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Monte Colombè e Cima Barbignaga, 23/12/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Monte Colombè e Cima Barbignaga |
Regione | Lombardia |
Partenza | Paspardo (BS) (1130 m) |
Quota arrivo | 2367 m |
Dislivello | 1250 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rifugio Colombè (chiuso) |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo + ramponi |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Accettabili |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Colombè e della Cima Barbignaga, posti a poca distanza dal Piz Olda conquistato un paio di settimane prima.
La partenza del percorso è posta sopra Paspardo, continuando a salire in auto per un chilometro e mezzo lungo la strada che conduce al Rifugio Colombè, fino a un cartello di divieto d’accesso dove si parcheggia nei pochi posti disponibili. Imbocchiamo dunque il sentiero numero 22 che in pratica è una strada carrozzabile, fino a raggiungere le Baite Saline. Continuiamo ora la salita sul sentiero numero 117, in modo peraltro noioso vista la ripetitività del percorso con diversi zig zag dentro il bosco. A un certo punto la monotonia viene spezzata dai consueti alberi abbattuti dalla tempesta occorsa in autunno, che ha mietuto vittime in tutta la Val Camonica. In alcuni punti siamo infatti costretti ad aggirarli perché ostruiscono la via. Superati gli ostacoli, in breve tempo arriviamo al Rifugio Colombè, posto in posizione decisamente più favorevole e panoramica. Imboccata la strada che continua a salire alle spalle del rifugio, ci troviamo nuovamente alle prese con gli alberi abbattuti, che in un punto in particolare ci portano a un taglio deciso nel bosco per evitare troppe peripezie. Ripresa la strada in un punto migliore, proseguiamo ora su labile traccia di sentiero, salendo decisi in direzione del Monte Colombè. Nel frattempo il manto nevoso sotto ai nostri piedi tende ad aumentare e man mano che saliamo la progressione si fa più difficoltosa, specialmente sotto la “vetta” (le virgolette stanno a significare che non si tratta di una vera e propria cima, ma di una modesta elevazione sulla cresta che sale al Barbignaga). In cresta, considerando che l’accumulo nevoso è meno consistente, torniamo a camminare in modo meno impacciato. Guadagniamo così quota più rapidamente, giungendo sotto il tratto terminale che porta in vetta, dove decidiamo di calzare i ramponi, visto che il percorso si fa più ripido e leggermente esposto in alcuni punti, e al contempo la neve sotto ai nostri piedi si fa più dura. Saliamo con attenzione a passo deciso e nel giro di breve tempo, vincendo anche l’ultima piccola rampa, ci troviamo così sulla panoramica cima in un ambiente selvaggio e spettacolare al punto giusto. Dopo qualche minuto di ammirazione torniamo sui nostri passi, facendo particolare attenzione ai primi metri di discesa, quelli più ripidi. Nel mio caso l’attenzione è doppia, perché sotto ai ramponi tende a formarsi un fastidioso zoccolo di neve. Anziché tornare sul Colombè, a circa metà della cresta pieghiamo a sinistra e scendiamo in modo più diretto per una traccia battuta che perde quota lungo il pendio rivolto a sud, fino a incrociare nuovamente la via di salita. A questo punto seguiamo il percorso di andata fino al Rifugio Colombè, ripetendo a ritroso tagli nel bosco e aggiramenti di alberi abbattuti. Tornati al Rifugio, visto che la via di salita per arrivarci non ci aveva entusiasmato, decidiamo di seguire la strada principale che sebbene più lunga, ci permette di variare un po’ l’itinerario. La scelta si rivela azzeccata, perché questa via è decisamente più panoramica, specie in direzione del vicino e impressionante Pizzo Badile Camuno. Arrivati in località Baite Zumella, svoltiamo a sinistra e imbocchiamo l’omonima via che in modo ora più diretto ci riporta al punto di partenza. Un’altra bella escursione, un po’ noiosa nella parte bassa ma molto meritevole in quella alta. Foto 1: dal Colombè, la cresta che conduce in vetta al Barbignaga Foto 2: sulla cresta, a pochi passi dalla cima Foto 3: creste frastagliate dalla vetta |
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