio di saliscendi alla tanto desiderata vetta.
La croce è sommersa e tutto intorno è un mare di neve, ovunque volge il nostro sguardo è ammirazione e stupore, dal Rosa al Bernina, agli Appennini e allo splendore delle nostre Orobie con il Redorta e lo Scais in bella mostra, ci abbracciamo liberando la tensione accumulata nella salita e dando così sfogo alla nostra gioia.
Il vento, che vuole la sua parte di gloria, ci fa battere in ritirata ‘obbligandoci’ a scendere una decina di metri sotto la cresta (e sotto vento) qui riposiamo per qualche minuto, subito dopo il rientro anch'esso non banale per lo stesso itinerario seguito in salita, fino a giungere di nuovo nei pressi del lago di Coca in lenta fase di scongelo, infine al rifugio dove liberati da tutte le ‘attrezzature’ del caso, rimaniamo il tempo giusto per riposare, mangiare e bere, parlare, parlare, parlare, e parlare delle emozioni che abbiamo e di quelle che verranno……spero ancora tante.


partecipanti: giovanni (piccolo giò) alberto (albertino A1)


foto 1 - a metà della goulotte
foto 2 - in cresta verso la Cima
foto 3 - Alberto in vetta

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