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Marmolada Punta Rocca , 24/04/2014 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | darioalpago |
Gita | Marmolada Punta Rocca |
Regione | Veneto |
Partenza | Passo Fedaia (2047 m) |
Quota arrivo | 3250 m |
Dislivello | 1250 m |
Difficoltà | MSA |
Esposizione in salita | Nord |
Esposizione in discesa | Nord |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Farina pesante |
Altra neve | Farina pesante |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Condizioni molto buone oggi soprattutto per la chiusura degli impianti di Malga Ciapela.
IMPORTANTE! Passo Fedaia ufficialmente chiuso ma la transenna è disposta in modo da lasciare il transito… Anche perchè la cestovia è aperta fino al 4 maggio. Il transito è a rischio e pericolo di chi lo fa…infatti le condizioni di innevamento sulle sponde del Padon sono ancora critiche soprattutto nelle ore calde. Dopo il rischio dell’orso sulle montagne di casa,confermato anche dalla stampa locale, decido di andare in Marmolada che peraltro ho promesso il giorno seguente al buon Luca… Parto per un giro tranquillo la meta è la forcella della Marmolada che consente di osservare la splendida parete Ovest che si presta a discese molto ripide e può essere valido collegamento dopo aver salito il Piccolo Vernel. Nel fare la strada in auto vedo che il Fedaia è chiuso! Ma se mi han detto che la cestovia è in funzione è un controsenso! Dopo un attimo di rosario decido di proseguire per vedere un po’ di dolomiti poi la meta si vedrà. La stagione sciistica nella valle del cordevole è finita è tutto è tranquillo tanto che Alleghe ritrova una serenità che mancava da mesi… Arrivo in Val Pettorina penso di andare verso il rifugio Falier ma i pendii che portano in val Ombretta sono ancora carichi… La giornata prende una brutta piega troppe idee ma decido di andare in su per fare qualche scatto alla Regina poi eventualmente ripiegare sul Pelmo e la Val d’Arcia. Arrivo al Fedaia con muri di neve e valanghe davvero impressionanti… Trovo la transenna ma non mi fido. Mi fermo al passo non c’è nessuno…ma si facciamo la classica punta Rocca! Di li a poco arrivano Pietro ed Elisa due simpatici ragazzi che sono alle prime uscite con cui condividerò la salita per una volta non da solo. Saliamo in tutta calma il tempo è buono è tra una conversazione e l’altra viaggio nel tempo della memoria alla mia prima salita qui un settembre di tanti anni fa con mio cugino Luciano…uno che va forte… Alzandosi di quota vedo che effettivamente la cestovia va e quasi quasi cambio idea verso la Forcella ma alla fine mi godo questa solitudine rara in questo posto… E’ davvero strano questo silenzio rotto purtroppo dalla manutenzione del mostro d’acciaio e la ruspa che violenta il ghiacciaio che non può dir nulla… L’ultima rampa è dolce anche se la quota per Elisa si fa sentire…mi ricorda ancora quel settembre dove con gli scarponi da pista e l’attaccone arrancavo in silenzio mentre Luciano e Jenni se la chiaccheravano alla grande… Oggi la storia si ripete a modo suo e mi fa sorridere… Ancora un passo e siamo in vetta con le nuvole che ci spettinano di tanto in tanto… Verso Punta Rocca di sono molte cornici e Piero ed Elisa si accontentano di stare sul Plateu e io vado un po’ avanti quel tanto che basta per abbracciare la Sud e il suo vuoto meraviglioso. Come tanti anni fa Punta Penia guarda silenziosa,così vicina da poterla toccare e a distanza di tempo la complicità per poter farlo con la serenità del andare dove voglio. Qui dove mi sento a casa ho voglia di buttarmi giù dalla vecchia Lydia e così congedo temporaneamente Pietro ed Elisa che preferiscono scendere lungo le più morbide tracce di salita. Trovo piacevolmente la compagnia di Marco e due sue amiche di cui una maestra di sci..che stile! Ci immergiamo in questo mondo ovattato e silenzioso fatto di vertigini bianche e curvoni emozionanti. Si apre il pian dei fiacchi e il maestoso anfiteatro dove punta Nino viene protetta dalle due sorelle: Punta Rocca a sinistra elegante e slanciata, e Punta Penia ,la sorella maggiore che non ha bisogno di parole. Le nuvole coprono il sole pregiudicando un po’ la continuità della sciata ma l’ambiente con questa luce è superbo…sembra di vivere in un sogno in bianco e nero… Arriviamo alla bocca del ghiacciaio passando sotto il paretone che cade dalla schena del mul dove gli ultimi si stanno attardando nella discesa dalla normale estiva. In pista troviamo marciotta amabilmente ricamabile in mille sfumature di sorrisi mentre il Piz Boè affonda dietro il Padon.. Arriviamo tra le braccia del Sasso delle Undici e al bar Vernel dove gentilmente Pietro mi è venuto a dare un passaggio fino all’auto. Festeggiamo con un buon galletto in birreria ad Alleghe sotto lo sguardo furbo della Zuita che incanta… Non manca davero nulla… Congedato gli amici mi fermo ancora un po’ sotto la NordOvest… perchè la Zuita incanta… |
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