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   Civetta, cresta sud-est (Civetta Bassa) , 02/08/2011
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Onicer  al   
Regione  Veneto
Partenza  Casera della Grava (1627m)
Quota attacco  2500 m
Quota arrivo  3220 m
Dislivello  500 m
Difficoltà  PD+ / III ( III obbl. )
Esposizione  Sud-Est
Rifugio di appoggio  Torrani (in discesa)
Attrezzatura consigliata  Corda da 40, cordini lunghi, bastoncini, picca e ramponi a inizio stagione
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Se la montagna si scrollasse di dosso tutta la ferraglia che la cinge sarebbe la seconda via piu’ facile alla vetta; in ogni caso e’ completamente dimenticata e solo grazie all’entusiastica descrizione nel libro di Visentini c’e’ venuta voglia di salirla. Fino alla prima cima della Civetta Bassa e’ sostanzialmente una passeggiata ripida (molto comodi i bastoncini all’inizio, qualche passo di I e II su roccia ottima dopo), percorsa anche d’inverno da alcuni scialpinisti avventurosi. Dopo c’e’ la breve parte delicata fino alla Cima Tome’, la piu’ alta della cresta (foto 2): una traversata su sfasciumi piu’ impressionante che problematica e poi il camino finale di III bagnato, poco proteggibile ma in cui si sale incastrati. Nella parte alta del camino sarebbe obbligatorio togliersi lo zaino e strusciarsi sui due lati, avendone poca voglia proviamo ad uscirne. Prima a sinistra, con poco successo, se non il fatto di vedere un grosso ometto sull’uscita a destra (credo invisibile da dentro). Tornati indietro, lo raggiungiamo con un traverso che sembra impossibile ma e’ abbastanza agevole, per poi salire dritti fino alla cima (un passo di III subito dopo l’ometto, solido anche se a guardarlo non si direbbe).

La discesa verso il Torrani e’ facile e veloce, essendo pero’ a nord potrebbe servire l’attrezzatura da neve, come d’altra parte in qualche altro punto della cresta. La risalita verso la Civetta e’ ovviamente obbligatoria per i maniaci e facoltativa per i normali (per gli asociali scendendo dalla Tissi si puo’ anche evitare il Torrani). Se la si fa, mi permetto di consigliare di evitare all’andata il zig-zag turistico con bolli rossi su pietraie, ma di puntare dritti alla croce seguendo qualcuna delle costole rocciose, scoprendo piacevolmente che sono tutte solide (I e, cercandolo, II).

La consiglio vivamente a chi voglia provare a percorrere una via non cambiata rispetto a quando fu salita dai pionieri a fine ‘800. Temevo che tutta quella strada su terreno non addomesticato fosse un patimento, invece e’ quasi sempre agevole e su roccia ottima, stando attenti solo dalle parti del camino. Enormemente piu’ piacevole, a mio avviso, della stra-gettonata cresta sud-est della Croda Bianca nelle Marmarole. Con mia grande sorpresa, l’uscita meno ravanosa dell’estate (fino ad ora) …

Foto 1: Prime luci sulla lunga cresta sud-est.

Foto 2: Il breve tratto ravano-alpinistico, con a destra la Cima Tome’ ed il suo camino e dietro la Civetta.

Foto 3: Occhio Tiziano, hai un masso in bilico proprio sopra la testa!
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