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Rocciamelone, 19/09/2021 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Rocciamelone |
Regione | Piemonte |
Partenza | Rifugio La Riposa, Susa (TO) (2150 m) |
Quota arrivo | 3538 m |
Dislivello | 1470 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rifugio Ca' d'Asti (chiuso) |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo + caschetto |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Oggi ce ne andiamo più a ovest possibile, per lasciarci alle spalle il fronte perturbato che è previsto abbandonare il Piemonte già dalle ore mattutine e imperversare invece sulla Lombardia per buona parte della giornata. La meta di oggi è una di quelle che da tempo avevamo nei nostri piani, ovvero il Rocciamelone, fattibile senza problemi non per molti mesi all’anno, stante la quota elevata.
La partenza avviene dal Rifugio La Riposa, sopra Susa. Gli ultimi cinque chilometri di strada per arrivarci sono su sterrato percorribile senza troppi problemi anche per un’auto non così alta da terra. Veniamo subito investiti da fredde raffiche di vento di favonio post frontali e ci incamminiamo su sentiero che si mantiene sempre piuttosto pendente, fino a raggiungere il Rifugio Ca’ d’Asti (chiuso). Da qui in avanti l’ambiente diventa più roccioso e tipicamente di alta montagna. A fatica, complice anche la quota già abbastanza elevata, saliamo a zig zag un pendio ripido che ci deposita nel tratto terminale, nei pressi di un grande ometto di pietra. Da qui è già visibile lo spettacolare tratto finale che conduce in cima. Continuiamo a camminare su sentiero, posto appena sotto la cresta, che si mantiene abbastanza agevole, dopodiché affrontiamo l’ultimo tratto, dove tra chiazze di neve caduta qualche ora prima e forti raffiche di vento, è necessario essere cauti. Ci vengono in aiuto le ottime corde fisse, che danno un senso di sicurezza in più. Arriviamo così in cima, dove la vista è spettacolare e si avverte di essere a quote elevate dal senso di “dominio” che si ha rispetto alle montagne circostanti. Per tornare è necessario ripercorrere l’intera via di salita perché non ci sono possibilità di deviazioni. Con cautela, percorriamo a ritroso il tratto sottostante la cima e in modo più rilassato il restante, voltandoci più volte in direzione della cima appena raggiunta, ora invasa da una coreografica e localizzata tormenta di neve che ha anche il pregio di creare a tratti un bell’arcobaleno. Avevamo molte aspettative su questa montagna e non sono state deluse. Il meteo ballerino, ma mai preoccupante, ha reso la salita ancora più avvincente e selvaggia. Foto 1: in vista dell'ultimo tratto Foto 2: aiutandosi con le corde Foto 3: vetta |
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