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   Pizzo d’andolla , 06/09/2011
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Onicer  Federico   
Regione  Piemonte
Partenza  Cheggio - Antronapiana  (1497 m)
Quota attacco  2800 m
Quota arrivo  3653 m
Dislivello della via  850 m
Difficoltà  PD- ( pendenza 30° / III in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Rif. Andolla
Attrezzatura consigliata  Corda qualche cordino e friends
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Buono
Commento Da tempo volevo salire su questa montagna poco frequentata che costituisce un balcone sui 4000 del Vallese e sul Monte Rosa, in particolare la parete Est.
Abbiamo seguito la via normale che percorre la cresta EST assolutamente da non sottovalutare e con tratti friabili e blocchi pericolanti soprattutto nella parte finale. Nota: sul sito vie normali c’è una descrizione un po’ difficile da capire che tende a portarti ad un colle a 2800 m su un altra cresta più difficile. Altre persone sono state tratte in inganno come ci ha detto il rifugista.
Io riporto la descrizione della Guida Touring e un po’ per questo mi sto dilungando.
Molto interessante e da fare è la cresta Sud o Portjengrat con passaggi di IV ed accesso dal Bivacco Varese.

Accesso:Arrivati ad Antronapiana seguire l' indicazione Cheggio (1497 m), stupendo paesino in prossimità del Bacino Alpe dei Cavalli. Attraversare la diga e costeggiando il Lago sulla sinistra, si attraversa il Loranco quindi si salgono i pendii sulla sinistra orografica della Valle del Loranco fino ad arrivare al rifugio Andolla in un posto incantevole (si sottolinea il nuovo locale invernale con struttura e tetto in sassi veramente magnifico). Dal rifugio si segue il sentiero che porta al bivacco Varese sino al masso a quota 2200 circa, quindi lo si lascia per prendere quello che si stacca sulla destra (indicazioni) e continua a salíre dirigendosi ad una comba sassosa. Per ripidi pendii erbosi frammisti a rocce, su traccia talvolta poco evidente si giunge in prossimità del canale d’attacco che incide il fianco E del crestone. Il canale è evidenziato con un grosso bollo giallo (2780-2790 m).
Per un canale erboso obbliquando progressivamente a sinistra si perviene a 2940 m sul filo del crestone. colletto a est della quota 3177 e quotato 2803. Seguendo sulla destra la cresta che, inizialmente, si presenta come un dosso erboso ma che in alto diviene rocciosa, con bella arrampicata sul filo o poco sotto si arriva sotto uno spuntone (3090 m). Da qui ci sono due possibilità: seguendo gli omini ci si abbassa sotto la cresta e li si seguono su terreno non difficile ma molto friabile fino ad arrivare sotto il segnale (3255 m) sul ghiacciaio Zwischberger o quel che rimane di esso. L’altra possibilità è proseguire in cresta per raggiungere il segnale ed abbassarsi.
Si supera la calotta glaciale facilmente (non servono ramponi) per arrivare a circa 3330 m dove ha inizio il tratto di arrampicata finale. Da qui magari per i tratti più impegnativi è meglio legarsi e attrezzare parzialmente la salita. Intorno a 3500 c’è una bella placca con fessura (8 m; III) dopo alcuni metri facili si ripassa a sinistra per risalire alcuni gradoni (II) che riportano sul filo a 3540 m sotto un gendarme. Lo si aggira a sinistra continuando sempre a sinistra su rocce e detriti (ometti) fino ad arrivare sulla cresta sud sotto la vetta. Una volta di nuovo sul filo, lo si segue fin sotto un risalto con fessura che si può superare direttamente (IV-) oppure più facilmente sul versante ovest prima per una fessura (5 m;III) e poi per un canale (III) che esce proprio sotto la vetta. Un ultima cengettina e si arriva in vetta (3653 m).
Dislivello complessivo in salita: 2200 m
Sviluppo complessivo 20 Km
Sviluppo via da 2800 alla vetta: 1,8 Km
Partecipanti: Roby ed io
Foto 1: parte del percorso visto dal Rifugio: il bollo giallo è il punto di attacco
Foto 2: dalla vetta parte del percorso
Foto 3: sopra la fessura intorno ai 3500 m
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