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   Dent d’Herens-Cresta Tiefenmatten , 15/07/2012
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Onicer  gipeto   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Place Moulin  (2000 m)
Quota attacco  2780 m
Quota arrivo  4175 m
Dislivello della via  1395 m
Difficoltà  AD ( pendenza 40° / III in roccia )
Esposizione in salita Ovest
Rifugio di appoggio  Rifugio Aosta
Attrezzatura consigliata  materiale da ghiacciaio (chiodi, ramponi, picca, ecc), corda da 40m, diverse fettucce, quattro rinvii, caschetto
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Buono
Commento Partiamo sabato per il rifugio Aosta con una finestra di almeno 24h di bel tempo, pronti per la salita al Dent d’Herens dalla Tiefenmatten.
Sveglia alle 3, colazione alla 3,30 e partenza alle 4.
Va tutto bene: cielo terso e buona temperatura. Partiamo in 3 cordate, ma la nostra distacca subito gli altri sulla morena. Si sale veloci (il ritmo ideale prevede di essere ai canaponi intorno alle 6-6.30).
Superiamo i canapi e camminiamo bene fino alle 6.30 quando si alza un vento patagonico che porta nuvole e freddo. Si mette pure a nevicare a larghe falde.
La cresta è notoriamente ventosa, ma con quel vento non riuscivamo a tener diritta la testa: ritirata dopo 2 ore in queste condizioni!
Ovviamente dalle 11 è uscito un sole spettacolare…..

Questo giro sfortunato ci ha permesso di prendere alcune note tecniche introvabili sul web:
1)il rifugio Aosta merita una gita per l’ambiente in cui è: isolato e distante dalla civiltà. In certi momenti sembra di essere in una valle del Nepal.
2)Dal lago di Place Moulin fino al rifugio Prarayer c’è una bella strada carrozzabile(divieto di transito). Consigliatissimo l’uso delle MTB per risparmiarsi almeno un ora di cammino (su 4 e passa di avvicinamento).
3)Su diversi siti e relazioni si parla di 3 diverse possibilità di discesa dalla cima. In realtà l’unica percorribile è a ritroso dalla cresta. La via normale è abbandonata perché pericolosissima (scariche continue di sassi). La soluzione con 6/7 calate è ormai obsoleta: le soste depositano su uno zoccolo che, causa ritiro del ghiacciaio, è 100m sopra il ghiaccio stesso. Il rifugista ci ha detto che l’unico modo per scendere ulteriormente è l’elicottero. Inutile quindi portarsi le mezzecorde e attrezzatura relativa per doppie .
4)il cellulare (non tutti gli operatori però) prende solo da oltre la seconda rampa in su (da tener presente in caso di emergenza).
5)il rifugio Aosta è l’esatto contrario degli hotel di alta quota del Rosa. Vista anche la scarsa frequentazione (e quindi anche le evidenti difficoltà per tener aperto un posto così remoto), vale la pena spendere qualche soldo in più per la mezza pensione invece che portarsi gavette e fornelli. Il rifugista sarà più contento e anche i futuri escursionisti (che troveranno un rifugio sempre aperto e funzionante).

Ultima nota, solo una cordata di 2 tedeschi è arrivata in vetta; viste le condizioni e la loro imperizia, hanno rischiato la pelle. Partiti alle 4am, erano attesi al rifugio non prima delle 20!!

La salita non è da sottovalutare (6h salita + 6 discesa)se non con una buona finestra di bello visto l’alto rischio di verglas sulle rocce sommitali.

Con Ale e Teo

foto 1:vista di parte dell'avvicinamento dalla terrazza del rifugio
foto 2: la vetta negata
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