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    Ciamp e trittico del Sasso Bianco, 30/07/2008
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Onicer  oscarrampica   
Gita   Ciamp e trittico del Sasso Bianco
Regione  Veneto
Partenza  piaia  (1170 m)
Quota arrivo  2407 m
Dislivello  1400 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  sasso bianco
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Il 29 /07 del 2008, partiamo con i bimbi Armin e david (8 e 6 anni) da Caprile peer passare la notte nella baita di Ciamp e il giorno dopo salire alla Cima del Sasso Bianco. Scendiamo la Val Cordevole fino a deviare verso San Tommaso Agordino e, di qui, fino a Pecòl e poi Piaia (1142 m), ove si trovano le prime indicazioni. Lasciamo l’auto presso le ultime case del paese che lasciamo circa alle 15. Imbocchiamo una stradetta che ben presto diviene sterrata, per poi trasformarsi in mulattiera. Ci si inerpica abbastanza ripidamente nel bosco, incontrando spesso vecchi tabià e case isolate; riposanti tratti in piano si alternano ad altri con pendenza sostenuta mentre, di tanto in tanto, squarci nel bosco consentono di affacciarsi sulla profonda vallata del Cordevole e di godere della visione del gruppo delle Pale di San Martino con in primo piano la Cima di Pape. Alle spalle, invece, troneggia severa la muraglia della Civetta. Dopo qualche pausa alle frequenti baite che incontriamo o a fermate per giocare a tirarsi le pigne che scatenano furiosi combattimenti e subdole imboscate, arriviamo al bel pianoro di Ciamp (1840 m) circa 2 ore dopo e grazie al la chiave che possiedo (dono per il mio matrimonio di gabriella), possiamo accedere alla nostra baita. Nonostante sia estate l’aria frizzante dei 2000 metri si sente e dopo aver sistemato un poco, accendiamo il bel fuocherello davanti al quale i bimbi si riscaldano e andiamo poi a preparare la cena a base di buste liofilizzate. Terminata la cena e il lavaggio delle padelle e piatti facciamo due passi nel buio illuminato dall’incredibile stellata d’alta quota ma il freddo e l’umido pungenti ci spingono a rientrare al caldo e a preparare i giacigli per la notte. Buttiamo le copertacce in dotazione sul fieno e poi stendiamo i nostri sachi a pelo sopra. Dopo qualche chiacchera nel silenzio della notte rotto solo dai rumori del bosco che ci circonda e dal crepitio del fuoco nella stanza accanto, sento il respiro dei bimbi farsi pesante ed è l’ultimo ricordo prima di cadere a mia volta in un sonno profondo. Attorno alle6.30 mi sveglio e osservo teneramente i bambini ancora avvolti nel mondo dei sogni. Esco a fare due foto al giorno che si sveglia e al sole che corre già sulle creste del sasso Bianco mentre noi siamo ancora all’ombra. Preparo la colazione accendendo il fuoco e mettendo a scaldarsi un pentolino di latte e poi sveglio a fatica i bimbi intorpiditi tra fili di fieno e di sonno. Li spingo fuori nella luce accecante di un meraviglioso mattino di sole e i loro occhi faticano a stare aperti. Sono stupendi nei loro pile e braghette corte sembrano profughi col sorriso della felicità stampato sui volti. Poi facciamo colazione all’aria aperta con brioche biscotti e latte che sa di fuoco essendo bollito direttamente sulla fiamma. Chiusa la porta della baita sono le 8 passate da qualche minuto quando cominciamo la nostra ascesa verso la montagna. Ci inoltriamo nel bosco e poi su per i prati con bella vista sul villaggio ameno di Ciamp con i tetti delle baite che sembrano ordinati fiori di un prato Paesaggio da Heidi. Troviamo poco dopo il bivio per Giardoign e Caracoi e poi ancra su per prati che aprono la vista vs le Pale. Ogni tanto qualche pausa a guardar fiori e far rifiatare il piccolo ma deciso Da e dopo un ‘ora ci troviamo ad attraversare un grande prato sotto la verde linea di cresta delle nostre tre cime. Un bel colpo d’occhio ci appare improvviso vs le ghiacciate cime del vicino confine austriaco e subito dopo una stupenda visione in ombra dell’architettura sinuosa del Pelmo che precede il perfetto triangolo dell’Antelao. Da dietro una verde cresta la Civetta mezza coperta spia la scena quasi indispettita che non le si dedichi la solita attenzione. Alle 9.15 siamo al bivio x cima Pian ma ci saliremo dopo e proseguiamo. Faccio sedere Da in mezzo alle erbe e ai fiori e la sua testina bionda appare a contrastare Agner e l’altopiano con le Pale sullo sfondo azzurro intenso. Ora ci dirigiamo vs le punte vicine di Sasso Bianco (la sorella maggiore) e Sasso Nero. Ciamp si vede ancora laggiù piccolo eppur splendido in un mare di verde come un piccolo arcipelago nell’oceano. Cominciamo ad incontrare splendide stelle alpine e genzianelle e poi poco sotto la cima del Sasso Nero(h 10) sulla cresta sotto di noi, un grande branco di stambecchi. Io mi fermo a fare foto alle loro varie attività che continuano indifferenti ai nostri sguardi e i bimbi seduti sembra siano davanti alla tv a guardare un documentario scambiandosi commenti su quello che fanno gli animali. Ne contiamo una ventina tra sparsi sul brato a brucare, in cresta a rocciare e sotto la cresta i cuccioli con la mamma e il capobranco. Tutte bestie comunque giovani come evidenziano le piccole corna e non di grossa taglia. Lasciamo dopo una ventina di minuti la cima e lo spettacolo e raggiungiamo dopo breve discesa e risalita anche la cima principale (2407mt, h 10.40). Da quassù si vedono tutte le Dolomiti in un autentico panorama a 360°. Ma ci muoviamo subito verso la terza asperità scendendo nella depressione fra le due cime e risalendo poi il pendio prativo fino alla grande ma esile croce lignea di Cima Pian (2360 mt, h11) sorretta da tiranti. Abbiamo concluso il nostro trittico e iniziamo a scendere i grandi prati seguendo una vaga traccia fra mazzi di stelle alpine e ranuncoli andando incontro al Civetta che apre la sua grande parete nordovest proprio come una mano verso di noi. Scatto una bella foto zoomata della Cima Pape che severa si staglia come un dito al cielo davanti all’altopiano delle Pale su cui sta poggiata come un panettone la Cima della Fradusta. Alle 12.30 siamo di nuovo al sole dei prati di Ciamp a far asciugare i sacchi nel prato. Risistemata la baita, scendiamo e troviamo sul sentiero una vipera morta forse morsa vicino alla testa dove presenta un’escoriazione e passando da una bella calchera rimessa a nuovo, terminiamo il nostro bel giro.
Foto 1 bimbi attorno al fuoco Foto2 Ciamp dall’alto Foto 3 noi in cima al Sasso Nero

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