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   Monviso mt.3851 - Cresta Est, 28/09/2014
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Onicer  piccolo giò   
Regione  Piemonte
Partenza  Pian del Re - Crissolo (Cn) (2640m)
Quota attacco  2840 m
Quota arrivo  3841 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  AD / IV ( III obbl. )
Esposizione  Sud-Est
Rifugio di appoggio  Quintino Sella
Attrezzatura consigliata  n.d.a.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Partiamo da Bergamo il sabato pomeriggio carichi come muli, ma tutti e due ‘caricati’ a palla per questa nuova avventura programmata da tempo.
Arrivati a Pian del Re, mentre ci stiamo preparando arrivano due persone in direzione della macchina a fianco 'abbastanza tirate', gli chiediamo subito se per caso fossero stati sul Monviso, e alla risposta si per la cresta est’, partono subito a raffica una serie di domande del tipo ma come.....ma dove..... ma quando.... ect.
Soddisfatti delle risposte e salutati i 'colleghi' ci incamminiamo per raggiungere il Rifugio vista l'ora già tarda (sono le 18,30) e oltrepassato il torrente iniziamo la salita che ci porta a superare un paio di ripidi risalti e di colorati laghi, arriviamo ora ad un colletto da dove si traversa lungo una parete rocciosa a monte di una conchetta detritica nel Vallone del Rio dei Quarti.
Con un'ulteriore breve risalita si raggiunge un successivo colletto dove è posta una palina con indicazioni per il Rifugio Alpetto e per il Rifugio Giacoletti, proseguiamo invece sul segnavia V13 compiendo un lungo semicerchio verso destra attraverso detriti e magra erba per aggirare in quota il Lago Chiaretto, scendendo poi leggermente un'antica morena glaciale fino ad entrare in un pianeggiante vallone detritico chiuso tra il Monviso e il Viso Mozzo che ‘circumnavighiamo’, un lungo percorso che sul versante destro orografico ci proietta al Colle dei Viso poco prima del lago Grande di Viso e sovrastato dal bel Rifugio Quintino Sella.
Accettazione dal rifugista, prepariamo la branda e poi scendiamo nella sala per un buon piatto di minestrone, birra, due o tre chiacchiere e poi finalmente a letto.
La notte passa veloce e con essa tutti i ‘se’ e tutti i ‘ma’ che si ripetono ad ogni nuova salita, la colazione con annessa sveglia è alle 05,00 ma già un'ora prima rimbombano qua e là i tipici 'rumori' dei preparativi prima della partenza.
Lasciamo sfogare la massa e poi anche noi scendiamo per una abbondante colazione in vista della lunga 'passeggiata'.
Partiamo con le frontali scendendo verso il lago fino alla sua fine poi iniziamo a salire verso sinistra su di una pietraia, seguendo dei radi ometti di pietra e le lucine delle frontali di chi ci ha già preceduto, puntando a due speroni dividi da un canale, per arrivare fin lì sotto ora bisogna mettere i ramponi, attaccando poi lo sperone di destra (parte basale della cresta est) un po' più in alto con iniziali passi di facile arrampicata.
Tolti i ramponi e spenta la frontale saliamo rapidi seguendo bolli e ometti, davanti a noi conteremo quattro cordate per un totale di 11 persone che ben presto raggiungeremo, arrivando quasi a 'contatto' con loro, forse troppo....... infatti una prima scarica di sassi che mi colpisce sul casco e un'altra poco dopo ben più grossa che ci sfiora, ci fan decidere per il proseguo di restare a debita distanza, detto e fatto.
La scalata è un susseguirsi di paretine e diedri dove procederemo alcune volte in conserva protetta, intervallata poi da tratti in cui si può camminare, a differenza della prima parte ora la roccia è solida e il 'divertimento' è garantito anche dalla giornata particolarmente mite.
Siamo ormai vicini al Torrione che terremo sempre come riferimento, ma prima un passaggio non banale salendo un bel diedro attrezzato con un chiodo intermedio ed un anello di sosta.
Giunti nei pressi del Torrione Saint Robert e come le cordate che ci precedono, lo aggiriamo a sinistra per poi riprendere il filo di cresta poco sopra.
Arriviamo così sotto alla parete dove è posta la scritta in giallo che indica 'via della lepre' una specie di via di fuga per chi vuole abbandonate la cresta est, da dove si traversa scendendo lungamente verso sinistra entrando poi in un infido canalone per poi risalirlo fino a ricongiungersi alla 'normale', questo tratto è vivamente sconsigliato un po’ da tutti.
Ora poco prima di questo pilastro, che è attrezzato con un cavetto metallico su di uno spuntone a metà della via ed una sosta alla sua sommità, ce ne stiamo in disparte aspettando che le varie cordate ne escano, approfittando del tempo a disposizione per riposare e rifocillarci.
Quando tocca a noi lo superiamo con un'unico tiro di corda (giusti giusti 30mt) ed in breve ne siamo fuori, ora davanti a noi gli ultimi facili metri prima di incrociare la 'normale' e di lì a poco la vetta.
Da lassù è un susseguirsi di emozioni, di panorami, di sguardi, di pacche e di sorrisi, emozioni difficilmente spiegabili e capibili forse, ognuno di noi ne ha una propria, anche se poi tutte convergono ed esplodono in un nano secondo, al raggiungimento della meta tanto desiderata.
La discesa dalla via normale è un susseguirsi di disarrampicate su spigoli e canali/diedri molto esposti fino ad arrivare nei pressi del Bivacco Andreotti, poi finalmente si cammina/scivolando su pietrame traversando una conca fino giungere nei pressi di un grosso omino di pietre, da lì ancora discesa seguendo prima parecchi segni gialli e poi omini di pietra che ci porteranno a risalire stando sulla sinistra della vallata fino al Passo della Sagnetta; un attimo di respiro e poi giù a picco per la ferrata fino a ritrovare di nuovo il sentiero per il Rifugio ormai sommerso e seminascosto dalle nuvole risalite dalla pianura.
Ci fermiamo per mezz'ora, poi, stancamente e lungamente ripercorriamo in discesa il tragitto fatto il giorno prima, che ci riporterà alla fine di questa nuova avventura al Pian del Re in un clima di 'ovattato silenzio'.


partecipanti: giovanni (piccolo giò) alberto (albertino A1)


foto 1 - il Re di pietra con la cresta est.
foto 2 - straordinaria visione
foto 3 - yahooooo!


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